La F1 torna a casa, orgoglioso ritornello dei fan britannici in molte discipline di cui si sentono padri fondatori. Il decimo round del mondiale si svolgerà nello stupendo tracciato di Silverstone, contesto storico presente nel calendario della massima categoria del motorsport sin dal 1950. La pista è situata nell’omonimo villaggio nella contea di Northamptonshire, a pochi chilometri da Brackley dove sorge il quartier generale della Mercedes.
Il circuito nasce originariamente nel 1943 come aeroporto militare per la RAF (Royal Air Force) con tre percorsi disposti a triangolo, lo standard per i campi di aviazione britannici della seconda guerra mondiale. Ogni centimetro d’asfalto profuma di storia, evocando battaglie che si ripetono puntualmente in quasi in ogni edizione del Gran Premio di Inghilterra.
La F1 che “calendarizza” tappe in luoghi a dir poco discutibili, ritrova la sua vera essenza nelle gare europee, nonostante l’inarrestabile processo di globalizzazione continui. Silverstone, al pari di Spa-Francorchamps e Suzuka, è una tracciato alquanto selettivo. Non a caso, nell’albo d’oro della gara inglese figura come “gotha” dei piloti di ogni tempo.
Il percorso si sviluppa lungo 18 curve eterogenee, in grado di esaltare l’abilità dei piloti e le doti telaistiche delle monoposto e, al pari del Montmelò, può essere definito come rivelatore del potenziale dei bolidi della Formula Uno. In relazione all’elevata velocità sul giro e l’assenza di violente frenate, il tracciato non è molto esigente sul sistema frenante delle monoposto.
Anteprima Gp Inghilterra 2022: layout
FormulaUnoAnalisiTecnica, come sempre, vi porta a bordo delle vetture per un giro virtuale, focalizzando l’attenzione sui segmenti più iconici e complessi per il binomio pilota/monoposto. Il primo segmento costituito dalle prime quattro curve è una sezione molto impegnativa, in quanto le pieghe 1 e 2 vengono affrontate a full gas in ottava marcia.
Il cambio di direzione sinistra-destra tra la Abbey e la Farm a velocità prossima di 300 Km/h, mette a dura prova la sensibilità dei conducenti e, per aggiunta, richiede un’auto dall’inserimento preciso con un carico aerodinamico elevato.
La staccata che precede la Village è una delle più violente con una decelerazione stimata in 4,2g. La frenata immette in un micro settore fondamentale per sferrare un attacco al termine del successivo rettifilo Wellington Straight, potendo sfruttare la zona di attivazione del DRS. In gara, il cambio di direzione tra la Village e la successiva Arena viene interpretato in modo molto diverso dai piloti, nell’intento di sfruttare ogni centimetro disponibile in uscita dalla 4.
La sezione più spettacolare del tracciato, tuttavia, è senza dubbio il complesso delle curve ad alta velocità Maggotts, Becketts, Chapel. Le velocità sono davvero elevate, soprattutto in ingresso. Risulta quindi molto importante godere di una monoposto reattiva per affrontare il tratto al massimo delle proprie possibilità.
I piloti gestiscono le doti velocistiche attraverso la sola parzializzazione sul pedale dell’acceleratore senza utilizzare il freno. La rapidità di questo segmento mette a dura prova la resistenza fisica dei piloti, dove agiscono accelerazioni laterali superiori ai 4g.
Silverstone, tracciato storico e assai complicato. Il particolare layout della pista inglese porta i tecnici delle varie scuderie a studiare una configurazione specifica. Benché la spinta verticale generata dalla vettura debba necessariamente garantire un livello alto nel T2, settore caratterizzato da una lunga sequenza di curve veloci, la messa a punto da utilizzare dovrebbe prevede un carico medio con le auto di nuova generazione.
Inoltre, la velocità di punta si attesta come elemento importante nei vari tratti rettilinei disseminati lungo il circuito britannico. Ecco perché, il giusto compromesso tra downforce ed efficienza aerodinamica, determinerà la performance in senso assoluto. Altro elemento cruciale a livello cronometrico riguarda la trazione, fattore chiave nella porzione di pista più guidata, dove scaricare a terra tutta la potenza del propulsore garantirà un rendimento più competitivo.
Le vetture potranno usufruire dell’ala mobile solamente in due circostanze: Wellington Straight (curva 5 e 6) con un incremento velocistico di circa 10 Km/h e all’Hangar Straight, dove il delta prodotto dovrebbe arrivare a circa 15 Km/h. Osservando la conformazione del circuito, staccata di curva 6 si attesta come zona più papabile per sferrare un attacco.
Tenere pigiato a fondo il pedale dell’acceleratore per circa il 70% della tornata. Il dato sottolinea l’importanza dell’endotermico che, di conseguenza, verrà messo sotto stress in maniera decisa a Silverstone. Considerando la relazione peso/potenza salta alla vista la sensibilità del tracciato sotto questo aspetto: sono infatti circa 2 i decimi di secondo per ogni 10Cv di potenza.
