L’Hungaroring incombe sul campionato di F1, così come fa altrettanto l’imminente pausa estiva: il gran premio di Ungheria è la coda finale di questa prima sezione di campionato, poi arrivederci a Spa fra tre settimane.
Chiaro che giunti a questo punto lo scopo di ogni team sia aggiudicarsi una chiusura campionato di successo, anche perché salutare la prima parte concludendo in positivo, contribuisce ad un’impostazione mentale di prosieguo sulla medesima scia nella ripresa post fine agosto.
Dunque questo è quello che conta per tutte le squadre, ma probabilmente per Red Bull e Ferrari un filino di più; anzi, specialmente per quest’ultima è strettamente indispensabile dare un segnale di ripresa dopo la frittata (pardon, l’omelette) fatta al Paul Ricard.
L’ennesima, se si legge il curriculum del team di Maranello da inizio stagione sino ad ora, ma purtroppo con i se e con i ma non si cambia la storia: la situazione attuale vede Charles Leclerc a 170 punti, ben lontano da Max Verstappen a 233. Ed anche per il costruttori non si profilano scenari rosei: si sfiorano i 400 in casa Red Bull, mentre in Ferrari si sono appena superati i 300.
Che dire, urge darsi una svegliata. O comunque, dimostrare quantomeno all’ultimo appuntamento (si fa per dire) di aver fatto tesoro della vasta gamma di errori fatti sinora, e dare prova di essere un team realmente pronto ad ogni evenienza, capace di lottare strenuamente con cognizione di causa.
Anche perché “purtroppo” gli scenari pregressi parlano chiaro: “purtroppo” in ben 8 gare su 12 la F1-75 è partita dalla pole position, perché “purtroppo” al sabato è spesso la più veloce, fattore che ad oggi “purtroppo” la rende nettamente la monoposto da battere. Cosa che invece, dati alla mano, “purtroppo” non è.
Inconcepibile che una vettura di tale calibro non sia stata valorizzata al punto da poterla portare metaforicamente a guardare dall’alto in basso le restanti; e sia chiaro, a questa tragedia greca ognuno ha contribuito svolgendo la propria parte.
Per ultimo proprio Charles che nel post gran premio di Francia si è chiuso in un mutismo totale: in genere sui social è solito pubblicare una foto che lo ritrae in azione, accompagnandola con poche righe di commento circa l’appuntamento appena concluso. Ma stavolta non è stato così.
Tuttavia pare che invece nel debriefing post Gp fosse già rientrato tutto: un atteggiamento propositivo e senza dubbio già focalizzato sul prossimo appuntamento, tappa in cui rammentiamo il team principal Mattia Binotto aver dichiarato di puntare ad una doppietta rossa.
F1. Ferrari: doppietta possibile?
A dargli man forte si è aggiunto anche il capo delle strategie Ferrari Iñaki Rueda, il quale concorda pienamente con l’obiettivo proposto da Binotto: entrambi sembrano voler garantire tali presupposti vincenti, con quella sicurezza nonché quasi “presunzione” di chi non ha commesso neanche un errore sinora.
È evidente che tale spavalda certezza dovrebbe essere accompagnata quantomeno da una buona dose di buonsenso, concretezza ed affidabilità, perché le chiacchiere se le porta via il vento (i punti invece, se li porta via il team Red Bull).
Certo, nei trascorsi del circuito ungherese lo ricordiamo favorevole alla Ferrari, ed anche quest’anno non farebbe eccezione: la F1-75 ben si presta ad una buona esecuzione di percorrenza del suo layout, poiché dalla sua ha alta velocità e buona tenuta nelle curve lente (dettaglio importante specialmente per i giri di qualifica). Ed in un circuito in cui i sorpassi sono tutt’altro che scontati, siamo certi che questo sabato farà una grande differenza.
D’altro canto abbiamo visto buttar via di domenica tante solide impalcature ben costruite il giorno prima per i motivi più disparati (o anche disperati, perché no): ma se non ci fossero improvvisi fantasmi di cedimenti tecnici, se per una volta si individuasse una strategia vincente, e se il duo Leclerc – Sainz lavorasse egregiamente (proprio come nelle ultime qualifiche francesi), si potrebbe anche ambire ad un epilogo vincente per chiudere positivamente la prima parte di stagione.
Ma sino ad allora, il lieto fine lasciamolo alle favole: è chiaro che per questa storia, siano stati utilizzati fin troppi “se”.
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari