Stagione 2022

La direttiva tecnica TD39 potrebbe avere effetti di lungo periodo

La TD39 sta per diventare effettiva: il restart della stagione di F1, per fine agosto a Spa, vedrà la concreta entrata in vigore della normativa tecnica anti porpoising, la stessa tanto ostacolata quanto favorita da diversi team del Circus.

In principio la proposta da parte della FIA, è stata quella di provvedere ad un innalzamento della vettura di circa 25 millimetri, in modo che fosse definitivamente scongiurato il fenomeno del saltellamento, così come anche il rischio di seri danni a breve / lungo termine per la salute dei piloti.

F1. Compressione incidente sul casco del pilota: uno dei tanti effetti dannosi del porpoising

Tale mozione era stata strenuamente supportata dal team principal Mercedes Toto Wolff, proprio perché la terribile W13, specialmente ad inizio stagione, era resa inguidabile nello specifico da questo fastidioso fenomeno.

Ma non era il solo: parte del medesimo schieramento della federazione, oltre alla scuderia Mercedes, anche le scuderie McLaren, Aston Martin ed Alpine.

Dall’altra parte, però, una controfferta: piuttosto che 25, ben 10 millimetri totali, suggeriti da coloro che non avevano sofferto di questa problematica in maniera così drastica. Nella fattispecie, i team Red Bull, Ferrari, Williams, Haas ed Alfa Romeo. Come è giusto che sia, ci si è venuti reciprocamente incontro, deliberando una decisione finale a metà strada di 15 millimetri di distanza dal suolo.

F1. TD39: i pareri dei team

Certo, diverse sono state le opinioni su tale modifica regolamentare: in conclusione del gran premio di Ungheria, il team principal Ferrari Mattia Binotto si era detto scettico in proposito,

perché un tale cambiamento in vista della stagione 2023 sarebbe arrivato a suo avviso fin troppo tardi per poter poi correggere il tiro in vista della prossima stagione.

Indubbiamente necessario dover quindi cercare di far quadrare il progetto di una monoposto vincente come la F1-75, dovendola nuovamente tarare su parametri che prima non c’erano.

F1. Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) e Mattia Binotto (Scuderia Ferrari)

Simile avviso per il team principal Red Bull Christian Horner, il quale prende atto di tale inversione di marcia rendendosi conto di dover riadattare il progetto per colei che sarà la futura erede della RB18.

Interpreta con parziale accettazione tale modifica come un compromesso, come uno scendere a patti tra due proposte di cui ognuna in un proprio senso rappresentava l’eccesso per l’altra: una sfida per Horner e per il suo team, che però non sembra impensierirlo poi così tanto.

È evidente che dalla sua ha la consapevolezza di un “esercito” di progettisti esperti, che sapranno trovare la chiave di svolta anche per fronteggiare e risolvere questo imprevisto.

Ad ogni modo, è chiaro che per i due team di punta di questa stagione tale “deviazione” dal seminato originario, sia risultata più difficile da accettare: sebbene ad oggi il mondiale sia già nelle mani di Max Verstappen, è inevitabile pensare al fatto che anche quest’anno abbia avuto un nemico da cui guardarsi.

Ma invece tale nemico non è stato come ci si aspettava né Lewis Hamilton, né tantomeno la sua W13, bensì Charles Leclerc con la sua F1-75:

entrambi sono stati protagonisti indiscussi di tante bagarre in cui la Mercedes è stata purtroppo soltanto spettatrice (chiaramente, eccezion fatta per le ultime settimane in cui era improvvisamente tornata performante su circuiti più tradizionali).

F1. Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG F1) celebrano i loro rispettivi secondo e terzo posto all’Hungaroring

F1. La TD39 in ottica 2023

Va da sé che se tale modifica prenderà la piega prevista sulle varie vetture, come silentemente auspicato da Toto Wolff, gli altrui progetti vincenti potrebbero essere messi in difficoltà (ed in discussione), a favore di una Mercedes che tanta fatica ha fatto durante questa stagione.

L’innalzamento delle monoposto infatti, comporterebbe necessariamente un cambiamento significativo in termini di prestazione delle vetture stesse: una sorta di “rallentamento” che ammonterebbe anche a circa due o tre decimi totali.

Potrebbero sembrare un nulla, ed invece sono tutto; specialmente in F1, dove queste minuzie sono realmente capaci di creare uno spartiacque tra i team in lotta.

Proprio come per Ferrari e Red Bull, che hanno potuto concentrarsi reciprocamente l’una sull’altra senza doversi preoccupare di un cosiddetto terzo incomodo.

Ma non è detto che la situazione rimanga invariata, anzi: su tali presupposti la stagione 2023, potrebbe riportare tranquillamente in auge la Mercedes, trasformando il loro controllato valzer di coppia in un imprevedibile passo a tre.


F1 Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, FIA, Oracle Red Bull Racing F1, Scuderia Ferrari F1, Mercedes AMG F1

Condividi
Pubblicato da
Silvia Napoletano