Per quanto riguarda il sistema ibrido dobbiamo constatare valori alti in relazione all’importanza del recupero di energia. Se l’MGU-K, data l’impostazione del tracciato, non avrà una grande rilevanza, con i “soli” 757 Kj scaturiti dal moto generatore in questione, l’energia prodotta dall’entalpia dei gas di scarico dovrebbe superare i 4.200 Kj. Il guadagno per ogni giro si traduce in circa 3,3 secondi, con un incremento della velocità di punta pari a 15 km/h.
L’esigenza legata ai consumi di carburante non dovrebbe preoccupare eccessivamente gli ingegneri delle varie squadre. Tenendo presente che 10Kg di combustibile equivalgono a circa 0,16 secondi per ogni tornata, l’esigenza relativa all’amministrazione della benzina consentirà un utilizzo più libero delle mappature. La presenza di una Safety Car potrebbe favorire un andamento più spinto, eventualmente compensato tramite la tecnica lift and coast laddove fosse richiesto.
Il circuito inglese, tra quelli presenti nel calendario 2022, si auto definisce come “poco impegnativo” in merito all’utilizzo della trasmissione. Le cambiate da realizzare nell’arco della gara, infatti, superano di poco le 1560. Valori ampiamente gestibili che, di conseguenza, non vanno a sollecitare in maniera critica le parti meccaniche della vettura.
Il duello al vertice non prevede colpi di scena. I due team che sino ad ora hanno lottato per la vittoria continueranno la battaglia al vertice indisturbati. La scuderia di Milton Keynes, tramite Christian Horner, ha fatto sapere come non siano previsti particolari up date sulla RB18. Parole di circostanza a parte, benché di minima entità, la squadra austriaca ha quasi sempre proposto aggiornamenti/correzioni sulla propria monoposto.
A tal proposito, secondo le informazioni raccolte da FormulaUnoAnalisiTecnica, il lavoro per garantire un anteriore più stabile e preciso ha occupato le menti dei tecnici durante le ultime settimane. Senza dimenticare i provvedimenti continui per “rosicchiare” ulteriormente del peso dalla vettura nel tentativo di elevare l’agilità nei cambi di direzione.
Ferrari sotto esame. Tre parole che non possono fare a meno di essere menzionate. Dilapidare il vantaggio acquisito nelle prime gare della stagione, attraverso errori e problemi di affidabilità, ha di fatto relegato il team di Maranello al ruolo di inseguitore. Smarcare due nuove unità di potenza sulla monoposto numero 16 consentirà, in teoria, una maggiore tranquillità a livello tecnico.
Tuttavia una congettura precisa emerge. Secondo le parole di Günther Steiner, team principal della scuderia americana Haas, la preoccupazione sulla reliability dei propulsori italiani esiste. Sopratutto perché, a quanto pare, nelle comunicazioni Ferrari verso i team clienti non è stata fornita motivazione alcuna riguardo i problemi verificatesi sulle PU (leggi qui l’approfondimento).
A margine della considerazione espressa, in GES regna comunque un discreto ottimismo. La consapevolezza acquisita all’interno di tale scenario pare sia in grado di “tamponare” l’emergenza. Dalle nostre fonti, l’inquietudine verso i problemi di natura meccanica pare limitata per il prossimo futuro.
Nel mentre, come riportato tramite un articolo fruibile a questo link, si è messa in moto l’operazione per sbloccare il potenziale inespresso sulle prestazioni high fuel. Il provvedimento mira ad elevare la competitività della vettura in gara, dove la Red Bull ha spesso mostrato un qualcosa in più.
Esaminando il tracciato inglese il progetto F1-75 dovrebbe ben adattarsi alla natura di Silverstone. Il Cavallino Rampante, quindi, potrà esprimere gli altri valori di carico aerodinamico e, al contempo, testare l’efficienza della propria vettura recentemente sede di varie modifiche per accrescere le velocità di punta.
Ultimo fattore da citare riguarda lo sviluppo del week end a livello strategico. Successivamente alle problematiche decisionali che hanno creato diverse situazioni negative guardando il mero risultato, Ferrari ha studiato un nuovo canale comunicativo. L’obbiettivo è quello di elevare il livello di attenzione durante le fasi clou del Gran Premio, aspetto essenziale per massimizzare le prestazioni e tornare a vincere.
I proclami elargiti a spron battuto durante le ultime settimane sono pronti a divenire realtà. O perlomeno questa è la volontà della scuderia austriaca. Le difficoltà del progetto W13 sono eventi. Malgrado i vari accorgimenti realizzati sulle frecce d’argento durante gli ultimi mesi, le performance Mercedes restano altalenanti e in in senso assoluto inaccettabili.
Per Silverstone, appuntamento di casa, si attende un grande pacchetto evolutivo (leggi qui i dettagli tecnici). L’upgrade comprenderà varie parti della monoposto nel tentativo di potenziare un mezzo meccanico che, al momento, ha deluso non poco la dirigenza. Le ingenti manovre pretendono “liberare” potenzialità ancora non espresse per avvicinarsi alla vetta.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing – Mercedes AMG F1 Team
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Di cui "si sentono"...beh, molti sport son nati qua..quindi non è che si "sentono", è la realtà. "QUANDO CONFONDI LA MEMORIA CON LA STORIA E VEDI SOLO IL TUO PUNTO DI VISTA NON NE ESCI"...