Formula 1

Gp Belgio 2022/Analisi on board Fp2: Ferrari limita la potenza della PU. Gestione compound da verificare

Terminate le Fp1, il Circus della F1 si appresta ad affrontare la seconda sessione di prove libere. Solitamente molto più probante in chiave qualifica e gara, l’ora a disposizione per testare ulteriormente le vetture sarà molto importante per iniziare a capire i valori in pista. Il volume di lavoro espresso dalla Ferrari ha mostrato una monoposto bilanciata, capace di reagire bene all’asfalto green di Spa-Francorchamps, avvolto da condizioni meteorologiche non semplici.

I tecnici della rossa proseguiranno con la raccolta dati sulla configurazione scelta per il Belgio, scarica come in Azerbaijan, per andare a contrastare il nemico numero uno sul tracciato che sorge tra i boschi delle Ardenne: la resistenza all’avanzamento. Le prove comparative tra le F1-75 hanno visto un set-up un pelo più carico sulla numero 55, mentre Charles, effettuato il primo run, oltre a confermare l’assetto aerodinamico, ha richiesto un piccolo aggiustamento sospensivo all’avantreno.

la power unit italiana 2022 che equipaggia le due Ferrari F1-75

A tal proposito scopriremo se gli ingegneri del Cavallino Rampante proseguiranno con le prove aerodinamiche o, al contrario, si dedicheranno a sommare informazioni utilizzando la medesima impostazione utilizzata durante l’ora di pranzo.

Un tema interessante per la storica scuderia italiana riguarda la Power Unit proposta sulla macchina di Leclerc, dotata delle nuove componenti ibride, MGU-K e batterie, che dovrebbero offrire un plus di potenza significativo (leggi qui i dettagli tecnici). Benché durante la giornata di oggi qualche spunto interessante verrà fuori, senza dubbio solo domani scopriremo il reale valore dell’upgrade.


F1. Gp Belgio 2022: live on board Fp2

A poco più di dieci minuti dal via la pioggia sembra aver allentato la propria collera con la pista. I venti che soffiano dal quadrante nord occidentale stanno contribuendo ad asciugare l’asfalto e, presumibilmente, salvo cambi repentini dell’ultimo minuto, le condizioni ricalcheranno quelle delle Fp1.

Tutto è pronto. I ferraristi sono già a bordo delle proprie vetture in attesa della bandiera verde. Per il momento resta difficile congetturare sull’adattamento dei piloti. Carlos scende in pista per primo. Lo segue, un minuto più tardi, il compagno di squadra. Per questo primo run le F1-75 montano ambedue le Medium, mescola testata per un paio di giri da il solo Leclerc in assetto gara.

Realizzato l’out lap con tutti crismi del caso, le rosse si lanciano per il primo tentativo push. Engine 5 e Soc 6 le mappature scelte per le Power Unit. Sainz si becca subito il traffico di Albon nel T3, alza la mano per lamentarsi ma non il piede. Il giro tuttavia è compromesso. La numero 55 realizzerà una tornata di cool down per poi riprovarci con la massima potenza sull’endotermico: Engine 1

La pista resta un pelo umida fuori traiettoria. Il bilanciamento delle vetture modenesi pare buono anche se Charles, durante il suo primo passaggio, ha corretto la vettura in un paio di occasioni. Marcos suggerisce un approccio più convincente in curva 5, 6 e 7. Lo fa dopo aver consultato la telemetria dello spagnolo. La tornata successiva, malgrado i consigli, un leggero sottosterzo continua ad inficiare negativamente sulla numero 16.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) al volante della sua F1-75 durante le Fp2 del Belgio

Sainz pare più a suo agio in queste prime fasi. Interessante notare come, a differenza dei primi passaggi, vengano ora utilizzate mappature differenti sulle rosse, più blanda per l’ex Alfa Romeo. Provvedimento che, con ogni probabilità, cerca di preservare il nuovo propulsore. Alla fine del primo run l’impressione è quella che arriveranno un paio di modifiche all’assetto sulla vettura di Leclerc, non del tutto soddisfatto dell’handling.

Giunto ai box il monegasco parla del motore. Inoltre sostiene di ascoltare un rumore fastidioso in cuffia, chiede da cosa dipenda e si può eliminare per la seguente sgambata. Come previsto si procede con un cambio di carico sviluppato all’anteriore di qualche punto. Il target è quello di “pareggiare” la downforce sugli assali e, di conseguenza, garantire una guida decisamente meno nervosa.

Le due Ferrari tornano ora in pista. Entrambe montano un set di Pirelli a banda rossa nuove di pacca. Il vento soffia in maniera differente. Di ciò vengono avvisati i ferraristi. Si passa alla mode push e si parte con il primo giro lanciato. L’extra grip offerto dalle mescole Soft facilita la guida. Charles si definisce soddisfatto e si accontenta di un solo tentativo prima di tornare ai box. Inoltre, aggiunge di aver commesso un errore alla fine del T1, giustificando cosi il gap sofferto su Vertappen in quel preciso tratto di pista.

Carlos, invece, storce il naso per la sua prestazione non all’altezza del compagno. Per questa ragione chiede un ulteriore passaggio, conscio che dovrà prestare maggiore attenzione in curva 9 e 10, sommata ad una trazione più pulita alla Bus Stop. Nel passaggio successivo le cose non cambiano di molto. Adami chiede all’iberico se necessita un ulteriore test prontamente rifiutato. Nota a margine: il tedioso effetto porpoising si manifesta, come entità molto leggera, da Pouhon sino all’imbocco del T3.

il monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) alle prese con la sua F1-75 durante le Fp2 a Spa-Francochamps

Charles torna a calcare l’asfalto di Spa-Francorchamps. Ancora in pit lane si informa sulla pioggia, per poi commentare una preoccupazione relativa al graining che, secondo la sua esperienza, potrebbe palesarsi sulle Soft in assetto High fuel. Effettuato l’out lap prende corpo la simulazione passo gara. Qualche minuto più tardi anche Carlos scende in pista con il pieno di carburante. Nel suo caso, la F1-75 monta un treno di Medium per differenziare il lavoro.

Le comunicazioni via radio in merito ai lap time si intensificano. Buono il time attack di Leclerc. Dopo un solo passaggio Adami chiede al madrileño di prestare attenzione in curva 12 e 14. Saranno ancora 7 le tornate per Charles, questo sostiene Marcos. Il ferrarista però non sembra particolarmente d’accordo e preferirebbe testare le Medium considerando che all’Eau Rouge inizia a fare fatica.

Come per le Fp1 la pioggia sembra intenzionata a fare presenza. Tra pochi minuti, infatti, dovrebbe arrivare uno scroscio nel T1. La richiesta del monegasco sugli pneumatici viene presa in considerazione e dovrebbe arrivare lo switch delle mescole. Una volta entrato in pit lane però arriva l’ordine di entrare nel garage. Medesimo discorso per Sainz, richiamato a sua volta ai box.

Il programma di lavoro dovrebbe prevedere un’ultima uscita per realizzare le prove di partenza sulla pit lane. Scenario che si palesa quattro minuti più tardi, quando le due rosse tornano in pista. Resta solo il tempo per realizzare un giro finale per poi, come detto, posizionarsi sul rettifilo principale per una start practice.

La congettura finale non è di facile interpretazione. Le diverse mappature utilizzate tra i piloti Ferrari sul giro push, qualche errore e le cangianti condizioni sul finire della sessione durante le prove high fuel, rendono confusa l’interpretazione sul rendimento. Tuttavia possiamo asserire che le rosse abbiano goduto di un buon bilanciamento. Sebbene la strada intrapresa sembri quella corretta, però, sembra manchi ancora qualcosa a livello di set-up.

Resta da capire se la questione affondi le radici sulla mera configurazione aerodinamica o abbia a che fare anche con il sistema sospensivo, fattori che potrebbero aver influito negativamente soprattutto nella gestione delle coperture con alto carico di carburante.


Autore: Alessandro Arcari – berrageiz

Foto: Scuderia Ferrari

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Zander Arcari