Formula 1

Norme fondo 2022: decisione politica o in nome della sicurezza?

Il mondiale di F1 2022 è iniziato con la presentazione delle attese nuove monoposto ad effetto suolo. Le soluzioni trovate dai team nell’interpretare il nuovo regolamento tecnico sono state molteplici, qualcuno più performante e qualcuna meno. Ciò con cui tutti hanno però dovuto fare i conti è stato il porpoising, ovvero il fastidioso saltellamento che si presente in modo particolare alle aste velocità.

I team hanno così iniziato una battaglia parallela a quella in pista, fatta di piccoli e grandi sviluppi per riuscire a limitare tale effetto. In F1 non ci sono però solo i ruota a ruota tra i pilota o la lotta tra i vari tecnici ed ingegneri; il gioco politico vuole infatti la sua parte e, con il problema del porpoising, ogni scuderia ha dovuto mostrare il proprio potere. Dalla tanto discussa Direttiva Tecnica al cambio regolamentare nel 2023, la politica è così diventa protagonista, sollevando quei dubbi a cui, dal Belgio in poi, solo la pista potrà dare risposta.

Dettaglio del nuovo fondo portato a Barcellona dagli uomini della Mercedes

F1. Regole 2023: team pronti a cambiare?

L’arrivo delle nuove vetture di F1 ad effetto suolo non ha portato con sé solo le diverse soluzioni che i team hanno studiato. La pista infatti, fin dai primi test, ha mostrato un dettaglio sfuggito ai calcoli e ai simulatori, ovvero il porpoising. Il fastidioso saltellamento si è presentato sulle nuove monoposto, costringendo così le scuderia a lavorare su alcuni sviluppi volti a limitare tale effetto. Tecnici ed ingegneri hanno così provato ad eliminare ciò che il nuovo regolamento tecnico aveva messo in pista.

Non tutte le scuderie sono però riuscite a sistemare la fastidiosa situazione, motivo per cui la politica che da sempre caratterizza la F1 è stata chiamata in causa. La TD39, pubblicata e imposta dalla FIA per motivi di sicurezza, ha così sollevato dubbi e polemiche; una modifica regolamentare a stagione in corso può infatti voler dire cambiare le forze in pista. Dopo i vari rinvii che la Direttiva ha subìto, in Belgio è attesa la sua entrata in vigore con possibili conseguenze che potrebbero stravolgere, in parte, la lotta per i titoli 2022.

Il lavoro tra le scuderie e la Federazione non si è però limitato al solo mondiale in corso. Le varie discussioni hanno infatti avito il principale scopo di trovare un compromesso tecnico in vista del prossimo anno. Un accordo che sembrava impossibile da raggiungere vista la contrarietà di ben sei team, tra cui Ferrari e Red Bull. Dopo mesi di battaglia politica è stato infine raggiunto un compromesso, pronto a passare nelle mano del WMSC come comunicato dal presidente della FIA. Le monoposto del 2023 saranno dunque più alte di 15 mm; un cambiamento piccolo se si guarda al solo calore numerico, ma che nasconde una grande vittoria politica da parte di chi ha insistito per averlo.

fondo Red Bull RB18

F1. Regole 2023: compromesso tecnico o vittoria politica?

Dopo le tante discussioni e le polemiche sollevate nel corso degli ultimi mesi, il regolamento tecnico per il 2023 sembra infine pronto a cambiare. Il World Motor Sport Council è infatti chiamato a deliberare sul compromesso che la FIA ha raggiunto con tutti e dieci i team di F1. Una soluzione, quella trovata, che dovrebbe limitare il fastidioso effetto del porpoising che ha caratterizzato le nuove vetture ad effetto suolo. Le monoposto saranno dunque 15 mm più alte, un valore all’apparenza insignificante ma che in realtà racchiude il vero gioco politico.

Dopo la pubblicazione della Direttiva Tecnica in Canada, la maggior parte dei team aveva sollevato i propri dubbi; non solo quelli inerenti la prontezza Mercedes di fronte al cambiamento, ma anche quelli legati all’imposizione di modifiche tecniche a mondiale ormai iniziato. Una battaglia che Red Bull e Ferrari in particolare hanno portato avanti, visto anche il buon lavoro svolto che ha portato i due team ad essere i migliori nel 2022.

Ai continui rinvii della TD39 si sono poi affiancate discussioni parallele in vista del prossimo mondiale. Modificare le vetture, anche se di poco, potrebbe infatti significare uno stravolgimento totale del lavoro presentato e sviluppato nel corso dell’attuale campionato. Una situazione che ha creato ulteriori dubbi, soprattutto di fronte a quella che sembra essere la vittoria della minoranza. La Direttiva Tecnica che entrerà in vigore in Belgio probabilmente non cambierà le attuali forze; ma quei 15 mm di compromesso potrebbe invece farlo, costringendo così la maggior parte delle scuderie a rimettere mano a progetti finora funzionanti.

Ferrari F1-75

Se da un lato solo la pista potrà fornire una risposta concreta, dall’altro appare chiaro quanto la politica conti all’interno del Circus. Una lotta parallela che ha sempre accompagnato i mondiali di F1, creando anche quella parte di spettacolo, fuori dai circuiti, che sembra mantenere vivo l’interesse di uno sport che sta cambiando. 15 mm non sembrano tanti, ma il peso che porteranno non sarà insignificante. Quel compromesso infatti non ha il sapore di vittoria che i sei team contrari si aspettavano; quella piccola misura racchiude invece tutto il potere di chi la politica sa come usarla, creando così una lotta di contorno a cui la FIA non sa evidentemente rinunciare.


Autore: Chiara Zambelli – @chiarafunoat

Foto: F1, Alessandro Arcari, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1

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Chiara Zambelli