Formula 1

Da Spa a Zandvoort: come cambia l’approccio della Pirelli

Con l’eco del GP del Belgio ancora udibile, la F1 si sposta in Olanda per l’evento centrale di un terzetto di gare che, con ogni probabilità, darà la definitiva indicazione su chi si insegnerà dei titoli di campione del mondo 2022. Spa Francorchamps, in tal senso, ha già offerto una tendenza piuttosto chiara. Zandvoort, tracciato di casa del “martello” Verstappen, potrebbe addirittura consolidarla anche se in Ferrari, grazie ad un layout di pista molto particolare, contano di non guardare col binocolo la RB18. Come amaramente accaduto tra i verdi boschi delle Ardenne.

Sfide del tutto nuove, quindi, quelle che le scuderie si apprestano ad affrontare. Al centro di tutto ci saranno sempre loro: le gomme. Le vere protagoniste di un mondiale che sta premiando gli ingeneri che meglio le hanno comprese. E da questo punto di vista Red Bull è una spanna sopra tutti. La RB18 si esalta soprattutto quando le temperature calano. E nel prossimo weekend il sole potrebbe essere il grande assente della rappresentazione teatrale. Queste, al momento, le indicazioni meteo che vanno però prese col beneficio del dubbio poiché i modelli predittivi sono più efficaci a ridosso dalla manifestazione.

F1. Gp Olanda 2022: Pirelli opera scelte conservative

Per l’occasione la Pirelli ha selezionato le tre mescole più dure della sua gamma a cinque composti. Una scelta che si allontana da quella effettuata per il precedente evento perché la pista è più esigente con le carcasse e con i compound. Zandvoort è stata una grande novità per via della sua conformazione peculiare. Curve con banking così elevati non ve ne sono in F1. Da qui il timore, nel 2021, che le coperture potessero soffrire.

Le cose, invero, andarono piuttosto bene; ma il costruttore italo-sinico ha voluto confermare una scelta conservativa per evitare di esporre piloti e team a rischi ritenuti inutili. Specie in una stagione caratterizzata da novità tecniche che non permettono di riutilizzare i dati emersi nel GP dominato da Max Verstappen.

Inutile dire che le aree più critiche del nastro d’asfalto olandese, lo ha riferito Mario Isola nella preview dell’evento, sono le curve 3 e 14. Quelle connotare dall’elevato banking. Si tratta di pieghe da percorrere a velocità sostenute che sottopongono le monoposto ad una combinazione di forze: alta deportanza e notevoli accelerazioni laterali.

La combinazione C1-C2-C3 non è la più in voga nelle opzioni Pirelli. Questa configurazione è stata adoperata solo tre volte in 14 gare disputate: Bahrain, Spagna e Gran Bretagna. Le location che, non a caso, presentano livelli di stress molto elevati per le masse rotolanti.

Mario Isola, head of F1 and Car racing Pirelli

F1. Gp Olanda 2022: le wing car potrebbero offrire una gara a due soste

Isola ha spiegato che il nuovo pacchetto vettura-pneumatici introdotto quest’anno dovrebbe facilitare i sorpassi su una pista in cui la scorsa stagione era difficile avere la meglio dell’avversario. La facoltà delle monoposto di seguirsi meglio in scia dovrebbe concedere duelli più accesi.

L’anno passato, la difficoltà nel sopravanzare, ha imposto alle squadre tattiche non aggressive basate sulla sosta singola. Nel mondiale in corso, invece, si punta sui compound più teneri dei tre messi a disposizione in modo da giungere a strategie a due soste. Tale elemento dovrebbe ingolosire i conducenti facendoli spingere di più.

Sulla carta, dunque, andiamo incontro ad un altro weekend in cui l’imprevedibilità la farà da padrona. Oltre ai dubbi sulle scelta delle gomme e, di conseguenza, sul piano tattico da adoperare, c’è l’incertezza meteo di cui parlavamo in apertura. Un altro fronte che dovrà essere gestito dagli strateghi delle scuderie in una gara che, rientrata in calendario solo un anno fa, si pone già come una delle più attese della stagione.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Pirelli, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari F1

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Diego Catalano