Formula 1

La storia si ripete: Ferrari è incapace di concretizzare ad un passo dalla meta

Il dominio di Michael Schumacher e della Ferrari in F1 è durato un anno in meno di quanto in realtà avrebbe dovuto. Il quinquennio di trionfi 2000-2004 doveva essere una striscia di sei anni. Ma il fato ci mise lo zampino materializzandosi, l’11 luglio 1999, nell’incidente le cui conseguenze tennero il tedesco fuori dalle piste per tre mesi. Quella vettura, la F399, si dimostrò un mezzo efficace e mediamente più consistente della McLaren di Hakkinen che alla fine, per un soffio, ottenne il secondo ed ultimo titolo piloti della sua carriera.

Domenica prossima Schumacher tornerà in pista e io tornerò a fare la seconda guida. Oggi ho cercato di sostituirlo come meglio potevo“. Queste le parole di Eddie Irvine che si trovò, probabilmente non avendone forza e costanza, a dover duellare contro le vetture di Woking. L’irlandese ebbe il supporto pieno del rientrante Schumacher che si rivide in Malesia. Prima del ritorno del Kaiser fu Mika Salo a fare da scudiero all’irlandese. Per sei gran premi. Performance altalenanti con una perla: il GP di Germania nel quale cedette la vittoria al collega di garage che era in piena corsa per l’iride.

Eddie Irvine – Gp Europa 1999 – nel famoso episodio della ruota mancante

Anche in quella stagione sfortunata la Ferrari si distinse non positivamente per la gestione di alcuni episodi. Quello più clamoroso si verificò il 26 settembre 1999. Nel corso del 21° giro del GP d’Europa, che si teneva al NurburgringIrvine fu richiamato ai box per il cambio gomme. Ma qualcosa andò storto: il pilota restò fermo per 28 interminabili secondi in attesa della ruota posteriore destra che i meccanici della Ferrari dimenticarono nel garage.

Un impaccio entrato negli annali e che probabilmente fu alla base dell’infrangimento del sogno iridato di Eddie e della Rossa che dovette rimandare di un anno quella gioia che mancava dal 1979, anno in cui Jody Scheckter si laureò campione del mondo.

F1. Ferrari: errori atavici che non si riescono a correggere

Questa breve cronistoria per spiegare che Mika Salo è uno che gli affari interni della Ferrari li conosce piuttosto bene. Così come certe dinamiche malfunzionanti che possono mandare alla malora una stagione nonostante un dominio tecnico manifesto. Il finlandese, che ora fa parte del panel degli steward della FIA, ha parlato del momento che vive la scuderia del Cavallino Rampante e come certe scelte l’abbiano messa in una condizione di svantaggio nella lotta al campionato del mondo 2022.

l’ex pilota di Formula Uno e attuale commissario FIA Mika Salo

La Ferrari è sicuramente molto veloce – ha spiegato il finnico ai microfoni di RN365 – ma qualcosa va sempre storto. Non so cosa sia. A volte i piloti commettono errori, altre volte è la squadra a farne. Non si vincono titoli mondiali in questo modo. Quando è iniziata la stagione la Ferrari era molto forte e Verstappen e la Red Bull hanno avuto problemi di affidabilità. Sembrava che sarebbe stato un titolo facile per Ferrari e Charles Leclerc“.

Sensazione comune a tutti gli osservatori. Ma poi è arrivato il GP di Imola che ha portato con sé i primi errori di pilotaggio ai quali, nelle tappe successive, si sono associati misfatti strategici imperdonabili (Monaco, Silverstone, Budapest) e una serie di problemi tecnici alla power unit che hanno pesantemente limitato le ambizioni della Rossa e dei suoi due alfieri che, ad essere onesti, non sono nemmeno stati gestiti troppo bene visto che uno sfidante vero non è stato individuato.

La dichiarazione di Irvine riportata in apertura è emblematica e spiega come la Ferrari riusciva a vincere negli anni d’oro: un paradigma fondato su un pilota di punta e una seconda guida pronta a sacrificarsi per la causa. Uno schema efficacissimo che ha portato gioie e soddisfazioni ma che ora si fa fatica a replicare.

Charles Leclerc, GP Ungheria 2022

F1. Ferrari: certe dinamiche imperfette sono strutturali

La sensazione, dunque, è che la Ferrari abbia dei problemi che si porta dietro da anni senza che siano messe in campo strategie efficaci per superarli. “È difficile stabilire cosa causi questi problemi – ha spiegato Salo ma credo che qualcosa vada storto ogni volta. È una situazione molto difficile, ma sono sicuro che indagheranno a fondo, analizzeranno e risolveranno questo problema, perché è così che danno via il titolo“.

Una delle difficoltà ataviche della franchigia modenese è la gestione dei momenti devianti. Ancora Salo: “C’è sicuramente molta pressione sulla squadra, ma questo vale per qualsiasi scuderia. La dirigenza è sempre sotto stress. La Ferrari ha anche cambiato più volte la gestione della squadra. Penso che Mattia abbia fatto davvero un ottimo lavoro nel riportare la squadra al vertice. Sono solo piccole cose che devono sistemare. Stanno andando alla grande il sabato, ma non la domenica. A volte sembra che cerchino di perdere le gare invece di vincerle“.

Gli elementi evidenziati dall’ex Tyrrell fanno emettere un giudizio piuttosto lapidario e duro: “Per come sta andando la Ferrari non credo che meriti il titolo“. Amara e iperrealistica considerazione che certifica l’occasione sprecata in una stagione in cui la F1-75 si è dimostrata per ampi tratti la vettura più dotata del lotto. Cosa che non si proietta in una classifica che invece la vede annaspare alle spalle di una Red Bull che ha preso il largo. Con anche un Verstappen a possedere un margine di sicurezza di ottanta punti su Leclerc che, almeno nelle esternazioni mediatiche, sembra essere uno dei pochi a crederci ancora nell’ambiente rosso.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano