Un altro week end di F1 che porta Max Verstappen sempre più vicino al suo secondo mondiale consecutivo. E’ ancora presto per parlare di campionato, ma al momento l’olandese non sembra avere rivali. Su questa pista, per vari motivi che sviscereremo nell corso dello scritto, Ferrari non ha potuto avvicinarsi al team austriaco.
Buona la gara di Russell e della Mercedes, che per tutto il fine settimana aveva faticato anche più del previsto. A margine delle considerazioni espresse, diamo inizio all’analisi odierna cercando di capire le scelte strategiche che hanno portato Verstappen a vincere la gara partendo dalla quattordicesima piazza.
Per l’inizio della corsa il quesito più grande era con quale mescola partire. Sainz, Leclerc e Verstappen hanno optato per la Soft, aprendo fin da subito all’ipotesi della strategia a due stop. Il Cavallino Rampante si è fidato molto della Pirelli a banda rossa, decidendo così di montarla su entrambe le vetture. In casa Red Bull, al contrario, hanno deciso di sdoppiare la tattica, facendo partire Perez con i compound Medium.
Il messicano ha quindi provato a seguire l’opzione ad unica sosta, che prevedeva il passaggio alla Hard per terminare la corsa. Una strategia con un ritmo medio minore, ma che avrebbe potuto risultare vincente. Lo spagnolo della Ferrari ha montato il compound Soft anche per riuscire ad avere un buono spunto in partenza, per difendersi da eventuali attacchi di Perez.
Il grande problema delle rosse è stata la velocità sul dritto, elemento che ha messo in difficoltà i piloti alla fine del rettilineo del Kemmel. Il principale dato emerso nei primi giri riguarda il degrado, di gran lunga maggior a quanto ci si aspettava. In molti hanno comunicato di faticare presto sulle posteriori.
Durante le tornate iniziali, il muretto della rossa ha riferito all’iberico di valutare maggiormente il Plan B, ovvero il doppio stop. In Ferrari avevano montato la rossa pensando proprio a quest’eventualità. Se il consumo del calzature fosse stato effettivamente contenuto come nei giorni scorsi, allora avrebbero potuto utilizzare la Hard per tentare di arrivare sino al traguardo.
Poco dopo Sainz è rientrato e ha montato la gialla, confermando la strategia a due soste. Carlos è uscito alle spalle di Ricciardo, che ha sopravanzato subito, per poi patire il traffico dell’Aston Martin di Sebastian Vettel. Davanti le due Red Bull hanno fatto il passo, con Verstappen che è stato richiamato alla sostituzione dei compound poco dopo lo stop dello spagnolo.
Il giovane talento di Hasselt ha deciso di sua spontanea volontà di estendere lo stint, seppur i tempi stessero cominciando ad alzarsi. Partito con la gomma più morbida, ha scelo di costruirsi un vantaggio per lo stint successivo. Rispetto a Sainz avrebbe potuto disporre di pneumatici Medium più freschi rispetto alla numero 55. Max, pertanto, era più che conscio che la vittoria era a la sua portata. Sii ferma quindi al sedicesimo passaggio, dopo di Perez partito con le medie.
Tale provvedimento non è stato messo in atto per tentare un overcut, in quanto con questo degrado sarebbe stato di sicuro un tentativo fallimentare. Ritornato in pista, il campione del mondo in carica ha dominato ampiamente, scavalcando il madrileño della Ferrari in maniera agevole. Benché Sainz abbia trovato un buon feeling con la la Medium e la Soft, in termini di ritmo nulla ha potuto contro la RB18 numero 1.
Pendendo in esame il passo gara il confronto ha quasi dell’imbarazzante. Sulla gomma Media Verstappen ha tenuto un ritmo medio di 52.1, mentre Sainz ha girato sul 53.7. Ben 1.6 secondi di differenza.
Al passaggio 26 sono rientrati in corsia box entrambi i ferraristi effettuando quello che in gergo viene chiamato “doppio”. Al muretto italiano ormai rimaneva da gestire le tornate rimanenti sino al traguardo. Per lo spagnolo si deciso di montare la Hard, mescola che non aveva dato ottimi riscontri nei giorni scorsi perché mancava di grip.
Tuttavia, considerando l’alto degrado, la bianca avrebbe potuto fornire un miglior ritmo. Hanno di fatto eseguito un undercut sulla Red Bull di Perez, il quale è rientrato al giro successivo per difendersi. Avrebbe avuto anche 1 o 2 giri in più sino a che la mescola bianca non entrava in temperatura e non si attivava. Checo ha montato Pirelli a banda bianca per “coprire” completamente la strategia Ferrari. Con Verstappen, invece, il team di Milton Keynes ha optato per un altro treno di medie.
Per quanto riguarda la Mercedes con Russell si è partiti con la Medium, per poi disporre la W13 di un altro treno per il primo stop. Lo stint centrale è stato prolungato in modo da riuscire a mettere la gomma rossa in vista dell’ultima parte della gara.
Osservando il ritmo “globale” della corsa, ovvero la media dei tempi sul giro su tutta la gara, Verstappen risulta ancor una volta velocissimo. Un tale vantaggio è quasi inspiegabile. Perez è stato più vicino al gruppo Ferrari-Mercedes, seppur sempre 2 decimi più veloce. Russell e Sainz hanno avuto lo stesso passo: entrambi perdevano in media 7 decimi dal campione olandese.
La Ferrari sperava nell’innalzamento delle temperature, contesto che effettivamente è arrivato. Ciò nonostante tale fattore non è bastato e la rossa ha faticato molto anche sul fronte degrado. Questo suggerisce che, mediamente, le gomme della F1-75 scivolano maggiormente quando sottoposte a sforzi laterali o longitudinali.
Un dato contraddittorio, in quanto abbiamo elogiato spesso le capacità della vettura modenese di curare meglio le coperture Pirelli. Inoltre, nella giornata di ieri, i tecnici di Maranello avevano scelto volutamente una configurazione aerodinamica più carica, con il chiaro obbiettivo di garantire un’amministratone migliore delle mescole.
Qui sopra mettiamo a confronto il consumo dei compound accusato da tre diverse vetture nel primo stint. Per Red Bull e Ferrari il dato si riferisce alla gomma Soft, mentre per Russell sulla Medium. Mercedes cura molto bene le calzature, anche se la gialla, di natura, ha meno degrado della rossa. Per quanto concerne le vetture austriache il degrado per giro si è attestato su valori pari a 2 decimi di secondo.
Un dato già di per sé molto elevato. Detto questo Max Verstappen ha saputo curare perfettamente le sue coperture, spiegato che dall’Ungheria hanno lavorato molto per capire quali scelte di setup effettuare durante il week-end al fine di limitare il consumo. La F1-75 si è palesata come la peggiore in termini di gestione delle mescole, accusando addirittura 4 decimi medi di degrado al giro.
Prendendo in esame tutte queste informazioni, risulta difficile capire come sia stato possibile tutto ciò. Bisognerà andare oltre quanto visto in pista. Parte del distacco è sicuramente imputabile alla mancanza di efficienza nei confronti della RB18, un elemento chiave per risultare rapidi su questa pista. Verrebbe da pensare che le nuove regole relative al porpoising abbiano influito negativamente sulle performance odierne.
Abbiamo quindi chiesto un parere a Sainz su questo tema ma l’iberico ha escluso la possibilità e ha puntato il dito esclusivamente all’adattamento al tracciato. Forse sono mancati alcuni giri per simulare ulteriormente la gara il sabato mattina nelle libere, ma il pilota Ferrari ci ha spiegato che sono costretti a limitare il chilometraggio delle loro power unit…
Autore, foto e grafici : Niccoló Arnerich – @niccoloarneric