Poco prima del GP di Gran Bretagna si era tenuta una riunione del Consiglio Mondiale del Motorsport nella quale, tra le altre cose, si era stabilita la calendarizzazione della Direttiva 39, il dispositivo legale che dovrebbe individuare una metrica di riferimento oltre la quale le varie vetture di F1 non possono eccedere. Pare che il clima non fosse stato dei migliori. Tanto che, alla fine dei lavori, era stato pubblicato un documento che aveva la forma della bozza. Quindi, per natura, passibile di modifiche.
Il testo individuava nel GP di Francia la data dell’operatività fattiva della direttiva suddetta. Ma serviva ratificare il tutto dalla F1 Commission che si è riunita ieri in una suggestiva location alle porte di Spielberg. Al di là della ostentata giovialità immortalata dalla foto qua sotto, l’aria era molto tesa con posizioni che sono state tenute insieme con la colla vinilica.
Un equilibrio fragile che ha prodotto pie idee da applicare in un futuro non definito. Soluzioni di compromesso che servono essenzialmente non far perdere la faccia al carrozzone piuttosto che a risolvere questioni che stanno diventando annose.
Alla TD39, lo spauracchio che agita le notti di Ferrari, Red Bull e di qualche altro team che potrebbe subirne le conseguenze (in un futuro siderale probabilmente), ci arriviamo tra un po’. Perché la Commissione ha determinato anche altri paletti. Il primo riguarda il budget cap che è stato aumentato del 3% per rispondere alla crescita galoppante dell’inflazione. A guardare i dati reali si tratta di un brodino annacquato perché non copre i valori fattuali. Ed infatti Toto Wolff, poche ore dopo, si è lamentato del provvedimento che non sarebbe ritenuto sufficiente.
Anche in questo caso ha prevalso la linea compromissoria tra chi chiedeva un aumento del 10% (i top team) e gli intransigenti che domandavano che la quota non fosse toccata. Poi sono arrivati gli incidenti con annesse spese extra e anche scuderie finanziariamente morigerate sono passate sull’altra sponda. Alla fine servivano 8 voti su 10. Il provvedimento è passato con 9.
La commissione ha stabilito anche che i test invernali consteranno in quattro giornate totali. La location non è definita ma dovrebbe essere quel Bahrain che l’anno scorso, a suon di petroldollari, si è comprata il silenzio audio-video della precedente sessione tenutasi in Spagna. Che quest’anno dice ciao ciao alle prove pre-stagionali che dovrebbero tenersi a febbraio visto che il mondiale dovrebbe scattare il 5 marzo.
Un paio di settimane fa, ve ne abbiamo dato conto in questo focus (leggi qui), Toto Wolff aveva lanciato l’allarme: la F1 sta impiegando troppo tempo a definire il quadro normativo entro il quale i motoristi devono operare. I vertici del motorsport avevano dato ampie rassicurazioni tanto che, proprio a Spielberg, la Red Bull avrebbe dovuto annunciare la partnership con Volkswagen che a sua volta avrebbe deliberato la sua discesa in pista. Aspettiamo ancora.
Il tema regolamento PU è stato affrontato dalla Commissione senza giungere ad una definizione. La nota ufficiale parla più o meno in questi termini: “E’ stato confermato che il pacchetto di regole è prossimo alla finalizzazione“. Cosa che significa tutto e niente. Non si individua una data certa, non si danno indicazioni tecniche. Insomma, un po’ di fumo prodotto in un round che al centro non poteva mettere questioni relative ad un futuro apparentemente lontano. Decisioni che, tra l’altro, sarebbero state prese senza la presenza di esperti della materia visto che, eccezion fatta per Mattia Binotto che nasce ingegnere motorista, gli altri presenti non sono propriamente cattedratici della disciplina.
La questione, dunque, è stata toccata in maniera del tutto marginale perché il punto focale era ed è la direttiva tecnica 39 che ha forti ripercussioni nel campionato in corso. Se mai venisse seriamente affrontata. Perché la sensazione è quella che non entrerà mai in vigore in una strategia che prevede continui rinvii. Doveva entrare in corso di validità in Canada, poi si è deciso di posticipare all’Inghilterra. Dopo qualche valutazione è arrivato un ulteriore slittamento al GP di Francia. Ieri l’ennesimo colpo di teatro.
“A seguito dei feedback e della consultazione con i team e per consentire alle squadre di apportare i necessari aggiornamenti ai fondi ed ai pattini, che garantiranno un’applicazione equa della metrica utilizzata per misurare questa oscillazione su tutte le vetture, l’attuazione della bozza di direttiva tecnica rilasciata ai team prima del Gran Premio di Gran Bretagna entrerà in vigore a partire dal Gran Premio del Belgio“. Questo è ciò che si legge nella nota diramata dagli organi federali dopo la riunione.
La F1 Commission, inoltre, ha discusso anche della soluzioni in tema di porpoising in chiave 2023. E questo sembra essere il vero target della FIA e dei team. Di rinvio in rinvio si sta arrivando nella seconda metà del campionato. Se la direttiva entrerà in vigore in Belgio mancheranno nove gare al termine.
Parrebbe, ancora, che si stia pensando di dare alle scuderia la possibilità di derogare per ben tre volte alla metrica i cui valori non sono stati ancora resi noti. Questo vorrebbe dire che ogni squadra potrebbe “aggirare” i parametri su quelle piste più ostiche in termini di saltellamenti. Viene in mente, ad esempio, Austin che si caratterizza per un asfalto particolarmente sconnesso.
Ancora, anche sulla flessibilità dei pattini, un altro argomento caldissimo che sta mettendo le franchigie in un clima di constante scontro, si è deciso di spostare tutto a fine agosto. Al momento nessuna squadra ha introdotto novità tecniche atte ad irrobustire i pattini. Segno evidente che, considerando la pausa estiva e il ritmo serrato col quale si succedono le gare, non c’è volontà di operare in quell’area. Forse perché l’indicazione sottaciuta, dopo l’agire fulmineo della Federazione, è di rimandare al 2023 tutti i discorsi.
La sensazione è che il campionato in corso stia servendo come grande raccolta dati che Place de la Concorde analizzerà per definire i valori per l’anno prossimo. Elementi che i team dovranno necessariamente recepire senza poter brandire la scusa del cambio in corsa che quest’anno sta facendo leva su decisori spesso troppo morbidi nell’imporre la propria autorità.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1 Media, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1, Marco Santini, NicolasF1