Ritardo: sostantivo femminile che in F1 riassume alla perfezione la stagione 2022 della Ferrari. Sì perché la storica scuderia sta gettando alle ortiche un’occasione davvero ottima. Il gap su Red Bull, in entrambe le classifiche, risulta parecchio alto. Molto di più di quanto dovrebbe essere considerando il progetto tecnico a disposizione. Troppi gli errori, i problemi tecnici e le indecisioni a livello strategico commesse durante gli ultimi mesi.
Uno scenario che si ripete e, al momento, non vede particolari soluzioni. Tante le parole ed i proclami, ma il risultato resta sempre il medesimo. La tela sulla quale è dipinto il quadro stagionale è abbastanza nera. Le tinte fosche sono interrotte da qualche pennellata di colore. Poche per un dipinto ancora incompleto ma che fondamentalmente esprime alla perfezione la condizione attuale del Cavallino Rampante.
La seconda parte del mondiale non promette. D’altronde, ponendo un semplice quesito, perchè l’andamento dovrebbero migliorare se la stessa dirigenza sostiene che, parole recenti di Mattia Binotto, per il futuro recente nulla cambierà? Sperare in un tracollo della squadra di Milton Keynes non sembra affatto realistico, soprattutto quando amministrare un tale vantaggio non appare poi così complicato per un team solido come quello austriaco.
“Spes ultima dea”, locuzione latina che sottolinea l’importanza di non mollare mai e sperare sino all’ultimo. Questo il messaggio di Laurent Mekies, direttore sportivo della rossa, che sottolinea la positività delll’umore a Maranello in relazione alle prossime gare. Un approccio senz’altro corretto che tuttavia deve trovare supporto negli atti. Una strategia volta alla rimonta, possibile secondo l’eforato Ferrari.
La coesione resta tale, questo lo stato d’animo del gruppo di lavoro che affronterà i restanti nove round del campionato. Il pulsante reset è stato premuto a margine di ogni giornata no. Il timone resta saldo nelle mani di Mattia, team principal spesso criticato ma capace di non perdere l’entusiasmo per guidare tecnici, meccanici e piloti. Dare un’occhiata al recente passato significa imparare dai propri errori, aumentare le motivazioni e credere in se stessi. Questo, in estrema sintesi, il messaggio del francese ex FIA.
Un’ulteriore considerazione viene spesa per il figliol prodigo, talento eccezionale. Laurent sostiene che Charles sia un “pilota autonomo”. Che sappia gestire la vettura portandola sempre al limite, in ogni condizione. Lo stesso Carlos, potremmo aggiungere noi, ha ultimamente dimostrato di saper cosa fare. Lo abbiamo capito ascoltando le comunicazioni radio. Peccato che, come detto, diversi fattori abbiano inficiato negativamente.
Avere fiducia nel proprio io significa essere capaci di fronteggiare uno status indesiderato. L’autostima implica una valutazione positiva del baglio tecnico relativo alle caratteristiche personali. D’altra parte, senza una buona opinione di se, generare stabilità per trattare con successo se stessi ed esaltare le caratteristiche personali non è possibile.
C’è una vecchia barzelletta che fa al caso nostro, utile per rendere noto il tassello che manca alla considerazione dell’ultimo paragrafo. Un pugile è sul ring. Malgrado stia combattendo con tutte le forze sta perdendo. É una maschera di sangue. Tra il pubblico la madre è seduta vicina ad un prete. “Padre ci dia una mano. Faccia una preghiera per mio il mio ragazzo”. Il membro del clero sorride e accetta la richiesta per poi aggiungere un’osservazione. “Signora io prego, ma se suo figlio da qualche cazzotto è meglio…”
Parafrasando la storiella umoristica risulta chiaro come le chiacchiere, una volta per tutte, debbano lasciar spazio alle bordate che Red Bull dovrebbe ricevere per finire al tappeto. Contesto che potrebbe non essere comunque sufficiente per mettere KO un team assai preparato come quello austriaco.
Sebbene remare all’unisono verso l’anelito tanto bramato possa risultare l’approccio corretto, la fattualità deve palesarsi trasformando bramosia e auspici in realtà. Per farlo non basta la sola volontà. I risultati devono sorreggere un’impostazione giusta ma inutile se non corroborata dalla pista. Ecco perché, d’ora in poi, il “silenzio” della Ferrari in merito ai desideri, potrebbe essere più utile di quanto si possa pensare…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari