Formula 1

La credibilità del “Sistema F1” dipende dal futuro sportivo di Audi e Porsche

La clamorosa rottura della trattativa tra Red Bull F1 e Porsche si presta a diverse interpretazioni e apre nuovi scenari. Fino a qualche settimana fa tutti gli indizi facevano pensare che l’annuncio della partnership fosse una semplice formalità. A posteriori, alcuni avvenimenti assumono un carattere significativo.

L’estensione della collaborazione tra la divisione Red Bull Powertrains e HRC fino al 2025 è la logica conseguenza dei lusinghieri risultati conseguiti in pista. Nonostante Honda non sia impegnata in veste ufficiale, per il colosso nipponico Red Bull resta la migliore opzione per pianificare un ritorno in grande stile nel 2026.

Per il team di Milton Keynes, HRC rappresenta un partner affidabile e discreto che durante il lungo sodalizio non ha esercitato alcuna ingerenza nelle scelte operate dal suo partner. Altrettando avvenimento significativo è stato l’annuncio dell’ingresso della sola Audi in occasione del gran premio del Belgio. Da quel momento sono circolate voci sempre più insistenti in merito alla rottura delle trattative tra Red Bull e la storica azienda di Stoccarda.

Render della possibile livrea Red Bull – Porsche

I vertici del team anglo-austriaco hanno compreso che il rapporto di collaborazione avrebbe creato un’organizzazione costantemente alla mercé di un consiglio di amministrazione con sede in Germania. Il top management di Red Bull Racing avrebbe perso la libertà di azione tipica di un team indipendente. Uno scenario in cui anche la posizione di figure apicali della scuderia, come Christian Horner, poteva essere riconsiderata.

Il dietrofront del team che sta guidando il campionato 2022 è di fatto una cocente sconfitta sul piano politico per Porsche. La casa automobilistica tedesca aveva posto le basi per entrare in Formula 1 dalla porta principale, attraverso la partnership con la compagine che sta iniziando una nuova era dominante nella categoria regina del motorsport. Ammesso che il business plan di Porsche resti immutato, qualsiasi altra opzione non potrà fornire a medio termine la competitività garantita da Red Bull.

Il piano strategico della casa di Stoccarda non prevede l’ingresso nel Circus come semplice fornitore di power unit. In modo analogo a quanto Audi sta pianificando con il team Sauber, nelle intenzioni del top management della Porsche l’intento è quello di avere il controllo della partnership, motivo per il quale Red Bull ha deciso di fare marcia indietro.

Mentre per Sauber, un’eventuale acquisizione di Audi potrebbe essere la migliore opzione per la sopravvivenza stessa del team, la quasi totalità delle scuderie sono l’espressione di colossi industriali poco propensi a cedere la propria identità sportiva.

Valtteri Bottas (Alfa Romeo Racing) in azione durante il Gp di Miami

F1. Il ritorno del marchio Porsche nel Circus è diventato inaspettatamente complesso.

Improvvisamente lo scontato ingresso del marchio Porsche in Formula 1 a partire dalla stagione 2026 è diventato tremendamente complesso. E’ bene ricordare che Audi e Porsche sono i “luxury brand” del gruppo Volkswagen, il cui avvento nella massima categoria del motorsport, è stato fortemente sostenuto dalla FIA e da Liberty Media.

Il regolamento tecnico delle Power Unit approvato il 16 Agosto dal Consiglio Mondiale della FIA, recepisce sostanzialmente tutte le richieste tecniche del colosso di Wolfsburg affinché i propri marchi potessero competere ai massimi livelli senza pagare l’inevitabile scotto del noviziato.

E’ inverosimile che la casa di Stoccarda possa entrare in Formula 1 dalla porta di servizio, attraverso la collaborazione con team dal nobile passato ma dal mediocre presente come McLaren e Williams. Una suggestione potrebbe essere il sodalizio con il team Andretti che nel prossimo campionato unirà il proprio destino sportivo con Porsche nel campionato di Formula E.

Monoposto del Team Avalanche Andretti che dal 2023 sarà equipaggiato dalla powertrain Porsche

Uno scenario che, sulla carta, potrebbe garantire la tanto desiderata governance del team alle figure apicali di Stoccarda ma che al tempo stesso rappresenterebbe una grande scommessa. Michael Andretti lo scorso anno aveva tentato l’acquisizione della Sauber per entrare nel Circus e, dopo il fallimento della trattativa con il proprietario Finn Rausing, il figlio di “Piedone” ha presentato la sua richiesta alla FIA per essere selezionato come 11esimo team.

L’ingresso della realtà statunitense è osteggiato dalle scuderie attualmente impegnati in Formula 1 per la mera suddivisione dei dividendi. Tuttavia, in un momento storico che vede il baricentro della serie spostarsi sempre più verso gli USA, sia in termini di eventi che di spettacolarizzazione dello show, tale opposizione sembra anacronistica rispetto alla visione di Liberty Media.

La sede operativa della Porsche

F1. La credibilità del “sistema F1” dipende dal futuro sportivo di Audi e Porsche

Il caso Red Bull – Porsche è seguito con molta attenzione dalla Federazione Internazionale e da Liberty Media. In termini di immagine, e non solo, la retromarcia del team di Milton Keynes ad un metro dal traguardo è uno “schiaffo” che i vertici del gruppo Volkswagen potrebbero non digerire. Aver perso il braccio di ferro con un colosso di bibite energetiche in merito alla futura conduzione del team potrebbe avere delle ripercussioni. Potrebbe essere riconsiderato ad esempio l’impegno di Audi.

Spaziando nel campo delle ipotesi, una mossa del genere rappresenterebbe una enorme sconfitta per l’intero sistema della Formula 1: il regolamento tecnico in base al quale saranno progettate le power unit dal 2026 recepisce le principali richieste del colosso di Wolfsburg, ritenute mandatorie per l’ingresso di Audi e Porsche nella classe regina del motorsport. Al momento non è chiaro se Audi abbia sottoscritto accordi vincolanti con Liberty Media e FIA, tuttavia un eventuale disimpegno della casa di Ingolstadt sarebbe un duro colpo per la Formula 1.

Per assurdo i costruttori già impegnati nel Circus dovrebbero sviluppare nuove unità di potenza secondo criteri favorevoli a soggetti che non si potrebbero presentare ai nastri di partenza della stagione 2026. Se questo remoto scenario di verificasse i veri sconfitti sarebbero la Federazione Internazionale e i padroni del vapore di Liberty Media


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1, Porsche, Oracle Red Bull Racing

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