La F1 è arrivata al giro di boa, ma la strada per arrivare a fine anno è essere ancora lunga. Oltre alle lotte in pista, ci sono battaglie che non vengono affrontate ruota a ruota, come si è spesso visto durante lo scorso anno. Se i protagonisti del mondiale 2021 sono stati i team, per poi rimettere tutto nelle mani di una Federazione ormai confusa, nel 2022 proprio quest’ultima sembra essere partita col piede sbagliato.
Sul tavolo delle discussioni è subito finito il budget cap, seguito a ruota dal regolamento tecnico, soprattutto dopo la Direttiva Tecnica 039 che avrebbe dovuto entrare in vigore in Canada e che ora è attesa per il Belgio. A condire questo insieme di ingredienti sono poi arrivati alcuni episodi di non semplice comprensione. Dai dubbi sulla linea in uscita dai box alle regole sui sorpassi, passando per i track limits protagonisti in Austria; sono tanti i momenti che sembrano aver creato non solo confusione, ma anche l’inizio di una rottura tra la FIA e i protagonisti del mondiale.
Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera; ma forse il 2022 non può essere un buon inizio per l’operato della Federazione. Dopo il GP d’Austria è infatti emerso ancora più forte il malcontento da parte dei piloti; la lamentela più grande, la cosiddetta goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso, è arrivata sui track limits.
I limiti del tracciato che la FIA impone non sono infatti molto graditi perché, oltre a limitare la natura di un pilota, distolgono anche l’attenzione dal vero obiettivo in pista. Il weekend austriaco in particolare ha visto un’ampia dose di sanzioni a causa dei limiti di pista, da cui la gara non è stata esente; il fastidio del dover tenere d’occhio quei millimetri invisibili per i quali la vettura viene valutata oltre il limite, ha dunque trovato riscontro sull’intera griglia.
Un problema sollevato dai protagonisti della F1 e che va ad aggiungersi a quelli già presenti. A creare confusione e precedenti incoerenti non sono infatti team e piloti, ma la stessa Federazione che sembra sul punto di perdere nuovamente il controllo della situazione. Come analizzato qualche mese fa, Michael Masi non era con tutta probabilità il maggiore problema del non funzionamento della FIA.
L’avvento dei nuovi regolamenti di F1 doveva rappresentare un un nuovo punto di inizio dopo il caotico epilogo andato in scena nel GP di Abu Dhabi. L’allontanamento di Michael Masi dal ruolo di Direttore di Gara, e più recentemente dall’intero ambito FIA, è stato poi visto come la migliore mossa per ripristinare il potere che la Federazione aveva chiaramente perso. Eppure qualcosa non sembra ancora funzionare.
L’ex Race Director australiano è stato infatti sostituito da ben due altre figure, entrambe con il medesimo ruolo in altri campionati della FIA. La scelta è così ricaduta su Freitas e Wittich, ma il matrimonio allargato per cui ha optato la Federazione non sembra funzionare al meglio. Se il fatto di avere una commissione diversa in ogni GP ha creato non pochi problemi, l’avere anche due direttori non sembra poter essere una soluzione valida.
Tale situazione sembra infatti aver peggiorato quanto accaduto nello scorso mondiale; dopo undici gare si assapora già quella confusione che altro non può fare se non rovinare anche la migliore delle sfide. I piloti per primi appaiono dunque stanchi di subire decisioni prese quasi superficialmente. La richiesta che sale a gran voce dai protagonisti della F1 è di fatto sempre la stessa semplice cosa. Coerenza.
Due direttori, anche senza volerlo, sono due diverse teste pensanti e di conseguenza due possibili modi di prendere decisioni differenti. Il tutto alimentato non dalle complicate situazioni che giungono dalla pista, ma da quei regolamenti che con il tempo diventano sempre meno chiari.
Dunque perché non provare a fare un piccolo passo indietro piuttosto che giocare con un fuoco troppo grande per essere domato? Il 2021 doveva essere una lezione per tutti, ma ad oggi la FIA non sembra aver prestato la giusta attenzione a quello che davvero si chiedeva. La semplice coerenza.
Autore: Chiara Zambelli – @chiarafunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing