Da annali della F1, il livello espresso da Max Verstappen a Spa-Francorschamp è evidentemente di assoluta eccellenza. Ciò che fa più impressione, probabilmente, è il livello percepito dagli addetti ai lavori, laddove attualmente nessuna posizione di partenza sarebbe effettivamente in grado di precludere la vittoria al campione del mondo in carica.
La superiorità mostrata dall’olandese nel weekend belga è stata francamente imbarazzante, c’è da dirlo. Il giovane talento di Hasselt ha messo la firma definitiva sul suo secondo titolo mondiale, con buona pace di Binotto e Leclerc. Sarà da stabilire quanto ci abbia messo del suo il pilota, quanto invece la direttiva tecnica TD39 possa aver “regalato” alla Red Bull un gap di prestazione su Ferrari e Mercedes (leggi qui l’approfondimento tecnico), onestamente inimmaginabile prima del fine settimana nelle Ardenne.
La prestazione del Cavallino Rampante è stata infatti al centro dell’attenzione, peraltro in termini ahimè negativi. Se è vero che Sainz è formalmente scattato dalla pole position, è altrettanto vero che già dal sabato il gap a favore di Verstappen era sembrato enorme. L’oltre mezzo secondo rifilato ai due ferraristi al sabato è indicativo di una performance pura straripante, che non ha fatto altro che peggiorare il confronto alla domenica.
La RB18 si è confermata infatti superiore nel passo gara rispetto al giro secco, con Max in testa dopo meno di 20 giri dalla quattordicesima piazza in griglia ed un Perez, a sua volta, in grado di rimontare e seminare Sainz per il secondo posto, in una seconda metà di gara che ben poche soddisfazioni ha regalato agli uomini di Maranello. Non è infatti da sottovalutare il fatto che anche il gap dalla Mercedes si è ampiamente ristretto in termini di passo gara.
La strategia su Leclerc nel finale non fa altro che evidenziare le poche e confuse idee del muretto Ferrari, che si è preso un rischio totalmente inutile dimostrandosi poi incapace di portarlo a termine. Tra il sensore mal funzionante e la track position di Alonso evidentemente sottovalutata, Rueda e soci sono riusciti nell’ardua impresa di mettere Charles nella posizione di non riuscire a segnare il giro veloce né di evitare una penalità di cinque secondi per eccesso di velocità in pit lane.
Con somma gioia del suddetto asturiano che ha raccolto il regalo di una insperata top 5, lasciandosi poi andare in parco chiuso ad un’intervista delle sue per sbeffeggiare ulteriormente l’operato degli uomini in rosso.
E voglio concludere proprio con una lode al bicampione di Oviedo: lo stato di grazia a livello comunicativo del buon Fernando, va detto e sottolineato, era cominciato fin dalla partenza con un team radio su Hamilton che è già storia di questo sport. Se puoi permetterti, a oltre 40 anni, di fare cose del genere in pista e dare dello “sciocco” ad un 7 volte campione del mondo, devi davvero essere qualcuno di speciale…
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: Scuderia Ferrari