Ogni appassionato di F1 lo sa bene, il termine “Halo” è molto di più del titolo di una canzone di Beyoncé. Il sistema di protezione che porta questo nome è soggetto a pareri contrastanti, in quanto ha acceso una serie di discussioni riguardo alla cosiddetta “vera essenza” del motorsport. La FIA, in seguito a molti – troppi – incidenti mortali, ha sempre dato la massima priorità alla sicurezza ma questo secondo i puristi andrebbe a snaturare il motorsport nel proprio intrinseco legame con il pericolo.
Il GP di Silverstone, tuttavia, ripone l’attenzione sull’Halo e sulla dicotomia fra il bisogno di sicurezza e l’impressione che si stiano “viziando” i piloti. Il fascino del motorsport risiede nell’avanzamento dell’ingegneria e nella ricerca della velocità, da parte del pilota che flirta costantemente con la morte. In definitiva, non solo la F1 ma anche la F2, in Inghilterra si è ritrovata ad affrontare l’importanza vitale dell’Halo.
L’Halo è un sistema di protezione per la testa del pilota. Il termine inglese significa “aureola” ed è, infatti, un’aureola di carbonio che si collega al telaio in tre punti: ai due lati del casco e al centro. Esteticamente, non abbellisce particolarmente la monoposto e i maligni l’hanno sin da subito paragonata, evidenziandolo con memes sui social, ad una ciabatta infradito per via della sua forma particolare. Il suo peso è di approssimativamente 9 chili ed è uguale in tutte le monoposto. Questo perché è la FIA a commissionarla ad una ditta, non i singoli team.
La sua nascita coincide con gli incidenti mortali di Maria de Villota e Jules Bianchi nel 2015. La FIA ha finalmente deciso di aumentare la sicurezza ed è andata a sviluppare un progetto di Mercedes. Il prototipo sarebbe dovuto essere presentato già nel 2016 ma il pubblico ha finalmente visto l’Halo a gennaio 2017, grazie al lavoro al simulatore sviluppato da Anthony Davidson. È diventata obbligatoria per la F1 nel 2018 ma poco a poco si è estesa ad ogni categoria della FIA. F1, F2 e FE sono state le categorie pioniere del nuovo sistema di sicurezza, per poi essere raggiunte dalla F3 nel 2019 e dalla F4 nel 2021.
Il suo impegno è proteggere la testa dei piloti in caso di detriti e barriere o – come a Silverstone nel caso di Zhou – ribaltamento delle auto. Il lavoro sull’Halo è stato condotto con moltissima cura su diversi fronti. Hanno, infatti, messo alla prova l’Halo in caso di: collisione fra due veicoli, contatto fra veicolo ed ambiente – come le barriere – e collisioni con detriti.
L’Halo ha dimostrato la sua efficienza in diverse occasioni, allontanando non solo detriti di grandi dimensioni o salvando il pilota in caso di contatto con barriere ma ha anche portato ottimi risultati nello schivare detriti più piccoli.
Tuttavia, all’inizio, molti piloti ed addetti ai lavori erano contrari al suo utilizzo. A causa della sua forma, infatti, l’Halo diminuisce notevolmente la visibilità del pilota. Si è pensato anche di provare un modello “a cappella” su un prototipo Red Bull ma è stato subito bocciato.
Dal 2018, l’Halo si è già rivelata fondamentale in diverse occasioni. La prima volta che si è resa utile è stata al GP del Belgio del 2018. Hulkenberg aveva tamponato la McLaren di Alonso, che aveva preso il volo ed era atterrata sulla Sauber di Leclerc.
Un altro caso, questa volta a favore di Hamilton, è avvenuto al GP del Giappone del 2019, in quello che poteva essere un bis dell’incidente della molla contro Felipe Massa. Si staccò uno specchietto dalla Ferrari di Leclerc ed andò dritto contro Hamilton. L’Halo, però, ha fatto in modo di respingerlo, evitando il contatto con il casco del pilota.
L’episodio più importante dell’Halo è sicuramente quello che coinvolge Grosjean, nel GP del Bahrain del 2020. Il francese, dopo un contatto con l’AlphaTauri di Tsunoda è andato ad infrangere la sua Haas contro le barriere. Una impressionante palla di fuoco lo ha avvolto e lui miracolosamente, è uscito sano e salvo, sulle sue gambe. Un’approfondita analisi dell’incidente ha rivelato l’importanza fondamentale dell’Halo nel salvataggio di Grosjean, fendendo il guardrail ed evitando che decapitasse il pilota.
Ricordiamo che lo stesso alfiere della Haas aveva dichiarato di essere inizialmente completamente contrario all’Halo ma ha naturalmente cambiato idea dopo che il sistema sicurezza gli ha salvato la vita, restituendolo essenzialmente illeso ai suoi bambini.
L’ultimo episodio rilevante prima di Silverstone coinvolge nuovamente Hamilton. L’Halo, infatti, ha salvato la vita ad Hamilton a Monza 2021, quando Verstappen, alla prima curva, è letteralmente finito addosso alla Mercedes e, se non fosse stato per questo sistema di sicurezza, si sarebbe abbattuta in tutto il suo peso sull’attuale sette volte campione del mondo.
Silverstone 2022 ha seriamente rischiato di essere funestata da due tragedie, sia in F1 che in F2. Se le gare si sono svolte e soprattutto il weekend si è concluso nel migliore dei modi, lo dobbiamo proprio all’Halo.
Partiamo con ordine. In F2, l’Halo ha letteralmente salvato la vita a Roy Nissany, coinvolto in uno spaventoso incidente. Nel corso della Feature Race, infatti, era in corso come al solito nella categoria “cadetta” una battaglia per il mondiale. Nissany era alle prese con Novalak e ha perso il controllo della sua DAMS nella curva Stowe, sfruttando la via di fuga. Rientrando in pista, l’israeliano si è ritrovato coinvolto in un duro side by side con Hauger.
Nissany lo ha stretto troppo, dandogli una ruotata e rompendo la sospensione desta della macchina dell’avversario. A quel punto, il norvegese ha perso il controllo dell’auto, che è decollata sul dissuasore, andando ad impattare con una violenza spaventosa sull’israeliano. Per fortuna, Nissany sta bene. L’Halo ha ancora una volta salvato una vita.
Solo a Silverstone, in un weekend, questo sistema ne ha salvate due. In F1, la gara era appena iniziata e alla prima curva ad alta velocità Zhou è stato coinvolto in un brutto incidente che ha coinvolto anche Albon e Russell. Il pilota dell’Alfa Romeo si è andato ad impattare contro le barriere.
La sua monoposto si è voltata su se stessa. Per lunghissimi minuti, c’è stato solo silenzio. Il pilota è stato portato via su una barella e poi trasportato in ospedale in elicottero ma per fortuna si è trattato solo di un grande spavento e sta bene. Lo stesso Zhou ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’Halo nel suo salvataggio.
Sicuramente l’Halo è un incubo per i piloti in termini di visibilità, non rispetta il purismo di quella che i cultori della F1 di un tempo chiamano “vera” ma la F1 è innovazione e l’Halo è realmente utile per la sicurezza. I piloti rischiano la vita ogni volta che salgono in macchina per sfidare i propri limiti. Sono, però, prima di tutto delle persone e se l’Halo le riporta a casa dai propri cari, allora ha tutto il diritto – ed il dovere – di restare.
Scritto da: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte immagini: F1, F2, Mercedes AMG F1 Team