Il campionato del mondo di F1 2022 vive su una lotta a due che, volendo scendere nel dettaglio, non fotografa perfettamente i potenziali delle vetture. Il distacco che la Ferrari accusa della Red Bull in entrambe le classifiche è “drogato” da una serie di errori strategici commessi da Maranello che si sono sommati ad un’affidabilità che, di colpo, è sparita.
Queste evidenze, unite a qualche errore di pilotaggio di troppo di cui si è reso protagonista soprattutto Carlos Sainz, hanno permesso agli uomini di Milton Keynes prima di chiudere il gap e poi di aprirne uno abbastanza importante sulla Ferrari.
Il Cavallino Rampante, prima o poi, ripoterà la barca in assetto iniziando a capitalizzare l’enorme potenziale della F1-75 che in apertura di campionato si era mostrata essere il punto di riferimento dell’intera categoria.
Mentre ciò avviene, se avverrà realmente, c’è un altro fattore che potrebbe concretizzarsi: una Red Bull che fissa i suoi piccoli problemi prendendo veramente il timone tecnico della categoria. Rumors provenienti dall’Inghilterra raccontano di un nuovo pacchetto di update da presentare a Silverstone.
Al centro del programma dovrebbe esservi la prosecuzione di quella dieta dimagrante che la RB18 ha avviato ad Imola e che si rende necessaria per mettere Max Verstappen nella sua comfort zone di pilotaggio. C’è un avantreno da rendere più prevedibile ed è ciò a cui si sta lavorando incessantemente.
I numeri dicono che la RB18 è una vettura da gara, mentre la F1-75 si esalta sul giro secco. In nove gran premi Leclerc ha ottenuto sei partenze al palo a fronte della due di Verstappen e della singola agguantata da Sergio Perez, a Jeddah. La Ferrari, quindi, è il riferimento indiscusso del sabato. Un vantaggio che troppo spesso è sfumato quando bisognava far punti. Cosa accadrebbe se la Red Bull iniziasse anche a guidare le operazioni in qualifica?
A serbatoi vuoti la monoposto creata da Adrian Newey palesa una certa tendenza ad avere un avantreno impreciso. Le gomme anteriori si attivano in maniera meno efficace di quelle posteriori. Da qui un comportamento sottosterzante che mal si addice allo stile dell’olandese che gradisce un muso preciso assecondato da un retrotreno un po’ più leggero ma comunque controllabile.
Una condizione che probabilmente deriva da una minor conoscenza delle coperture rispetto alla Ferrari che, nel 2021, aveva effettuato più ore di test Pirelli. Nessuna anomalia: Milton Keynes, presa in una lotta punto su punto con Mercedes, non si era troppo concentrata sui compound sperimentali presentati dal gommista e questa cosa le ha fatto accumulare un ritardo conoscitivo che evidentemente sta pagando. Ci ritroviamo, quindi, con una RB18 insofferente alle elevate pressioni all’anteriore.
In gara la prospettiva si ribalta. La stabilità dell’asse posteriore è un vantaggio sulle lunghe distanze poiché consente la perfetta gestione termica – e dunque dell’usura – delle coperture. A rimescolarsi sono anche i valori interni con un Perez meno solido sui 300 chilometri.
Il momento in cui Max entrerà nella sua comfort zone tecnica potrebbe essere prossimo. Per due ragioni: la prima è quella a cui abbiamo alluso ed è relativa alle novità in procinto di essere deliberate. Fattore di non poco conto che dovrebbe riverberarsi immediatamente sul secondo elemento. Ossia quello relativo alle caratteristiche delle piste che stanno per arrivare.
Max ha sofferto maggiormente laddove i tracciati hanno presentato curva lente e di basso raggio. Monaco e Baku, seppure sono il giorno e la notte, portano in dote proprio queste caratteristiche. Silverstone, Red Bull Ring e Paul Ricard sono nastri d’asfalto che invece dovrebbero andare maggiormente incontro alle specifiche di pilotaggio di Max e di una Red Bull che nel frattempo potrebbe essersi ulteriormente evoluta.
Se la RB18 n°1 è riuscita portare a casa sei vittorie su nove nonostante un avantreno bizzoso, lo score potrebbe diventare, per la concorrenza, ancora più disarmante se l’olandese potrà esprimere tutto il suo straordinario potenziale non solo in gara ma anche nel time attack.
Anche per questo la Ferrari è chiamata alla rapida reazione tecnica. Maranello deve scongiurare il rischio di vedersi superata in un contesto in cui è in anche affanno in classifica. Il campionato del mondo non è chiuso anche se ha intrapreso una strada ben precisa. Bisogna immediatamente mutare l’inerzia facendo punti pesanti sin dal prossimo Gp di Gran Bretagna.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto copertina: Alessandro Arcari, @berrageizf1
Foto interne: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari F1