Formula 1

Ferrari: revisione procedure e completamento dell’organico per spiccare il volo

Domenica 24 aprile 2022. E’ questa la data che coincide con la biforcazione sistemica della stagione di F1 della Ferrari. C’è un prima e un dopo Imola per gli uomini di Maranello. Nelle tre gare che hanno preceduto l’appuntamento emiliano per la Rossa era tutto filato liscio: la F1-75 si era immediatamente dimostrata il punto di riferimento della categoria e Charles Leclerc aveva capitalizzato la consistenza prestazionale della sua vettura con due vittorie ed un secondo posto che avevano dato forma ad una classifica più che brillante.

Dall’altro lato, in casa Red Bull, i problemi erano emersi in maniera prepotente con una RB18 alle prese con noie che avevano evidenziato un’affidabilità intermittente. La vittoria di Jeddah era arrivata più per le doti di pilotaggio di Max Verstappen che per la forza di una vettura che aveva faticato nei cambi di direzione sfruttando però la sua miglior dote.

La velocità di punta che all’epoca era drasticamente superiore a quella della creatura di David Sanchez che non aveva ancora trovato la quadratura del cerchio sulla materia. Cosa poi successa con l’ala posteriore introdotta a Silverstone.

Il momento in cui Charles Leclerc impatta con le barriere nel tentativo di tenere il passo di Sergio Perez, Gp Imola 2022

F1. Gp Imola momento di svolta negativa per la Ferrari

Quando la F1 è arrivata sulle rive del Santerno qualcosa si è interrotto. La Ferrari è apparsa quasi intollerante all’aria di casa tanto da segnare un weekend nero in cui Sainz esce nelle fasi iniziali e Leclerc commette il primo, grave, errore della stagione. Episodio dal quale prenderà il via la rimonta di Verstappen che, oggi, alle porte della quattordicesima gara annuale, può contare su ben 80 punti di vantaggio sul monegasco che arrivava a Imola da leader con ben 46 lunghezze sull’olandese. Oggi la situazione si è ribaltata come un calzino.

Così come le inerzie che sono radicalmente mutate in favore della Red Bull che – e questo è piuttosto beffardo – non ha quasi mai dimostrato di possedere il mezzo migliore. Errori di guida abbastanza equidistribuiti tra i due Carlo, strategie ai limiti della follia e di certo fuori da ogni logica coerente (Monaco, Silverstone, Budapest gli esempi più fulgidi della confusione del muretto rosso) e affidabilità di una power unit tanto potente quanto fragile hanno ridimensionato le aspettative della gloriosa scuderia italiana che, ad un certo punto, tramite il suo principale esponente, Mattia Binotto, ha iniziato a rivedere al ribasso le speranze iridate.

Lo stesso dirigente che, dopo il 17 febbraio, in occasione della presentazione della F1-75, aveva apertamente alluso ai due titoli come obiettivo unico e primario in un campionato segnato dallo stravolgimento regolamentare che, stando alle ultime esternazioni di Mohammed Ben Sulayem, è ancora in corso di assestamento. Ma questo è un altro discorso che affronteremo in un focus specifico.

La china intrapresa dalla Ferrari suggerirebbe, è questione di logica, un cambio di passo. Una rimodulazione operativa da approntare laddove necessario. A partire dalla questione affidabilità che Maranello continua ad affrontare con quelle soluzione temporanee di breve termine che furono annunciate da Binotto immediatamente dopo il Gp di Spagna e che invece continuano a protrarsi in attesa che venga messo mano ad un programma di superamento delle difficoltà che dovrebbe realizzarsi solo in vista dell’anno venturo.

La vettura di Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) dopo il ritiro nel Gran Premio d’Austria 2022

Ad oggi i motoristi del Cavallino Rampante si limitano a garantire minor chilometraggio ai propulsori con una rotazione più spinta. Il che significa che le penalità continueranno a fioccare perché molte componenti sono al limite di quelle utilizzabili. Altri, invece, lo hanno sforato ampiamente quel guado. Già in Belgio la Ferrari potrebbe introdurre una nuova unità endotermica generando l’ennesimo arretramento in griglia. Ipotesi non confermate che si reggono su un solido pilastro logico.

Ed è anche questo che sta consentendo alla Mercedes, nonostante il divario prestazionale ormai acclarato, di tenersi in scia a soli trenta punti di distacco nel Costruttori. Ma il cambio di passo potrebbe essere facilmente operato su due punti che sono oggettivamente stati mal gestiti: visione strategica delle gare e management delle coppia piloti non andando ad individuare una prima guida che possa provare ad arginare lo strapotere di Verstappen e del suo efficacissimo muretto.


F1. Binotto fa il pompiere ma la sua strategia comunicativa è perdente

Ma pare che nulla di questo accadrà. Il paradigma adoperato per tredici GP verrà riproposto nelle ultime nove gare del campionato 2022. Non siamo noi a sostenerlo, bensì lo stesso Mattia Binotto.

Non c’è nulla da cambiare – ha spiegato il manager di Losanna al termine del disastroso Gp d’UngheriaPenso che sia sempre una questione di fiducia, apprendimento, esperienza, capacità di costruzione. Ma se guardo ancora al bilancio della prima parte di stagione non c’è motivo per cui dovremmo cambiare. Penso che dobbiamo semplicemente capire e affrontare e cercare di essere competitivi, come abbiamo fatto finora in 12 gare. Non c’è motivo per cui non saremo competitivi al prossimo GP“.

Stiamo vincendo e perdendo tutti insieme, Ungheria non è stata una delle migliori gare, ma penso che ci sia stato molto potenziale. Penso che dobbiamo concentrarci prima sul motivo della mancanza di velocità, affrontarlo e tornare ancora più forti“.

Mattia Binotto, team principal Scuderia Ferrari F1

Buoni propositi ma probabilmente insufficienti per dare una vera svolta al mondiale. Agire con le stesse modalità che hanno imperato da marzo ad agosto potrebbe non essere fruttuoso visti gli esiti. Ferrari dovrebbe avere il coraggio di affrontare scelte dure, impopolari, ma a questo punto necessarie. La solfa della squadra giovane è sinceramente ridondante. Professionisti come Inaki Rueda, uno dei principali imputati per scelte e decisioni risultate fallimentari, sono in sella da molto tempo. Nonostante reiterati errori.

Non si chiede un repulisti, né epurazioni come quelle viste negli anni passati. Il principio della ghigliottina e delle teste rotolanti non ha portato benefici nelle stagioni addietro. Servirebbe integrare le line-up e perfezionare le procedure, specie sotto stress.

Far passare l’idea che tutto proceda in un normale processo di crescita, come fa Mattia Binotto, è un errore concettuale che porta alla reiterazione di dinamiche inefficaci. Ferrari ha un capitale umano ed un potenziale tecnico enorme che va incanalato. Lo si faccia ad ogni costo per non deprimere un ambiente che deve cibarsi di entusiasmo.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari F1

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Diego Catalano