A due settimane esatte dal Gran Premio del Belgio di F1 monta la curiosità su quelli che saranno gli effetti delle nuove disposizioni in materia di porpoising e flessione dei pavimenti che la FIA ha voluto introdurre. I valori prestazionali osservati sin qui non dovrebbero subire scossoni, anche se è possibile immaginare che qualche centesimo verrà perso o recuperato dai protagonisti in virtù del nuovo quadro operativo. Nulla di clamoroso, niente che dovrebbe dare adito a polemiche, accuse e altre “carinerie mediatiche” che da sempre contraddistinguono la dialettica che orbita intorno alla categoria regina del motorsport.
La vera partita tecnico-regolamentare si giocherà nel 2023. La FIA imporrà l’aumento dell’altezza minima da terra delle monoposto per allontanare lo spettro del pompaggio. I tecnici federali sono partiti da un assunto: col passare del tempo, gli ingegneri delle scuderie saranno sempre più capaci ci generare carico aerodinamico dal fondo a mezzo dei canali Venturi. Questa situazione potrebbe far rientrare dalla finestra quel porposing che, a fatica, è stato contenuto nel corso del 2022. Per ragioni sanitarie e di sicurezza, Place de la Concorde ha quindi anticipato le mosse per scongiurare un intervento in corso d’opera come quello che avremo tre meno di due settimane.
Chiaramente, questo modo di procedere ha creato dei moti d’opposizione. Le franchigie più agguerrite, e non poteva essere altrimenti, sono quelle che quest’anno stanno primeggiando. Ferrari e Red Bull temono che potrebbe venir meno il terreno sotto i propri piedi. In una congiuntura in cui le monoposto 2023 sono già in fase avanzata di delibera non è semplice rimetter mano ai progetti che ora dovranno tener conto di altezze maggiori che possono far calare sensibilmente il carico totale generato dal sottoscocca. Da qui le minacce nemmeno tanto velate di Mattia Binotto che si è detto disposto, come rappresentante plenipotenziario del Cavallino, a ricorrere contro la FIA qualora le disposizioni in corso di valutazione ledano il team.
La Ferrari non attiva il diritto di veto garantitogli dal Patto della Concordia perché Place de la Concorde sta agendo per ragioni di sicurezza. Una fattispecie sulla quale l’istituto giuridico suddetto non può essere invocato. Ecco perché la partita potrebbe giungere nei tribunali federali o addirittura, per un giudizio super partes, alle corti comunitarie che hanno facoltà dirimenti in materia sportiva.
Ferrari (ma anche Red Bull) vorrebbe una regola che stabilisca un limite alle oscillazioni verticali da verificare tramite appositi sensori. Ciò da cui si intende rifuggire è il metodo con cui giungere all’obiettivo. Secondo Maranello le nuove disposizioni penalizzano chi ha realizzato un progetto migliore per sfruttare al massimo l’effetto suolo.
Toto Wolff, che si fa portabandiera della squadre favorevoli (invero non sono troppe) al giro di vite imposto dall’ente guidato da Mohammed Ben Sulayem, non crede alla prospettiva agitata da Binotto. Il co-proprietario della Mercedes si dice addirittura sorpreso delle minacce che giungono da Maranello perché, a detta sua, quello in vista non è un grande cambiamento. “Minacciano azioni legali? Nessun team ha mai fatto una cosa del genere contro la FIA”, ha riferito Wolff come riportato da RN365. Secondo l’austriaco si tratta di una manovra votata alla deterrenza perché nessuno ricorrerà quando ci sono in mezzo ragioni di sicurezza.
Wolff, in un naturale gioco delle parti che scandalizza solo chi è ingenuo, sostiene che l’azione messa in campo dalla FIA non solo sia legittima, ma addirittura necessaria perché di mezzo c’è la sicurezza dei conducenti che quest’anno è stata messa a rischio. Specie su piste come Baku dove il bouncing è parso totalmente fuori controllo: “Si tratta di proteggere i piloti. Se la macchina rimbalza troppo, dobbiamo intervenire”.
Ma questa visione è osteggiata da chi oggi sta comandando le classifiche. E qua si ritorna al normale gioco di ruoli cui alludevamo poc’anzi. Chi è in testa vuole che tutto rimanga invariato. E’ naturale che chi ha ottenuto una posizione privilegiata voglia mantenere lo status quo. Ossia quel contesto che ha consentito di diventare traino. Ma la FIA, alla fine, darà la priorità alla sicurezza. Sposando, indirettamente, la visione strategica della Mercedes:
“Non credo che la Federazione abbia altra scelta. Deve fare qualcosa; è irrilevante se le squadre sono favorevoli o contrarie. Si tratta di una situazione medica e quindi bisogna reagire. L’indagine mostra la verità e non credo che la FIA si lasci manipolare in alcun modo“.
Le indagini cui si riferisce Wolff sono quelle che il gruppo di comando parigino ha commissionato ad un’equipe di specialisti in discipline mediche che hanno evidenziato come il porpoising può generare, alla lunga, danni permanenti alla schiena. E non solo. Infatti l’analisi ha spiegato che potrebbero insorgere anche problematiche cerebrali con sollecitazioni verticali così intense e reiterate nell’arco di un week end di gara. Le scelte operate della FIA faranno sempre discutere e genereranno comunque polemiche. Che dovrebbero sparire dinnanzi a comprovate ragione sanitarie. Anche se, ahinoi, così non è.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari F1