Formula 1

Ferrari: i problemi alla PU restano di natura sconosciuta?

È forse tempo di iniziare a preoccuparsi seriamente in casa Ferrari? Questo mondiale di F1 2022 per il team di Maranello sta diventando sempre più un’incognita, appuntamento dopo appuntamento.

Certo, la conquista del secondo posto (più giro veloce) di Carlos Sainz in Canada è stata indubbiamente una buona cura che ha lenito le ferite del Cavallino; tuttavia risulta difficile lasciarsi alle spalle il ricordo degli innumerevoli imprevisti che le ultime gare hanno portato (giusto per citarne uno tra i più recenti, la clamorosa disfatta dei due ritiri azeri).

F1 – Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) secondo classificato del Gran Premio del Canada 2022.

Sembravano esiti tanto lontani ad inizio stagione, che nel riguardarli adesso, sembra quasi di rivivere i fantasmi del buio passato di appena qualche mese fa.

A complicare il quadro della situazione, subentra il fatto che ad oggi una concreta risoluzione dei problemi non sia ancora stata individuata: infatti, si sta dimostrando più complesso del previsto ricondurre i problemi accumulati ad una sola diagnosi definitiva.  

F1. I problemi in Ferrari che condizionano Haas ed Alfa Romeo

E questo, oltre a pregiudicare le prestazioni di una scuderia che fino a qualche settimana fa puntava concretamente al titolo (ma perché parlare al passato?!), influenza anche gli altri team suoi partner. Chiaramente si fa riferimento alle scuderie Haas ed Alfa Romeo Racing ORLEN, le quali seppur in maniera diversa, sono comunque pur sempre legate al team di Maranello (fosse anche solo motoristicamente parlando).

F1 – Entrambe le monoposto Alfa Romeo Racing ORLEN e Haas.

A dire il vero, il team statunitense è quello maggiormente condizionato dalle problematiche del Cavallino, perché parlando di mere componenti strutturali della monoposto, la VF-22 presenta un retrotreno completamente Ferrari; a differenza invece dell’Alfa che invece, ha prodotto da sé le proprie sospensioni posteriori.

Insomma, tra le due sussiste un differente livello di “dipendenza” rispetto al team rosso, ma sta di fatto che tali problematiche influenzano anche le loro prestazioni, pur essendo delle scuderie di metà classifica.

Principalmente però, è il team principal Haas Günther Steiner ad essere maggiormente preoccupato da questa nebulosa situazione. Entrambi i suoi piloti nelle ultime gare hanno subìto dei ritiri, escludendo chiaramente quelle circostanze in cui lo 0 è stato frutto di un crash.

F1. Steiner: sorpreso, deluso e preoccupato

In alcune recenti dichiarazioni, si è detto sorpreso dall’inaspettata piega che il mondiale sta cominciando a prendere: con un esordio stagionale di tale rilevanza, quantomeno ci si aspettava di poter dare un seguito in maniera lineare al filone positivo che si presumeva avessero intrapreso.

F1 – Günter Steiner, team principal Haas.

Perché indubbiamente la Ferrari era partita benissimo, ma anche le scuderie sue “sorelle” erano sulla medesima scia.

Ciò che preoccupa maggiormente Steiner, non è solo l’amara consapevolezza di non avere ancora tra le mani alcuna soluzione, quanto piuttosto sapere che è lo stesso team principal Mattia Binotto a non poter fare luce sulla questione.

Ricordiamo Binotto essere entrato a far parte del team Ferrari nel lontano 1995 nelle vesti di ingegnere motorista, dunque stiamo parlando di un indiscusso professionista del settore, ancor prima che team principal.

L’ipotesi è che se lo stesso Mattia avesse avuto una spiegazione a tutti i perché, concretizzatasi poi in un conseguente piano risolutivo, probabilmente sarebbe già stato messo in pratica: ma purtroppo non è così.

Steiner dal suo canto, afferma quasi deluso che in questa situazione per così dire “ristagnante” ad un certo punto risulta anche inutile esercitare pressing pur di sapere cosa c’è che non va, poiché risulta evidente che pur sapendolo, non potrebbe far molto per cambiare le cose.

Davvero amaro vedere la situazione da questo punto di vista, ma se proprio si dovessero mettere a confronto le diverse situazioni tra le scuderie coinvolte, è anche inutile sottolineare che quella che ha maggiormente da perdere resta sempre la Ferrari.

F1. I dati che allarmano la Ferrari

Sono i dati esposti nella tabella su riportata a spiegare che a Maranello c’è poco da stare sereni se si pensa alla situazione relativa alle power unit. Come si può osservare, le sei vetture che montano il propulsore del Cavallino Rampante sono quelle che hanno prodotto il minor numero di giri in campionato.

Un trend negativo che può conoscere un’inversione di tendenza se verranno applicati correttivi tecnici per introdurre i quali sarà obbligatorio ricorrere ad un iter specifico alla fine del quale arriverà l’autorizzazione della FIA. La cosa, in poche parole, potrebbe andare per le lunghe generando altri problemi di breve periodo. Proprio per scongiurali, in Canada, si è decisa la doppia sostituzione sulla vettura di Leclerc che potrà contare su unità propulsive fresche e, potenzialmente, più affidabili.

Perché, a detta dello stesso Binotto, le difficoltà si riscontrano quando il chilometraggio delle unità tende a salire. Questa strategia sarà sufficiente a garantire la necessaria affidabilità nella lotta al titolo contro una Red Bull altrettanto condizionata dai problemi di natura motoristica? Lo capiremo probabilmente prima della sosta estiva. Il poker di gare all’orizzonte, difatti, dirà quali saranno le reali ambizioni della Ferrari e, di conseguenza, dei suoi clienti.


Autore: Silvia Napoletano@silviafunoat

Foto: F1

Infografica: Diego Catalano

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Silvia Napoletano