Quando, tra qualche tempo, andremo a rileggere la storia del campionato di F1 2022 osserveremo un dominio schiacciante da parte di Red Bull. Una verità di superficie perché sotto questa evidenza c’è dell’altro. Ossia il modo in cui la scuderia di Dietrich Mateschitz è riuscita ad aprire il gap sulla concorrenza. Specie sulla Ferrari, unico avversario veramente credibile per Max Verstappen ed i suoi.
La verità è che, almeno fino al Gran Premio d’Ungheria, la F1-75 era apparsa quando meno sullo stesso livello della RB18. Anzi, a dirla tutta, si era lasciata preferire nella maggior parte delle gare. Ma una serie di fattori avversi frutto di errori strategici, di qualche leggerezza commessa dai piloti e dipendenti da un’affidabilità precaria, hanno messo la creatura di Adrian Newey, che pure aveva cominciato la stagione balbettando, nelle condizioni di salutare la truppa involandosi nell’iperspazio.
Red Bull, insomma, deve dire grazie alla Ferrari che non è riuscita a scappar via quando era in condizioni tecniche per farlo. Un’evidenza sottolineata da Max Verstappen che ha spiegato come, in prima battuta, la RB18 fosse una vettura limitata da un peso eccessivo.
“All’inizio dell’anno ci mancava ritmo. Dovevamo essere perfetti per vincere le gare. L’auto era molto in sovrappeso, il che la rendeva pigra. Il bilanciamento non era ottimale a causa di una non perfetta distribuzione del peso. Questo generava molto sottosterzo“. Condizione che sappiamo essere particolarmente invisa al campione del mondo.
Parole che non lasciano adito ad interpretazioni diverse: Red Bull ha potuto vincere alcune gare grazie all’altrui imperfezione. Vedasi una Mercedes persa dietro i problemi di porpoising e una Ferrari pasticciona e dilapidante.
“Se abbiamo ottenuto dei buoni risultati all’inizio lo abbiamo fatto grazie alla strategia e altre cose del genere, non certo per il ritmo che potevamo esprimere. Ciò spiega anche perché abbiamo più vittorie che pole position”.
Le difficoltà della Red Bull si sono via via risolte grazie ad un progressivo sviluppo della RB18. La capacità di evolversi, forse, è stato l’anello debole della catena rossa. “La lotta con la Ferrari credo che sia stata molto ravvicinata fino a due gare fa. Da Spa Francorchamps – ha spiegato Max – le cose sono cambiate; ma fino ad allora è stata un’intensa battaglia tra vincere e arrivare secondi“.
“Le ultime gare sono andate davvero bene. Come ho già detto credo sia stato essenzialmente per i problemi di peso. La pressione, anche in queste circostanze, non ti abbandona mai. Vogliamo sempre ottenere il massimo dal nostro pacchetto. La classifica non conta. Avere questo vantaggio è fantastico, ma vogliamo vincere più gare“.
Max non è pago, il leone è ancora affamato. A Monza, dove conta l’efficienza aerodinamica e la capacità di generare elevate velocità di punta, l’olandese punta a scavare ancora più in profondità il solco già aperto sulla concorrenza. L’obiettivo è archiviare subito entrambe le pratiche iridate in modo da poter iniziare a programmare un 2023 in cui il pilota e il suo team vogliono essere ancora assoluti protagonisti.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing Team