Dopo tre anni di assenza il Gran Premio del Canada di F1 è tornato in grande stile. Montreal, ancora una volta, ha dimostrato come le gare “storiche” del mondiale sanno regalare emozioni difficilmente replicabili sui tracciati di nuova generazione. Come prevedibile la gara è stata molto combattuta sino all’ultimo giro, grazie al serrato duello tra Verstappen e Sainz. Anche sul circuito dedicato a Gilles Villeneuve, il fuoriclasse olandese ha tagliato per primo il traguardo conquistando la sesta vittoria stagionale.
A differenza delle scorse gare in cui le Ferrari si sono arrese per problemi di natura tecnica, il campione del mondo in carica ha dovuto utilizzare tutto il suo talento per domare la F1-75 dello spagnolo, vettura che nell’arco del week end si è dimostrata leggermente superiore.
Per l’ennesima volta si è avuta la netta sensazione che la monoposto di Maranello fosse il mezzo più competitivo in pista. Tuttavia il potenziale non è stato trasformato in un successo che oramai, vale la pensa sottolinearlo, manca dal Gran Premio di Australia datato 10 aprile 2022. Nonostante il “solo” secondo posto, libero da pressioni l’iberico è riuscito finalmente ad estrarre il 101% da se stesso e dalla sua vettura, esplorando valori oltre i quali ha pagato dazio in molte occasioni durante questo inizio di stagione.
La vera buona notizia è che il pilota spagnolo è riuscito per la prima volta in stagione a entrare in quella comfort zone che consente ad un pilota di esprimersi al massimo, sulla base della completa fiducia nel comportamento della monoposto. La guida perfetta esibita dallo spagnolo nel weekend canadese nel ruolo di prima guida in pectore fa riflettere.
Il pilota incline all’errore e discontinuo di inizio campionato soffre la difficoltà di un adattamento complesso al nuovo stile di guida richiesto dalla monoposto del Cavallino Rampante oppure, come potrebbe sembrare, patisce fortemente il costante confronto con il rapidissimo Leclerc?
Probabilmente, la tiepida gioia con la quale Carlos ha accolto per l’ennesimo secondo posto, è dovuta alla consapevolezza di non essere riuscito a sfruttare appieno la chance portando a casa il massimo risultato considerando che, dalla prossima gara, il suo più “grande problema” si troverà ancora nell’altra metà del box Ferrari.
Prendendo in esame la performance della monoposto modenese dobbiamo rilevare l’ottimo passo su entrambe le mescole, seconda ottima notizia del fine settimana. E’ parso evidente come il ritmo gara di Carlos, dopo la Safety Car, era superiore a quello di Verstappen e solo l’enorme efficienza aerodinamica della RB18 non ha consentito l’attacco alla fine del lungo rettifilo del casinò.
In particolare, nel primo giro lanciato dopo il regime di doppia bandiera gialla, Sainz è rimasto incollato ai tubi di scarico della Red Bull grazie a un rapido heating degli pneumatici hard. A differenza di precedenti circostanze in cui il raggiungimento della corretta finestra termica è stata decisamente più lenta.
Il banale errore di Tsunoda in uscita dalla corsia dei box e il conseguente ingresso della Safety al quarantanovesimo passaggio, lascerà un alone di mistero sulla gara che, in quel frangente, vedeva in testa Sainz con un vantaggio di 7,5 secondi su Max autore della seconda sosta alla tornata numero 44.
Per contro, uno delle note negative dal punto di vista meccanico è stata la trazione della rossa non all’altezza in curva 10, elemento che ha reso molto difficile ad ambedue i ferraristi le manovre di sorpasso dopo le forti accelerazioni. La gara di Leclerc, sotto questo aspetto, impegnato in una lunga rimonta, è stata molto giudiziosa anche se a lunghi tratti parecchio frustrante.
La posizione di partenza (19° posto in griglia) richiedeva un approccio ragionato, attraverso un’abile interpretazione per non gettare al vento la corsa commettendo errori irrimediabili. Per diverse tornate Charles ha dovuto subire l’effetto collaterale del DRS, dovendosi accodare ai trenini di varie monoposto che, data la loro vicinanza, potevano spalancare l’ala posteriore in contemporanea annullando tale effetto.
A metà gara Leclerc non riusciva ad avere la meglio sulla Alpine di Ocon, questo grazie alla migliore velocità di punta della vettura francese e al decadimento prestazionale del compound hard sulla numero 16. Nonostante il “tappo” di Esteban, tuttavia, in sesta posizione il monegasco stava progressivamente aumentando il vantaggio su Stroll, che da diversi giri teneva a bada Zhou, Tsunoda e Ricciardo.
