Quella di ieri è stata una giornata molto importante per Ferrari Corporate. E non solo per quanto attiene il settore F1. Nella sede di Maranello si è svolto il Capital Markets Day, appuntamento chiave nel piano di comunicazione annuale, in cui è stato presentato a un’audience di analisti, investitori e rappresentanti dei media i risultati economico-finanziari e le strategie di business per gli anni a venire.
L’amministratore delegato Ferrari, Benedetto Vigna, ha illustrato la roadmap tecnologica nel medio-lungo termine a supporto delle vetture stradali confermando la forte spinta verso l’elettrificazione dei propri prodotti.
La transizione ecologica è divenuta conditio sine qua non anche per il brand più conosciuto al mondo in relazione alle sempre più stringenti normative antinquinamento imposte dall’Unione Europea.
Condizioni che la casa di Maranello ha dovuto recepire delineando un piano di riduzione delle emissioni (almeno del 30% per vettura entro il 2030). Non poteva certo mancare un richiamo allo spirito racing dell’azienda quale volano per i processi di continuous improvement e ricerca e sviluppo traslati sulle vetture di serie.
Nel (fin troppo) breve accenno all’attuale livello di competitività della storica scuderia italiana nel mondiale di Formula 1, il CEO Ferrari ha elogiato il lavoro svolto dalla GES e dai piloti che ha riportato le monoposto del Cavallino Rampante sul gradino più alto del podio come meritata ricompensa al duro lavoro svolto negli ultimi anni:
“La nostra squadra di Formula 1 è tornata in testa alla griglia e sul gradino più alto del podio, grazie ai nostri talentuosi piloti e alla F1-75, che ha già mostrato le sue capacità vincenti. È davvero una grande soddisfazione per tutto il team e per me vedere che il duro lavoro inizia a dare i suoi frutti. Continueremo a lottare in ogni gara, sempre con passione, ambizione e l’umiltà che ci viene dalla continua voglia di imparare”.
Il primo spunto, non certo marginale, è che l’aggressiva rodamap che conduce verso l’elettrificazione dei propulsori che equipaggeranno le vetture stradali di Maranello tra poco meno di otto anni, rappresenta una direttrice che potrebbe aprire nuovi scenari nell’impegno Ferrari nel motorsport.
E’ necessario ricordare che la definizione del modello architetturale delle power unit dei bolidi della massima categoria che sfrecceranno sui circuiti di mezzo mondo a partire dal 2026 è praticamente consolidato. L’annuncio dell’impegno ufficiale del gruppo Volkswagen attraverso i luxury brand Audi e Porsche è la garanzia che la Formula 1 dal 2026 fino a data da definirsi utilizzerà power unit ibride, ovvero solo il 40% del futuro mercato delle vetture stradali della casa di Maranello.
La seconda riflessione si basa sull’as-is tecnico della Scuderia Ferrari e sulla percezione dei risultati sportivi ai piani alti di Via Abetone. I vertici della azienda automobilistica simbolo dell’eccellenza, dell’unicità e della leadership tecnologia possono ritenere soddisfacente una stagione iniziata in maniera trionfale che sta degenerando in una inverosimile mediocrità di risultati sportivi?
L’ostentata soddisfazione del CEO Ferrari, unitamente alle recenti dichiarazioni di Mattia Binotto in merito agli obiettivi stagionali, tradisce un cambio di passo abilmente recepito dal punto di vista tecnico dagli ingegneri Ferrari che hanno concepito l’ottima F1-75 ma ancora estraneo nella mentalità del top management.
L’evento di ieri ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che nel marchio Ferrari coesistono due anime i cui obiettivi non sono mai stati così distanti. La decantata unicità del brand del Cavallino Rampante è stata alimentata e supportata nella sua lunga storia da due tipologie di clienti.
Da una facoltosa utenza che può acquistare i gioielli realizzati nella factory di Maranello e da coloro che, come lo scrivente, si identificano nella rossa attraverso un senso di appartenenza e una passione che fa esaltare o soffrire davanti alla tv o in pista. E’ superfluo sottolineare che la leggenda Ferrari è stata e sarà sempre alimentata soprattutto da coloro che una Rossa non potranno mai acquistarla. Coloro che nella rossa idealizzano l’essenza stessa della velocità.
Se gli obiettivi finanziari sono ampiamente raggiunti attraverso le crescenti vendite dei prodotti stradali, i risultati sportivi da anni sono al di sotto delle aspettative. Attese che per blasone non possono essere diverse dalla lotta per i titoli mondiali e non lottare per un posto champions, per fare un parallelismo con il mondo del calcio.
Lo spirito racing tanto evocato nel Capital Market Day rappresenta un’eredità del glorioso passato o una linea di business che deve necessariamente rinverdire i fasti del passato?
F1-Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1