La matematica è una scienza complessa ma sa essere, al contempo, infinitamente semplice nella sua rigidità non interpretabile. L’attuale Patto della Concordia prevede che il calendario della F1 si possa comporre di un massimo di 24 gare stagionali.
Nel 2022, dopo l’esclusione del GP di Sochi a seguito della crisi internazionale che coinvolge la Russia e l’Ucraina, saranno 22 gli appuntamenti da disputarsi. Nel 2023 si dovrebbe giungere al punto massimo stabilito dall’accordo che regola la massima serie. Ma i conti non tornano.
Sono quattro i Paesi che spingono alle porte di Liberty Media. Anzi, sarebbe più corretto dire che hanno spinto così tanto da spalancare i cancelli del colosso americano dell’intrattenimento: Cina, Qatar, USA (con Las Vegas), hanno già ratificato la loro presenza. A questi va aggiunto il Sudafrica che potrebbe riportare Kyalami in F1 dopo che Domenicali, un paio di settimane fa, ha visitato le strutture dell’impianto. 22+4=26. I conti non tornano. Due piste sono di troppo.
Immaginando che l’accordo con Kyalami salti o che venga rinviato all’anno successivo ci sarebbe ancora un esubero. Che potrebbe rientrare se la Cina, Paese molto severo sulle norme anti-covid, dovesse decidere di non aprirsi al Circus per evitare una nuova pandemia. Scenario catastrofico dal quale, in sincerità, vorremmo tenerci ben distanti. Se le suddette condizioni non si verificassero allora sarebbero cavoli amari per alcuni storici impianti.
Sono quattro le realtà in bilico: la più traballante è senza ombra di dubbio Paul Ricard. Una pista che non ha mai entusiasmato piloti, tifosi e la stessa Liberty Media. Il suo commiato pare quasi inevitabile. A non troppi chilometri di distanza c’è Monaco, altro tracciato col contratto in scadenza ma che, nonostante la perdita di alcuni privilegi storici garantiti da Bernie Ecclestone, dovrebbe far salva la pelle.
Chi ha il contratto in scadenza è anche il GP del Messico che dovrebbe rinnovare anche in virtù di un bacino di utenza immenso che fa gola a John Malone ed al gruppo che rappresenta. Cosa che ci dice che l’appuntamento autunnale potrebbe rimanere al suo posto.
Spa Francorchamps vedrà spirare il suo legame con la F1 a fine agosto quando si disputerà la quattordicesima tappa del campionato 2022. La storica ed affascinante pista belga ha approntato un fitto programma di ristrutturazione per adeguarsi alle richieste che la FIA fa in materia di sicurezza. Proprio questi investimenti hanno iniziato a smuovere la autorità politiche del Paese che fino a questo momento si erano tenute in disparte dalle contrattazioni tra organizzatori e Liberty Media.
Anche se i proprietari del circuito pensano che, tra gare endurance ed altre manifestazioni già calendarizzate, possono avere ancora un futuro roseo, è chiaro che, nel lungo periodo, la mancanza dell’evento motoristico per eccellenza, ossia il gran premio di F1, inizierà a pesare. E non solo per chi organizza la gara, ma per lo stesso Paese che la ospita. Da qui il cambio di passo delle autorità politiche.
Per ora il governo centrale è rimasto in posizione attendista, ma a scendere in campo è stata la regione della Vallonia. Alcuni rappresentanti si sono riuniti provando a raggiungere un’intesa tra l’autorità locale ed il governo federale. A margine dei lavori è stato prodotto un documento prontamente inviato ai vertici della Formula Uno per fare pressione affinché la causa dello storico tracciato che sorge tra i boschi delle Ardenne venga concretamente perorata.
Dopo questa azione imprevista, le quotazioni di Spa Francorchams salgono vertiginosamente. Curve come l‘Eau Rouge – Raidillon, Pouhon, Stavelot, Blanchimont sono vere e proprie icone del motorsport che la proprietà americana non può lasciarsi sfuggire con tanta leggerezza in favore di anonime e “non scaldanti” pieghe presenti sui tracciati di nuova generazioni che, in un processo di continua spersonalizzazione, tendono a somigliarsi sempre di più. Incrociamo le dita: Spa potrebbe conoscere un nuovo futuro in F1.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1