Sono giorni di pausa forzata per la F1. Il Circus, in questi momenti, doveva dirigersi verso Sochi, Russia. I drammatici eventi bellici che purtroppo sono ancora in corso hanno determinato un normale irrigidimento della FIA e di Liberty Media che hanno voluto chiudere i ponti con il Paese guidato da Vladimir Putin annullando di fatto la gara che non è stata riprogrammata. Ecco che ci troviamo dinnanzi ad una pausa più ampia di quella inizialmente prevista.
In questo contesto, dunque, è normale ritornare sui temi scaturiti dal Gran Premio di Monza e che sono tuttora caldi. Uno di questi è chiaramente quello relativo all’utilizzo della Safety Car che ha fatto inalberare – senza giusta ragione – Ferrari e persino i vincitori della Red Bull.
I suddetti protagonisti non avevano valide ragioni per scagliarsi con ferocia contro la direzione visto che tutto si è svolto nel rispetto scrupoloso delle regole. Diverso è, chiaramente, il discorso sulla tempistica della delibera e sulla goffaggine dell’intervento. Su questo frangente le rimostranze sono assolutamente ricevibili.
L’Aston Martin guidata da Bernd Maylander che entra dinnanzi a George Russell, terzo, e non davanti al leader del gran premio per concludere alla lentezza dei commissari nell’intervenire non sono cose che possiamo considerare normali. Trattasi di errore che non poteva essere sanato con una topica ancora più grave come quella commessa, l’anno scorso, ad Abu Dhabi.
Qualcuno ha invocato l’utilizzo della bandiera rossa nella controversa circostanza brianzola. Ma non per ragioni di sicurezza, bensì per alimentare l’azione. Ma non c’erano gli estremi per farlo. Ed in supporto di tale evidenza viene ancora una volta il regolamento che più o meno spiega che se c’è una macchina ferma fuori pista si usa la VSC per rallentare i piloti.
Se, come nel caso di specie, la vettura è ferma in pista e in zona pericolosa allora interviene la SC. Se, in ultima battuta, la pista è ostruita o c’è grave pericolo si fermano le operazioni a mezzo bandiera rossa. Per questi dettagli vi invitiamo a consultare il nostro focus regolamentare (leggi qui).
C’è poco da fare: con questo regolamento i finali di Gran Premio sotto safety car sono possibili. Così come lo era l’anno passato ad Abu Dhabi quando Michael Masi avrebbe dovuto fare esattamente ciò che ieri ha fatto la direzione gara. Ma questa è un’altra storia che ormai è stata sommersa da sacrosante osservazioni che hanno determinato legittime epurazioni e necessarie riscritture regolamentari per offrire un testo più completo ad esperti che siano tali.
A conferma che tutto sia stato svolto in aderenza alla più elementari regole codificate arriva il giudizio di Andreas Seidl, team principal della McLaren che sopisce con chiarezza le polemiche il cui rumore risuona ancora. “Alla fine – ha spiegato ai microfoni di RTL – la direzione gara ha semplicemente applicato le regole esistenti. Ed è stato giusto così“. Sentenza lapidaria di un dirigente scafato e che aveva uno sguardo più distaccato sulla vicenda.
“Penso che dovremmo ricordare che, dopo i fatti di Abu Dhabi, ci sono state molte discussioni tra la FIA, la F1 e tutti i team coinvolti per vedere come le regole potessero essere cambiate per far sì che le gare non finissero mai dietro la safety car. Non abbiamo accettato alcun cambiamento perché non siamo riusciti a trovare una soluzione migliore che fosse anche sportivamente corretta. Alla fine abbiamo votato perché le regole restassero così come sono, e per quanto mi ricordo ogni singolo team ha votato in questo modo. Ecco perché penso che dovremmo chiudere la questione”.
La vicenda è invece ancora aperta perché, a livello concettuale, chi detiene il pacchetto di maggioranza della F1 la vede in maniera diversa. “Tralasciando le polemiche, Abu Dhabi 2021 è la soddisfazione più bella da capo della Formula Uno. Spero che possa diventare una consuetudine, sarebbe un sogno che ogni Mondiale si decidesse nel gran premio finale”.
Parole riferite da Stefano Domenicali (leggi il focus completo) che svelano quale sia la linea che il Circus intende sposare. Spettacolo prima di ogni cosa, anche al di sopra dei testi scritti. I team, invece di spaccarsi curando i propri interessi particolaristici, hanno una forza enorme: quella di determinare, se riescono ad essere compatti, che lo show non prevalga sul diritto. Auguriamoci che su questa dinamica specifica il fronte resti solido. A lungo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing