“Max ha vinto il mondiale di F1 2022“. La prima frase dello scritto, cabala a parte, recita un possibilità più che fattuale. Restano otto round per confermarlo. Oppure, nell’ipotesi più improbabile, potrebbe arrivare secondo alle spalle di uno scatenato Leclerc, autore di un filotto stile Vettel nel 2013.
Tornando sul pianeta terra, le possibilità di osservare tale miracolo rasentano lo zero. Questo perché, ponendo il caso che il monegasco abbia la forza di vincere le restanti gare, il giovane talento di Hasselt potrebbe realizzare diversi piazzamenti sul podio, comodamente, e fregiarsi comunque del titolo piloti.
Le parole dell’olandese nelle consuete dichiarazioni in avvicinamento al week end sono banali. Come sempre, del resto, per qualsiasi pilota. Un esercizio che francamente serve molto poco alla stampa così come ai tifosi. Molto più interessante addentrarsi nei risvolti tecnici che faranno parte del fine settimana. Lo abbiamo fatto attraverso uno scritto dedicato disponibile a questo link.
Zandvoort non è Spa-Francorchamps. Trattasi di circuiti all’antitesi, basta una rapida occhiata per comprenderlo. Di conseguenza, i valori espressi nel bellissimo percorso che si srotola lungo i boschi delle Ardenne non saranno tali. Questo almeno sulla carta. Il team di Maranello non sarà limitato dal drag e potrà quindi far valere la sua caratteristica intrinseca principale: la deportanza.
Proprio per questo l’attuale leader della classifica iridata si professa preoccupato. Teme il Cavallino Rampante. Senza dubbio la compostezza dialettale porta ad un ragionamento del genere. Tuttavia allarmarsi per una una scuderia che pare impegnarsi, appena può, a rovinare tutto quello che di buono ha saputo esprimere il progetto F1-75, risulta assai simpatico per non usare aggettivi più denigranti.
La verità è un’altra. Benché la concentrazione della squadra austriaca resti altissima, in Red Bull stanno già “facendo festa”. Possono permetterselo per due ragioni: la prima, come detto, avere un avversario avvezzo all’harakiri reiterato come il Cavallino Rampante; la seconda nasce dalla consapevolezza dei propri mezzi.
“Speriamo di potere fare un buon lavoro“. Altra frase di Max che in tutta onestà affonda le proprie radici nella di certo non necessaria modestia. Si perché Red Bull, malgrado non godrà di un vantaggio come quello espresso in Belgio, ha tutte le carte in regola per vincere. Anche senza l’aiuto della Ferrari.
La solidità del gruppo di lavoro abbinata alle performance straordinarie della RB18 parlano da sole. Lo sa bene Mattia Binotto, unico vero preoccupato di tutta la faccenda. Ne ha parlato a margine dell’ultimo Gp, quando nè lui nè la GES sono stati in grado di spiegarsi un rendimento così completo dei bolidi austriaci. Gli uomini di Maranello hanno preso appunti e, i questi giorni (clicca qui per saperne di più), stanno esaminando al dettaglio i fatti per capirne qualcosa di più in chiave futura.
L’ultimo commento di Verstappen che merita attenzione è il successivo: “Ovviamente vorrei un buon risultato, ma la cosa più importante è fare punti.” Ecco, ci risiamo. Ma quindi Verstappen si accontenta di un secondo posto? Magari un terzo gradino del podio dietro ai ferraristi. O meglio ancora la quarta piazza pure alle spalle del compagno di squadra? Non scherziamo…
L’unico obbiettivo nella testa di Max resta la vittoria. Sempre e comunque. Per ottenerla farà di tutto. Incluso azzardare se l’occasione del corpo a corpo si palesa, come durante il primo giro a Spa dove in curva 9 ha chiuso la porta in faccia a Leclerc rischiando per un pelo il contatto. Chi invece non può assolutamente mettere nulla a repentaglio è proprio il monegasco. Lui sì che si trova in una situazione scomoda e verrebbe da dire, purtroppo, di certo non per colpa sua…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Oracle Red Bull Racing – Scuderia Ferrari