F1. Charles Leclerc deve trasformarsi in un sarto se vuole ricucire lo strappo in classifica da Max Verstappen. Ancora, deve operare con calma, pazienza e precisione. L’operazione aggancio è iniziata a Silverstone anche se, a causa di una strategia tutt’altro che efficace, i punti rosicchiati sono stati pochi, meno di quelli che potevano essere. Meno di quelli che dovevano essere.
Ma piangere sul latte versato non cambia il corso degli eventi. In virtù di un atteggiamento votato all’ottimismo, il monegasco ha voltato pagina e, in Austria, si è seduto dietro la cattedra e ha dato una lectio magistralis in pilotaggio a Max Verstappen e alla Formula Uno nel suo complesso.
Ad oggi sono 38 le lunghezze di distacco tra i due apripista. Con undici gare in programma e una Sprint Race da completare la rimonta è più che possibile. Specie se consideriamo le prestazioni che la F1-75 sa offrire in certe condizioni; soprattutto se analizziamo come, in una mossa, i tecnici guidati da David Sanchez abbiano saputo quasi annullare il più serio deficit che la Rossa pagava sulla RB18: la velocità di punta. Per i dettagli affidatevi alla lettura del nostro focus specifico: leggi qui.
Con un Max Verstappen che riesce a massimizzare i risultati anche quando si palesano delle difficoltà (vedasi Inghilterra), Leclerc dovrà evitare di imbattersi in passi falsi come quello imolese. Ma è soprattutto la Ferrari a dover garantire al suo pilota di punta una vettura efficiente ed affidabile. Fin qui il driver della FDA ha pagato lo scotto di due ritiri rumorosi occorsi quando stava dominando le gare.
Lo stesso finale thrilling di Spielberg, con un acceleratore che non funzionava al meglio, ha denunciato che la F1-75 è una vettura ancora fragile. E la cosa è stata drammaticamente fotografata dal ritiro della monoposto gemella avvenuto per gli stessi motivi per i quali si è verificato lo stop di Baku sulla n°16.
Binotto, dopo il GP si Spagna, aveva parlato di soluzioni di breve termine per tamponare le problematiche relative ad un power unit troppo fragile. Stesse parole proferite domenica dopo la gara. Segno che una soluzione non è ancora giunta. Fattore, questo, che agita le notti di Charles Leclerc che sa che un ulteriore zero potrebbe mortificare lo slancio mostrato negli ultimi due eventi.
“L’affidabilità è sicuramente una preoccupazione – ha riferito Charles Leclerc dopo il vittorioso Gp d’Austria – Quindi dobbiamo esaminarla e assicurarci che non accadano più episodi del genere. E’ successo due volte a me nelle ultime cinque gare e ora di nuovo Carlos. Quindi dobbiamo affrontare la questione il più rapidamente possibile“.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato Mika Hakkinen, uno che sa come vincere un mondiale. Il finnico ha sottolineato come la Ferrari abbia duramente lavorato per ottenere le medesime velocità in rettilineo che la Red Bull riesce a produrre.
Inoltre, ha osservato un’altra evidenza scaturita dai 71 giri del che percorsi al Red Bull Ring: la migliore gestione delle gomme su un tracciato solitamente adatto alle creature di Adrian Newey. Su un asfalto più severo sugli pneumatici posteriori, la F1-75, secondo il due volte iridato, si è letteralmente esaltata.
Elementi che lasciano ben sperare nella corsa al campionato ma che potrebbero cozzare con due questioni che hanno fortemente frenato la scalata alla vetta della classifica di Charles Leclerc: strategie e, chiaramente affidabilità. Sotto questo aspetto Hakkinen ha ribadito come il guasto al motore di Sainz mostri che in Ferrari ci sia ancora del lavoro da svolgere. Leclerc non potrà permettersi altri problemi se vorrà concretamente chiudere la distanza da Max.
Sul frangente strategico, nonostante le topiche evidenti di Monaco e di Silverstone, la Ferrari ha mostrato di poter invertire la rotta. In Austria, difatti, la gara è stata vinta anche a livello tattico quando gli strateghi di Maranello hanno visto Verstappen “switchare” su una strategia a due soste per poi ritardare i propri pit stop. Così Sainz e Leclerc si sono garantiti un vantaggio di gomme che, nel finale d’evento, ha fatto la differenza.
Prestazioni, affidabilità e lettura delle gare: questi i tre elementi che Ferrari deve sublimare per avere la meglio di una scuderia abituata a vincere e che ha ancora un vantaggio in classifica abbastanza cospicuo. Ma non impossibile da recuperare se ogni cosa sarà fatta in maniera idonea.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1