Anche l’ultimo baluardo dei supporter Ferrari è caduto. In un inizio stagione di F1 tanto scoppiettante in termini di performance quanto discutibile in ottica di squadra, il punto fisso di tutti i ferraristi è stato indiscutibilmente Charles Leclerc. Il monegasco è stato il riferimento della squadra fin dal Bahrain, dove ha trascinato il team alla vittoria che mancava da due anni e mezzo.
Se i Tifosi hanno accarezzato il sogno del titolo, in questo 2022, è principalmente grazie a lui, il pilota “predestinato” che col talento è andato oltre gli errori di strategia e i problemi di affidabilità nell’accendere i cuori degli appassionati in tutto il mondo. Ed è ora, sempre lui, il responsabile di uno dei più gravi errori compiuti negli ultimi decenni da un pilota in lotta per il mondiale in testa ad un Gran Premio.
Parliamo di un pilota che al giro di boa del campionato aveva ormai ben poco da perdere, laddove l’esigenza di recuperare punti non poteva far altro che costringerlo in quel frangente di gara a forzare il ritmo ed allungare uno stint per coprire l’undercut di Verstappen. Il risultato ha però decretato la fine delle velleità mondiali della Ferrari per questo 2022, con il monegasco protagonista di un incidente che ha riportato alla mente di molti quanto accaduto a Vettel a Hockenheim nel 2018. Ma se il tedesco aveva l’attenuante del meteo difficile, l’errore di Leclerc è semplicemente imperdonabile e purtroppo indegno di un pilota del suo talento.
Per essere chiari, il fatto che Leclerc si sia preso tutte le responsabilità del crash gli fa onore. Eppure, a ben vedere, è interessante analizzare le sue esatte parole: egli si è infatti preso la responsabilità di 32 punti persi, ovvero la somma degli errori tra Imola e il Paul Ricard, lasciando dunque sottintendere che per tutti i restanti punti il dito è chiaramente puntato nei confronti del suo team. Come a dire che sotto i 32 punti il titolo sarà perso per sue colpe, ma viceversa saranno in ogni caso le mancanze di Binotto e soci ad essere da prendere in esame.
Che sia però colpa della Ferrari o del pilota, il triste dato di fatto è che si fa fatica a ricordare un altro mondiale in cui un top team riesce ad ottenere così poco in pista a fronte di una monoposto così competitiva. La litania secondo la quale il 2022 è comunque un successo, con l’obiettivo di tornare alla vittoria comunque centrato ed un discorso mondiale da rinviare al 2023, non è a mio avviso plausibile né credibile.
Ed è impossibile non pensare, tra le tante cose, a dove sarebbe adesso la Ferrari con una coppia di piloti più affiatata e con più esperienza. Impossibile non pensare a cosa farebe un Alonso, tanto per dire un nome a caso, con una vettura come la F1-75 tra le mani.
Una squadra di questo livello, con questo budget, non può permettersi una situazione di questo tipo. Leclerc è un talento incredibile, dotato di una velocità pura invidiabile, ma sta dimostrando di non essere ancora pronto al mondiale. Attendere può costare caro, con una Mercedes in rapida rimonta ed un Newey che certamente non starà a guardare: il 2023 può essere l’anno di Leclerc tanto quanto di Russell, volendo essere provocatori, realisti o pessimisti.
Nel frattempo, facciamo un applauso al due volte campione del mondo Max Verstappen, un pilota così amante delle corse da essere quasi deluso al pensiero di non trovare in pista un pacchetto uomo-macchina in grado di essergli serio rivale fino a fine stagione. Chissà, forse starà quasi sperando nel ritorno di Hamilton…
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: Twitter @ScuderiaFerrari