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Ferrari: a casa loro, una vittoria al cianuro

Raramente, nella storia sportiva della F1, una vittoria è stata accolta con così tanta rabbia da sembrare una cocente sconfitta: un incredibile cortocircuito.All’osservatore esterno viene da chiedersi come mai non si festeggi per aver vinto. A casa loro. Però se si amplia il quadro e si vedono gli hashtag in tendenza sui social “vergogna” e “Binotto” (e no, non si tratta di complimenti), le cose sono un poco più chiare.

In definitiva, quella di Silverstone A.D. 2022 è stata forse la vittoria Ferrari più amara e inutile (in ottica mondiale) degli ultimi decenni. In sostanza, a Maranello hanno perso l’ennesima occasione d’oro per recuperare punti pesantissimi quando il diretto avversario è fuori dai giochi. Ha vinto così il gregario che è stato riottoso alle decisioni del muretto (ammesso che la Ferrari attuale abbia un muretto e una catena di comando) e non possiamo fargliele una colpa.

Ha perso Leclerc, che aveva a portata di mano la vittoria mentre Verstappen arrancava dietro, per una scellerata scelta (l’ennesima) dopo l’ultima safety car. Ma se si analizza la gara, pare evidente che l’errore iniziale ed esiziale sia stato non lasciar andare subito in testa Leclerc, una volta che Max ha palesato quei problemi che potevano addirittura portarlo al ritiro.

E invece la Ferrari si è mossa come un pachiderma, con tempi di reazione degni di un bradipo, dopo una serie di dialoghi surreali e tragicomici fra piloti e box. E così la Rossa ci ha mostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che non è pronta per vincere il mondiale. Lapalissiano, ormai, affermarlo. Provocazione: non lo vuole vincere?

Leclerc, un pò sincero, un pò ironico ha detto: “Chi sono io per criticare la Ferrari?”. Dichiarazione di grande umiltà. Forse. O sibillina (della serie, io da qui tolgo le tende). Il tempo dirà. Intanto sono diventate virali le immagini di Mattia da Losanna che con il ditino alzato “cazziava” Leclerc. Della serie, “cornuti e mazziati”.

Hanno scritto taluni che bisognava pur dare questa vittoria a Santander o all’enclave spagnola. Voci certamente fuggite dal senno, ma che danno l’idea del tipo di tensioni che stanno squassando il team in questo momento. Dove servirebbe soprattutto l’unità di intenti. Già, ma quali intenti? Per ora poche idee e confuse. Mattia da Losanna, nelle consuete interviste post-gara, ha tirato fuori il solito leit-motiv: “Non abbiamo sbagliato niente”. In un certo qual modo ci ha fatto rimpiangere Crozza.

Anche perché sulle decisioni prese (“Non c’era il tempo per il pit a Leclerc”, e comunque perché non far “pittare” lui?) è stato prontamente smentito dagli addetti ai lavori, non da noi modesti “ingegneri del lunedì”. Il che ci porta ad un altro punto focale: questo team non solo non si mette in discussione mai, ma non apprende dai propri errori, che è la prima cosa che indica la capacità di approcciarsi in modo più efficace a problemi complessi. Non so se si possa definirla mancanza di umiltà, ma penso abbiate capito il problema.

Una cosa è certa: chi era più felice di Carlos Sainz, senza forse, era Horner. Con avversari così autolesionisti, vincere il titolo diventa davvero una formalità. Ferrari provinciale, dunque. Non nel senso che attribuiva Enzo a tale aggettivo.  Ma proprio nel senso di “piccina”, mentalmente bloccata su schemi predeterminati e senza alcun guizzo non dico di genio ma di buonsenso, al variare delle condizioni in pista.

Ha ragione Matteo Bobbi: “Se volevi vincere la gara, sei stato perfetto. Se volevi vincere il mondiale, è stato un disastro”. Sipario.


F1. Gp Inghilterra 2022: Voti

L’Halo ha salvato la vita a Zhou nel GP di Silverstone

San Halo. Voto: mai scelta, inizialmente criticata da tanti (compreso il sottoscritto), fu più saggia. Se Zhou è vivo, il motivo è certamente l’Halo. Non penso vi siano dubbi in merito.

La vera domanda è perché il roll bar Sauber-Alfa Romeo si sia grattugiato come fosse di marzapane. Credo che in FIA dovrebbero intervenire prontamente. E non vorrei che l’ossessiva ricerca di limare peso da ogni componente di queste F1-balene possa essere una delle concause (certo non voluta, ci mancherebbe) di quanto visto ieri.

Russel. Voto: ridiculous. Certo che tentarsela in tutti i modi di rientrare in gara affermando che si era fermato solo per vedere come stava Zhou (in questo supportato dalla squadra) ha qualcosa a metà strada fra il patetico e il ridicolo.

Hamilton. Voto: redivivo. Premesso che sono ampiamente stupito dal ritorno Mercedes (e sperando sia un episodio, sapete quanto io voglia bene al team finto-tedesco), mi sembravano un poco esagerate le notizie di una sua dipartita…

Mattia Binotto, team principal della Scuderia Ferrari

Mattia da Losanna. Voto: sei serio?

Talvolta mi viene da pensare che il team principal Ferrari abbia un problema con il talento. Quello non lo può controllare, e avendo una formazione tecnica (è un ingegnere), probabilmente gli dà fastidio e, volendo o meno, lo danneggia. Perché è la variabile non controllabile. Naturalmente questa è una mia elucubrazione. 

Tuttavia, anche con le dichiarazione sorprendenti del dopo gara, ti resta il dubbio se uno menta sapendo di mentire o se creda davvero a quanto afferma (e forse questa seconda ipotesi è pure peggiore della prima).

Diciamocela tutta. Mattia ha apparentemente un’aria bonaria, alla Egon Spengler, ma se gratti poco poco trovi che “gronda bontà da tutti gli articoli” (adoro questa citazione).

Cerchiamo di essere oggettivi. Sotto la sua gestione abbiamo avuto: SF90 (motore e poco altro), SF-1000 (Dio ce ne scampi e liberi), SF21 (brodino caldo), F1-75 (monoposto strepitosa). Con l’aggiunta del tristissimo accordo riservato FIA-Ferrari.

Il team è certamente cresciuto un pò in tutte le aree, ma è sempre più evidente la mancanza di una leadership forte e autorevole. La sua.

La domanda è sempre la stessa: Mattia da Losanna è adatto al ruolo che riveste ormai da anni? La mia risposta, io che sono un ingegnere del lunedì e che possiedo una laurea in lettere e non in ingegneria (però ho il diploma da “aspirante direttore di macchine”, tiè!), la conoscete…

Il ditino alzato. Voto: Una delle immagini emblematiche di un team che è tutto, fuorché unito. Occhio che i precedenti storici non sono proprio incoraggianti. In tanti hanno ricordato Imola ’82…

Mattia Binotto ammonisce Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a fine gara

San Charles. Voto: martirio.

Ma che cosa potete dire a Charles? Aveva a portata di mano l’impresa leggendaria, con una monoposto danneggiata stava per vincere e recuperare un bel pò di punti a Max… e il team pensa bene di sbagliare l’ultima chiamata (dopo avere sbagliato facendoti perdere una marea di tempo nella prima parte di gara) facendoti arrivare quarto… cosa che farebbe sclerare e sboccare anche il più pacifico degli uomini.

Gestione dei social Ferrari. Voto: velo pietoso. Raramente ho visto una tale “shitstorm” (lo scrivo volutamente in inglese). Toni certamente immeritati. Ma qualcuno dovrebbe rifletterci su…

Piquet. Voto: oblio. Era già così ai tempi di Zermiani. E raramente con la vecchiaia si migliora…

Hamilton su Jackie Stewart. Voto: ?

Capisco bene il discorso di Lewis su Piquet e Ecclestone. Molto meno su sir Jackie. Che luigino abbia il dente avvelenato con lui poiché quest’ultimo gli ha consigliato di ritirarsi?

P.S.: Coraggio, andiamo a casa dei bibitari.

E la vera domanda è: come riuscirà la Ferrari a danneggiare, ancora una volta, se stessa e Leclerc? A Maranello la fantasia non manca. Chi vivrà vedrà…


Autore: Mariano Froldi@MarianoFroldi

Foto: Scuderia Ferrari

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Mariano Froldi