Il GP di Monaco, settimo appuntamento del mondiale di F1, ha lasciato una scia di dubbi e spunti di riflessione a seguito della bandiera a scacchi. Tra il problema strategico della Ferrari (leggi qui) e l’ennesimo risultato complicato di Ricciardo, ciò che in realtà ha fatto sorgere lecite domande è stata la gestione della domenica di Monte Carlo.
Partenza ritardata, bandiere blu non rispettate e tanta confusione sulle norme del regolamento, sono infatti diventate le vere protagoniste in terra monegasca. E forse il dubbio che il vero problema della FIA non sia stato Michael Masi oggi trova qualche sostenitore in più. Al centro delle maggiori polemiche nel Principato sono finiti in particolare due episodi; il primo inerente alla lunga attesa per la partenza e il secondo sulla linea gialla della pit exit calpestata da entrambe le RB18.
A Monaco si sono vissuti alcuni “strani momenti” gestiti dalla Federazione. In primo luogo ci riferiamo al ritardo della partenza, una fase non priva di confusione: prima la pioggia e poi il semaforo hanno infatti “costretto” ad un ritardo di oltre un’ora. Una situazione che ai nostalgici avrà portato alla mente quanto accaduto nel GP del Belgio 2021.
La Safety Car non chiamata a testare l’asfalto bagnato e un cronometro da cui “sono spariti i primi sei minuti di tempo” hanno poi confermato lo stato di confusione nella Direzione Gara. L’ultimo episodio che ha lasciato straniti è stato quello legato alla linea calpestata dalle Red Bull in uscita dai box (leggi per approfondire). La FIA aveva infatti notificato la manovra effettuata da Perez, ma non quella del campione del mondo in carica nonostante fosse più evidente; una nota, quella riguardante il messicano, poi sparita dai documenti della Federazione e che ha quindi trovato seguito nella protesta Ferrari.
Il team di Maranello si è poi visto respingere con una motivazione frutto della confusione che ormai regnava da ore. Le spiegazioni date dalla Federazione Internazionale e dalla Direzione Gara, come emerso in seguito all’episodio, hanno fatto riferimento a note dell’anno passato, mentre il regolamento 2022, con norme opposte a quelle prese in considerazione, è invece stato dimenticato. Ulteriore carne al fuoco è arrivata nel mercoledì seguente alla gara, quando è stato reso noto il divorzio tra la FIA e Peter Bayer. Una mossa che ha subito fatto pensare ad un altro Masi, motivazione solo ipotizzata e non confermata dalla Federazione.
Dopo quanto accaduto a Monaco questa “nuova FIA” è risultata peggiore rispetto a quella dello scorso anno”. Nonostante quanto vissuto nel 2021, il settimo appuntamento dell’attuale mondiale di F1 ha mostrato che sul fronte della gestione le lacune sono ancora parecchie. Viene dunque naturale chiedersi se Michael Masi fosse l’unico vero problema della passata stagione. La prima difficoltà del 2022 non è certo stata affrontata in modo eccelso, portando di nuovo alla luce problemi che forse la semplicità dello sport potrebbe risolvere.
Massimiliano Allegri, allenatore di calcio, ha definito il suo sport come un gioco molto semplice dove “vince chi fa un goal in più dell’altro”; allo stesso modo anche la F1 può essere vista come uno sport semplice dove vince chi per primo arriva al traguardo. Dunque perché complicare un campionato di corse automobilistiche con tante, forse troppe, regole di cui neanche la FIA è padrona?
La pioggia spaventa, ma il parco chiuso per poter attrezzare le monoposto in modo da renderle sicure per una corsa in tali condizioni non viene eliminato. Il semaforo non funziona e i piloti sono costretti a partire dietro alla Safety Car, con tanto di cambio gomme dell’ultimo secondo, facendo così perdere ai 20 veri protagonisti una prima importante possibilità di attacco. Le postazioni di partenza e le curve con i track limits hanno i sensori, mentre sulla linea all’uscita dei box sembra si debba intervenire con riga e squadre per determinare quanta gomma ha infranto il regolamento.
Una situazione, quest’ultima, che ha tra le altre cose creato quello che la prossima volta sarà definito “un precedente”. Tante regole contraddittorie e molti precedenti, lo scorso anno hanno dato vita ad una gestione disastrosa, sfociata infine in quell’ultimo GP di Abu Dhabi. A sette gare dall’inizio del mondiale 2022, quel fantasma sembra essere ricomparso, pronto a colpire nuovamente uno sport dove chi dovrebbe comandare, ancora una volta, sembra non riuscire a tenere in mano le redini.
F1-Autore: Chiara Zambelli
Foto: F1, FIA, Scuderia Ferrari F1