In modo molto ottimistico Charles è stato richiamato ai box per il cambio gomme al 41° passaggio, quando possedeva un vantaggio di poco inferiore ai 18 secondi sul canadese dell’Aston Martin. I dati ufficiali della FIA quantificavano in 17,5 il tempo medio perso in pit lane per il sostituzione dei compound.
Secondo uno dei corollari della legge di Murphy “Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che può arrecare il danno maggiore sarà la prima a farlo”. Gli uomini di Maranello hanno implementato alla perfezione tale l’assioma con un pit stop “disastroso” durato 5,7 secondi, generato da un ulteriore problema al carrello posteriore che solleva la monoposto in fase di fissaggio degli pneumatici.
Il ristretto margine su Stroll unitamente al problema menzionato hanno fatto scivolare il ferrarista in dodicesima posizione. Da quel momento è arrivata la furiosa rimonta che lo ha portato a superare immediatamente Ricciardo e, poco dopo, l’Alfa Romeo di Bottas con uno spettacolare sorpasso all’esterno in ingresso di curva 13. Successivamente Charles è riuscito a sopravanzare il cinese Zhou alla staccata di curva 1, trovando finalmente strada libera dopo l’ingresso di Stroll ai box.
In questa fase di gara il talento di Monaco ha “chiesto” molto alle sue mescole a banda gialla. Uno stress evitabile se il pit stop e il timing degli strateghi Ferrari fossero stati impeccabili. Elemento che, purtroppo, ancora una volta si è rivelato decisivo.
Alla ripartenza durate il passaggio 55, dopo l’ingresso della Safety Car, Charles è riuscito ad avere la meglio su Alonso ed Ocon con Russell nel mirino a 3,8 secondi. Dalla sessantesima tornata il distacco dal pilota Mercedes si è ridotto fino a 2,5 secondi e, con ogni probabilità, degli pneumatici meno sollecitati nella loro “prima fase di vita”, avrebbero supportato Leclerc nella caccia al quarto posto.
A fine gara Carlos Sainz ha espresso le sue sensazioni contrastanti ai microfoni di Skysport: “La possibilità di vincere c’è stata. Sarebbe stato interessante vedere cosa sarebbe successo senza l’ultima Safety Car. Ne parlavo adesso con Max e lui pensa che non mi avrebbe ripreso. Io avevo un bel ritmo e ho provato di tutto.
“Questa vittoria con la Ferrari la voglio io più ancora di tutti i tifosi a casa. Ho tentato qualsiasi per stare vicino a Verstappen, ma per passare una Red Bull devi avere tanta rapidità sul dritto. Oggi eravamo più veloci, ma non abbastanza per superare in pista“.
Al mix di sentimenti del pilota spagnolo fa eco Charles Leclerc, che non esprime gioia per un quinto posto ma ribadisce ai fan, e forse al suo stesso team, quali siano gli obiettivi da raggiungere per il 2022:
“Mi sono divertito alla fine, ma all’inizio ho dovuto aspettare perché ero dietro un treno di vetture con DRS. Poi ho trovato Ocon con gomme nuove e non avevo trazione all’uscita dal tornantino perché le mie coperture erano oramai finite. La sosta non è andata bene e sono stato costretto ad attaccare da subito i quattro piloti che avevo davanti.
“Il nostro passo era migliore di quello che si è visto, ma al termine della gara non avevo gomma per attaccarle (Mercedes, nda). Di sicuro siamo andati bene qui, perciò il campionato sarà sempre più interessante”.
La chiosa finale è una speranza per i fan della rossa ma una certezza negli occhi di Charles: “Ci credo ancora. Quarantanove punti sono due gare. Ora andremo a Silverstone per vincere. Recupereremo questo svantaggio. Ce la faremo. Non posso essere soddisfatto di un quinto posto, ma alla fine non si poteva fare tanto di più visto l’andamento della corsa. Quindi va bene così…”.
La trasferta in terra canadese ha confermato le qualità del progetto tecnico della Scuderia Ferrari e, al contempo, ha permesso di smarcare le penalità che consentiranno di gestire in maniera più efficace la rotazione delle componenti sulla power unit della numero 16. In un mondiale dalle gare cosi serrate tutto dovrà essere perfetto, affinché i proclami di Leclerc possano essere finalmente trasformati in successi…
Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1 – Scuderia Ferrari