E’ la costante della F1. In ogni situazione, in ogni circostanza, emerge sempre lui, Max Verstappen. Alzi la mano chi, durante le tre sezioni delle qualifiche del Gp del Canada, ha pensato che la pole position potesse sfuggire dalla salda presa dell’olandese che ha sempre svettato nonostante una pista in continua evoluzione.
Max è in totale stato di grazia e fa di tutto per sfruttare le occasioni che gli si parano dinnanzi. Con un Leclerc attardato a causa dei problemi alla power unit non ha voluto accontentarsi guidando con bilancino su una pista viscida e ostica. Ha gestito quando ha dovuto, ossia in Fp3 quando è sembrato addirittura in difficoltà. Ha aggredito nel momento in cui è stato necessario farlo: quando il cronometro contava davvero.
La quindicesima “pole” in carriera di Max è di quelle pesanti poiché gli ha permesso di capitalizzare un vantaggio strategico non da poco che si realizza nella prestazione deludente di Perez che in Q2 assaggia le barriere (il messicano scatterà in tredicesima piazza, nda) e nell’azione non di certo brillante di Carlos Sainz che doveva caricarsi la Ferrari sulle spalle ed invece è riuscito a stare dietro anche ad un leonino Alonso che, con un colpo di reni, si è preso la prima fila.
Proprio dell’asturiano ha parlato Verstappen quando si è presentato ai microfoni dei media: “Lo guardavo con ammirazione in tv da bambino. In partenza è sempre tra i migliori, dovrò farmi trovare pronto“.
Chiaramente non è stato semplice trovare un performance così efficace con un asfalto “traditore”. Ecco come la pole è giunta: “Bisognava girare senza sosta con poca visibilità e poco grip. In più il traffico mi costringeva a rallentare troppo spesso e questo aveva un effetto molto negativo sulla temperatura delle gomme. Non è stata una Q1 divertente, ma con l’asfalto che andava migliorando si è potuto attaccare un po’ di più“.
Nel finale della sessione George Russell ha tentato l’azzardo con gomma slick. Una scelta mai contemplata dal campione del mondo: “Per me la slick non è mai stata un’opzione. C’erano troppi punti della pista troppo bagnati per un simile azzardo, specialmente nel primo settore. Io, ovviamente, in Q3 ho pensato innanzitutto a portare a casa un buon giro nel primo run e poi abbiamo azzeccato la strategia nel secondo montando un set di gomme nuove“.
La partenza al palo è un primo mattoncino in un week end che potrebbe determinare la prima vera fuga nel mondiale. Max lo sa e per questo è concentrato sui 300 km del GP: “Nel passo gara, venerdì, eravamo molto vicini. Sarà come sempre una battaglia serrata. Io, ovviamente, voglio completare il lavoro. Sottosterzo all’anteriore? Qui ne ho sofferto meno rispetto a Monaco e Baku e di solito in gara la vettura migliora ulteriormente. Vedremo se sarà così anche qui in Canada“.
E’ necessario immediatamente precisare che il messicano non ha mai avuto nelle corde la possibilità di infastidire il compagno di squadra. Né di lottare per la prima fila. Prima del botto fatale in uscita di Curva 3, nelle due Q, pagava un pesantissimo dazio nel T1 dove perdeva un secondo sul pilota di Hasselt. Non è quindi un caso che l’errore, giunto con gomma intermedia, si stato commesso nella sezione inziale del tracciato canadese.
Perez, visibilmente deluso, si è presentato ai taccuini dei giornalisti mostrando una certa mestizia: “Chiedo scusa al team, li ho delusi. Non ho avuto fiducia sin dal Q1 e non riuscivo ad essere efficace sui freni. Avevo già avuto un bloccaggio in Curva 10 e poi ho sbagliato in Curva 3. Domani attaccherò e cercherò di recuperare per riscattare questo errore“.
Non tutti i mali potrebbero arrivare per nuocere. Perez, in una necessaria rimonta da operare per sperare di non lasciar scappare in classifica Verstappen, avrà anche la possibilità di gestire il ritorno di Leclerc che, con assetto particolarmente scarico e power unit fresca, conta di scalare rapidamente le posizioni.
Il team di Milton Keynes ha la possibilità di copiare le strategie del monegasco anche in termini di scelta di pneumatici per un controllo più efficace della rimonta. Il Gran Premio del Canada si preannuncia quindi una partita a scacchi in cui l’ex Racing Point potrebbe essere una pedina chiave per permettere a Max Verstappen di scavare un solco ancor più profondo tra sé e il “resto del mondo”.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing