La seconda parte del mondiale di F1 riparte con Max Verstappen e Red Bull saldamente al comando delle rispettive classifiche iridate. Un vantaggio che consente al team di Milton Keynes di poter gestire i prossimi nove round senza l’assillo della vittoria di tappa.
In tal senso il campione del mondo olandese ha già dimostrato nel corso del gran premio d’Austria di sapersi accontentare di buoni piazzamenti senza compromettere il risultato del weekend in deleterie quanto rischiose battaglie in pista. In buona sostanza, ha raggiunto finalmente la tranquillità emotiva di chi è consapevole di non dover dimostrare più nulla e di aver maturato una visione strategica sul lungo periodo.
Se nella classifica riservata ai piloti, Max potrebbe addirittura permettersi tre passaggi a vuoto, quella costruttori è molto più aperta di quanto si possa pensare nonostante i 97 punti di vantaggio del team anglo-austriaco.
Ci sono ancora ben 414 punti in palio e due fattori che potrebbero intralciare il percorso apparentemente in discesa verso il quinto titolo costruttori per il team capitanato da Christian Horner.
In casa Red Bull i recenti risultati conseguiti da Sergio Perez sono nettamente inferiori alle aspettative, in controtendenza con l’ottimo avvio di stagione del pilota messicano. Se gli sviluppi e il progressivo alleggerimento della RB18 hanno messo le ali a Max Verstappen, Checo sta progressivamente perdendo feeling con il mezzo specie in gara in cui è notoriamente uno dei piloti più consistenti.
Al momento, entrambi i piloti Ferrari sono in uno stato di forma nettamente superiore rispetto alla seconda guida Red Bull.
Un altro fattore potrebbe essere l’inserimento della Mercedes nella lotta al vertice che potrebbe fornire un insperato aiuto per il team di Maranello.
Le ruggini Red Bull/Mercedes dentro e fuori la pista non lasciano dubbi: se ci fossero le condizioni tecniche per competere ad armi pari con Red Bull e Ferrari, probabilmente in quel di Brackley non si dispererebbero nel “favorire” il team di Maranello, nei limiti della sportività.
Più volte, nel corso di questa stagione, abbiamo ascoltato Lewis Hamilton dichiarare il proprio tifo per Leclerc e la storica scuderia italiana nella lotta per i titoli mondiali. La ferita di Abu Dhabi non è rimarginata e forse non lo sarà mai. Sensazione confermata dal team principal Red Bull ai microfoni di Sky Sport:
“La Ferrari ha una macchina molto veloce, e la Mercedes… si vede che ci sta raggiungendo, quindi forse non serviva la direttiva tecnica antiporpoising a Spa dopotutto!”.
Malizioso riferimento alla direttiva TD039 che da molti addetti ai lavori è intesa come un soccorso della Federazione Internazionale in favore della Mercedes. Nonostante un vantaggio, in special modo nella classifica piloti, che in passato non ha lasciato speranze agli inseguitori, Horner predica calma:
“È un vantaggio molto salutare, ma mancano molte gare da percorrere. Le cose possono andare storte. Abbiamo avuto alcuni problemi di affidabilità in Ungheria con la frizione, che avrebbe potuto facilmente causare un ritiro, che per fortuna non si è verificato. Anche nelle qualifiche abbiamo avuto un problema quindi ci sono alcune aree su cui possiamo ancora migliorare”.
La cautela dei forti che stride con gli improbabili proclami puntualmente disattesi dei diretti rivali. In qualsiasi sport tutto è possibile fino all’ultima curva di una stagione, come dimostrato proprio da Red Bull e Max Verstappen nel round finale della scorsa stagione.
A ragion veduta, i veri avversari della seconda parte della stagione per Red Bull sono il rendimento di Perez e la ritrovata competitività delle Frecce d’Argento. Scenario in cui il rendimento e gli eventuali successi della Ferrari potrebbero essere completamente ininfluenti…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1