Il dodicesimo GP del mondiale di F1 2022 corso in Francia non ha lasciato inosservate entrambe le Mercedes, giunte a podio dopo un inizio weekend non semplice (leggi qui). Il progresso fatto dal team di Brackley è ormai una certezza evidente, nonostante le performance di Red Bull e Ferrari non siano ancora a portata di mano. Se il lavoro svolto e mostrato in pista lascia pochi dubbi, ciò che invece Mercedes sta portando avanti a livello politico crea non poche discussioni.
Sotto la lente di ingrandimento resta infatti la Direttiva Tecnica numero 39, ovvero quella correzione al regolamento che la FIA intende mettere in atto a partire dal GP del Belgio. Se la data di scadenza sembra dunque ormai vicina, lo stesso discorso non può essere fatto per il vero e proprio accordo tra i team. Gli schieramenti appaiono infatti netti, pieni di dubbi e inclini al voler rimandare un cambio di regole in corsa.
La F1 è pronta a spostarsi dalla Francia all’Ungheria, sede dell’ultima gara prima della pausa estiva. Al rientro dalle vacanze, qualcosa però potrebbe cambiare. Non solo i team saranno chiamati ad omologare ogni nuova componente, operazione da fare entro il 1° settembre; ad attendere infatti i protagonisti della F1 dovrebbe anche esserci la discussa Direttiva Tecnica numero 39, prevista per il GP del Belgio.
Facendo leva sulla sicurezza dei piloti, la FIA ha di fatto imposto un cambio regolamentare a stagione in corso. Un’azione che ha trovato in disaccordo la maggior parte delle scuderie. I cambiamenti per ovviare al problema del porpoising e per tenere sotto controllo la flessibilità del pattino sul fondo, potrebbero infatti avere implicazioni negative sulle vetture che finora hanno mostrato di essere le migliori interpretazioni del nuovo regolamento.
Il dubbio che però i team voglio combattere e chiarire non è quello legato al possibile decadimento delle prestazioni. La domanda che è giunta dai box sembra infatti un’altra: tutto questo favorisce Mercedes? L’arrivo della TD039 in Canada con il conseguente montaggio lampo del secondo tirante sulle W13 hanno creato perplessità; il possibile coinvolgimento dell’avvocato Shaila-Ann Rao, passata da Mercedes a FIA, nell’approvazione della Direttiva ha poi alimentato ulteriormente i dubbi.
Lotta in pista a parte, anche la politica in F1 ha da sempre il suo peso. Negli anni le forze sono cambiate, così come in conseguenti scontri, fino a giungere all’ultima pesante battaglia vissuta nel 2021. Sia in casa Red Bull che in Mercedes i giri di parole sono sempre stati accantonati, dando così vita ad una vera e propria guerra politica, basata per lo già su possibili illegalità dell’uno o dell’altro team.
Lo scontro, come tutti sappiamo, è poi arrivato all’apice al termine del GP di Abu Dhabi, per poi subire un forte arresto all’inizio dell’attuale mondiale. Nonostante i dubbi sugli specchietti, la Mercedes si è infatti mostrata poco competitiva, un aspetto che ha dunque placato gli animi. L’arrivo della TD039 con tutti i dubbi di contorno ha però riacceso una battaglia mai del tutto terminata. Una lotta che questa volta conta anche alcuni alleati.
In casa Red Bull i giri di parole non sono mai esistiti; negli anni infatti tanto Verstappen quanto Horner e Marko si sono resi autori di frasi pesantemente accusatorie, alcune delle quali di difficile rimozione. Le frecciatine non troppo velate giungono così anche questa volta da Milton Keynes a Brackley; la nuova Direttiva è infatti vista come un aiuto ad un lavoro non svolto nel migliore dei modi che ha avuto come risultato una difficoltosa W13. Lo scontro sembra dunque essere più vicino dell’effettiva entrata in vigore della TD39.
Se Mercedes può contare sui suoi due team clienti, ovvero McLaren e Aston Martin, all’angolo opposto del ring il numero di alleati cresce, con una Ferrari pronta a schierarsi nettamente al fianco di Red Bull. Le accuse sono importanti e il continuo rinvio della Direttiva fa pensare ad un forte asse Maranello-Milton Keynes. D’altronde un cambio di regole a giochi iniziati non può essere visto di buon occhio, soprattutto se esiste chi i problemi in questione li ha risolti.
Toto Wolff è dunque pronto a rimettersi in lotta, non tanto in pista quanto a quel tavolo che sancisce la forza politica. Questa volta però non ci sono teste da far saltare ma regole da cambiare; una battaglia che, chi ha lavorato bene, non è per nulla disposto a perdere.
Autore: Chiara Zambelli
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari F1