domenica, Dicembre 22, 2024

Gp Ungheria 2022/Sainz: passo indietro nella gestione termica di tutti i tipi di compound

La prima metà di stagione viene salutata con un appuntamento completamente da dimenticare per la Scuderia Ferrari F1, sebbene l’esito del gran premio di Ungheria per Carlos Sainz sia stato leggermente più positivo: tuttavia, il quarto posto rappresenta pur sempre la medaglia di legno di colui che è sceso dal podio, pur essendo quasi stato decretato poleman il giorno prima.

Il sorpasso al 63esimo ad opera di Lewis Hamilton era inevitabile, ed è sopraggiunto come ennesimo colpo di grazia dopo una gara i cui interrogativi sono ancora tanti.

F1. La monoposto numero 55 di Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) in azione all’Hungaroring

Primo tra tutti la scelta strategica adottata, con aggiunta di imprevista durata dei pit-stop: di una “lunghezza” eccessiva se si considerano le tempistiche standard, il che è andato inevitabilmente ad inficiare sulla prestazione totale.

Carlos difatti è stato chiamato ai box al 17esimo, montando nuovamente gomma gialla, ed al 48esimo, per smarcare la differenziazione di mescola con una rossa; in entrambi i casi due soste che hanno rasentato (se non superato) i tre secondi. Un’infinità, quando si corre una gara già di suo sul filo del rasoio.

F1. Pit-stop, gomme, strategia: oggi per Carlos Sainz la F1-75 proprio non andava

Difatti a proposito di tali soste e sull’essere stato effettivamente condizionato da queste ultime, ne è certo: “Sì, soprattutto la prima sosta, penso che avrei potuto fare l’overcut su George Russell e da lì potevo diventare leader della gara. Invece un pit stop molto lento ci è cosato… Ma è così, dobbiamo continuare a migliorare per tornare più forti dopo la pausa, su tutti i fronti”.

In ogni caso, a sentire le parole di Carlos e quelle di Charles Leclerc e confrontandole circa l’andamento odierno della F1-75, si riscontrano pareri contrastanti: se da un lato il monegasco afferma di avere avuto un buon feeling nel primo e nel secondo stint (leggi qui l’approfondimento), il madrileno al contrario è di tutt’altro avviso.

Tant’è che dichiara: “Oggi con queste condizioni difficili che c’erano, con una macchina che era velocissima al venerdì, ma che ieri in qualifica non ha dominato, ed oggi con ancora più freddo abbiamo fatto un altro step indietro… Per me nessuna gomma andava oggi, neanche la soft.

F1. Pit stop (Scuderia Ferrari)

Alla fine non ho potuto fare più di tanto. Oggi non andava niente, nessuna gomma per noi, e quando il passo è così difficile e così brutto, anche la strategia diventa difficile”.

Pareri discordanti, ma medesimo livello di amarezza dato dall’appartenenza ad un medesimo team ad oggi apparente nemico di se stesso: Chiaro che la delusione è grande per noi, soprattutto perché dopo il venerdì avevamo il feeling che avremmo potuto dominare il weekend. Ma è chiaro che arrivate queste condizioni, hanno influenzato la gara di oggi dopo la qualifica di ieri, e non avevamo il passo.

Siamo stati un po’ fregati da queste condizioni, che sono convinto che hanno affrettato tanto il bilanciamento della macchina: io oggi non mi trovavo per niente, avevo un degrado incredibile rispetto al venerdì e non me l’aspettavo. È stato veramente strano e difficile da capire”.

Difficile da capire per Carlos, difficile da spiegare ai propri tifosi per la Scuderia Ferrari; ma d’altronde c’è tutta una pausa estiva per comprendere e cercare di tornare in maniera diversa. Tutti.

Dopo questo amaro arrivederci, effettuando un bilancio sommario della prima metà stagionale, sorge spontanea una domanda: che gli uomini del muretto rosso tifino Red Bull?!


Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Carlos Sainz

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