Formula 1

L’assist Mercedes a Liberty Media: ecco la strada per realizzare le strategie del colosso americano

Qualche settimana fa la F1 aveva presentato il programma “Net zero carbon” che sui prefigge, entro il 2030, l’introduzione di carburanti ad emissioni zero che siano in grado di adattarsi anche ai motori attualmente in uso. Un fattore di portata eccezionalmente grande che potrebbe ribaltare certe visioni strategiche assunte, tra gli altri, dai Paesi della Comunità Europea che, in una politica piuttosto cieca, vendono nei propulsori a combustione il male oscuro dell’automotive.

Sviluppo di un carburante sostenibile al 100%, riduzione drastica dell’uso di plastica monouso e revisione della logistica di viaggio e merci: queste sono solo alcune delle cose su cui la Formula 1 come sport sta lavorando come parte del suo impegno di essere Net Zero Carbon entro il 2030”. Questo si legge nel comunicato diffuso il 27 giugno.

Si tratta di un cammino progressivo, decennale nella durata, la cui prima tappa si sta dipanando proprio nel 2022 con l’utilizzo delle miscele E10: “Dopo l’introduzione in questa stagione del carburante che comprende il 10% di etanolo e che ridurrà le emissioni di CO2 in generale, la F1 sta lavorando con il partner Aramco e tutti i principali produttori per sviluppare un carburante sostenibile al 100% da introdurre con un nuovo motore formula nel 2026“.

Il nuovo standard combustibile che sarà deliberato negli anni a venire è definito “drop-in”. Cosa significa? Essenzialmente che può essere utilizzato nella stessa forma nelle auto stradali. E’ questo un passo importante per la massima categoria del motorsport. Ma non può essere l’unico per abbracciare una svolta pienamente green.

Power Unit Mercedes W13

F1. Mercedes sostiene la svolta ecologica

E’ notizia di ieri quella che vede la Mercedes in prima linea nel concepimento di una benzina avio, denominata SAF, considerata pienamente ecologica. Parliamo di un carburante derivato dai rifiuti. Si tratta di una tecnologia emergente riconosciuta dall’Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale che potrebbe – anzi dovrebbe nelle intenzioni di AMG F1 e dei partner coinvolti – svolgere un ruolo importante nella drastica riduzione delle emissioni.

Gli spostamenti aerei del Circus incidono per il 30% del totale della produzione di gas nocivi per l’ambiente. Portarle a zero garantirebbe un calo drastico di questa quota. Cosa che si sposerebbe con la visione che Liberty Media vuole imporre nel motorsport: la piena ecosostenibilità.

Il carburante sostenibile per l’aviazione ha il potenziale per trasformare il modo in cui viaggiamo e l’impatto che abbiamo sull’ambiente – ha spiegato Toto WolffQuesto è un argomento che ritengo molto importante sia a livello personale che professionale. Viaggio molto in aereo. Stesso accade con la squadra”. 

Dal momento che dobbiamo viaggiare – ha proseguito il dirigente austriaco – è necessario trovare un modo migliore per farlo e il SAF è la soluzione più vantaggiosa per l’industria aeronautica. Il nostro obiettivo è essere in prima linea nel cambiamento, utilizzando la piattaforma globale del motorsport come modello per un futuro più sostenibile e diversificato“.

Sulla medesima lunghezza d’onda è risultata Alice Ashpitel, Head of Sustainability and Environment di Mercedes, che ha aggiunto: “Ci auguriamo di svolgere un ruolo di primo piano nel mostrare ciò che è possibile fare con il carburante SAF e nel dimostrare agli altri ciò che si può ottenere”.

Toto Wolff, Mercedes AMG F1

F1. Il Circus non può basare la svolta green sui soli biocarburanti per le vetture

E’ da quest’ultima affermazione che scaturisce una riflessione più attenta e che investe la categoria nella sua globalità. Non è un caso, infatti, che la notizia sia stata riportata dal sito della F1 che è spettatrice interessata di questa operazione. L’obiettivo è rendere più credibile il suo paradigma ad impatto zero da realizzarsi entro il 2030.

I biocarburanti drop-in, da soli, non possono essere la risposta. Che deve invece essere sistemica. Serve un’azione congiunta che sia in grado di abbattere drasticamente le emissioni più massicce che il Circus produce: quelle relative alla logistica. Solo così la massima serie potrà definirsi pienamente eco-friendly.

La più grande critica che viene mossa a Liberty Media è che la spinta ecologista di cui si fa promotrice sia ipocrita poiché le gare, in sé, rappresentano una quota molto piccola di inquinamento prodotto. I biocarbuanti, secondo i detrattori, sarebbero una manovra di facciata atta a lavarsi la coscienza.

I vertici americani lo sanno e per questo stanno spingendo per una propulsione verde anche nei mezzi che servono a rendere effettivo il campionato. Da qui l’endorsement all’iniziativa che potrebbe davvero completare la mission del colosso dell’intrattenimento che ha ereditato, a suon di dollari, la F1 da Bernie Ecclestone.

Moahammed Ben Sulayem (FIA) e Stefano Domenicali, CEO della F1

La categoria regina vuole e deve tracciare un sentiero che molti stanno cercando di coprire con abbondanti badilate di terra. Il full electric non è né può essere l’unica risposta per la propulsione dell‘automotive del futuro.

Il motorsport può dimostrare, con elementi concreti, che non si possono gettare alle ortiche anni e anni di ricerca e di sviluppo accumulati sui motori a combustione interna che sono all’apice della parabola evolutiva.

Sembrerebbe finalmente esserci la possibilità di alimentare auto, mezzi pesanti e addirittura aerei con sostanze ecocompatibili. Questa sarebbe la vera risposta a chi crede dogmaticamente che il futuro sia solo nell’elettricità.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1

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