Quella di domani sarà una giornata molto importante per il futuro della F1. E’ infatti fissato un incontro del Consiglio Mondiale del Motorsport nel quale dovrebbero finalmente essere fissati i paletti delle nuove motorizzazioni che saranno introdotte nel 2026, al termine dell’attuale periodo di congelamento regolamentare.
I propulsori del futuro saranno ancora dei turbo-ibridi ma più semplificati nella parte che riguarda i motogeneratori elettrici. Inoltre dovranno essere in grado, nella parte endotermica, di adeguarsi alla strada tracciata dal programma “Net Zero” che prevede, nel 2030, l’utilizzo di carburante ad emissioni zero che abbiano caratteristiche “drop-in“. Ossia che possano essere adoperati immediatamente e senza alcuna modifica nell’alimentare le auto che utilizziamo tutti i giorni (leggi qui).
Sono diversi gli spettatori interessati a questa fondante riunione. In primis il gruppo Volkswagen che, pur avendo manifestato grandissimo interesse per la F1, non è ancora formalmente sceso in campo proprio in attesa che vengano definite nel dettaglio le linee guida architettoniche da seguire. Che la casa tedesca si legherà a Red Bull è un fatto ormai noto, ma resta quel piccolo velo fumoso di incertezza che l’incontro di domani deve spazzar via per vedere arrivare l’ok definitivo ratificando una decisione sostanzialmente costruita con dovizia di particolari nei mesi scorsi.
Gli stessi cambiamenti motoristici in cantiere, difatti, si sono resi necessari proprio per attrarre altri competitor. Quindi pare molto improbabile che, con un clamoroso colpo di teatro, saltino accordi già ampiamente impostati.
Ma non sono solo i potenziali nuovi attori della F1 del domani ad essere interessati alle risultanze di una riunione che si preannuncia calda nei contenuti. Anche chi è già nel “carrozzone” è bramoso di sapere verso quale direzione orientare gli sviluppi dei propulsori. Fino al 2025, difatti, i costruttori avranno ben poco da investire in ricerca su questa generazione di turbo-ibridi.
Le uniche migliorie consentite, difatti, sono quelle necessarie a risolvere questioni di affidabilità. Che devono essere conclamate e provate in un inter molto stringente definito dal regolamento tecnico.
Se alcuni soggetti, leggasi Ferrari e Renault, sono alle prese con evidenti difficoltà che potrebbero preludere a modifiche ai propri cuori pulsanti, c’è chi come Mercedes sta dimostrando un’affidabilità di primissimo livello. Le W13 sono le vetture che, dall’alto dei 1071 giri totali completati, guidano la classifica del campionato dell’affidabilità.
Alle spalle degli anglo-tedeschi troviamo, non a caso, tre compagini che usano il propulsore della Stella a Tre Punte: McLaren (1037), Aston Martin (1024), Williams (1007). Fanalino di coda la Ferrari che ha completato solo 840 giri ed è preceduta da Haas e Alfa Romeo a confermare le difficoltà di un motore tanto potente quanto delicato.
La Mercedes attende con trepidazione la definizione nel merito del nuovo corpo regolamentare e si aspetta che, in un paio di settimane, sia tutto messo nero su bianco. Operazione necessaria per pianificare le nuove specifiche tecniche e per capire se qualcuno degli attuali team forniti sceglie di abbracciare la causa Audi-Porsche. La principale indiziata a mollare “i grigi” è di certo la Williams che, nella persona di Jost Capito, ha più volte lanciato messaggi d’amore per la casa di Wolfsburg.
“Siamo molto entusiasti che i regolamenti vengano effettivamente approvati perché vogliamo semplicemente andare avanti con il lavoro – ha riferito Wolff ad Autosport – Ma devono anche essere fatti nel modo giusto. E ho fiducia nella FIA che lo faccia bene“.
“Penso che non sia facile, considerando la presenza di tutti gli operatori storici e dei nuovi fornitori di unità di potenza, arrivare in fretta al momento di apporre le firme sotto ai regolamenti. Spero che non si vada troppe per le lunghe. Spero che possiamo farlo durante l’estate in modo da poter iniziare la stagione autunnale con le normative sui motori in vigore. Se tutti lavorassero nella stessa direzione, sarebbe un bene“.
Così ha chiosato Wolff che, nonostante la riunione di domani sia confermata, teme che troppe voci a cantare nel coro possano far emergere qualche dissonanza. Cosa che porterebbe ad uno slittamento di cui a Brixworth non vogliono sentir parlare. Mercedes vuole di fatto assicurarsi un piccolo vantaggio sulla concorrenza. Su chi è alle prese, per svariati motivi, con difficoltà di diverso genere.
Sicuramente su Volkswagen che è quella che ha il compito più difficile perché parte da un foglio che non si può definire bianco perché, se fosse confermato l’accordo con Red Bull, è certo che parte del know-how sviluppato dalla Honda possa più o meno passare alla casa tedesca. Ma di certo la strada da fare è lunga perché il reparto powertrains di Milton Keynes è tutt’altro che indipendente da Sakura che anche in questo 2022 è assoluta protagonista nel fornire ogni tipo di supporto conoscitivo, produttivo e logistico a Red Bull ed AlphaTauri.
Ferrari, che pure freme, deve concentrarsi sulla soluzione degli enigmi tecnici che stanno generando i problemi di affidabilità su menzionati. Vero è che il reparto motori di Maranello è sufficientemente grande per lavorare sul breve e lungo periodo, ma una naturale distrazione di forze intellettive si potrebbe verificare se non si fissano i problemi odierni. Stesso dicasi per Alpine che ha deciso, a fine 2021, di spingere sulle performance per poi, passo dopo passo, aggiustare la mira sul frangente dell’affidabilità. Altra cosa che potrebbe rallentare il processo di sviluppo delle unità turbo-ibride del 2026.
I timori di Wolff su possibili – e forse naturali – ritardi in un processo di definizione regolamentare così delicato vengono allontanati proprio da uno dei principali competitor: Mattia Binotto che del Consiglio Mondiale del Motorsport è membro. Il team principal di Losanna, a tal proposito, ha scandito le tappe di un cammino già calendarizzato: domani il WMSC affronterà il tema che verrà circostanziato nella riunione della F1 Commission che si terrà alla vigilia del Gran Premio d’Austria della prossima settimana.
Dopo quest’ultima tappa i motoristi avranno finalmente il quadro operativo completo sul quale fondare i propulsori che accompagneranno la F1 negli anni a venire. Manca poco, quindi, e i lavori potranno avviarsi con la consapevolezza che un vantaggio di pochi mesi raggranellato oggi potrebbe pesare molto a livello prestazionale. Soprattutto nei primi tempi dell’era turbo-ibrida 2.0.
Autore e infografica: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Nicolas Carpentiers, Mercedes AMG F1 Team