Ancora un giorno e il week end del Gran Premio d’Italia di F1 potrà dirsi avviato. Le classiche conferenze stampa saranno l’atto iniziale di un evento carico di simbolismo. Monza, difatti, festeggerà il centesimo anniversario dalla sua nascita. Previste manifestazioni ad hoc e celebrazioni che investiranno la stessa Ferrari che, come anticipato in alcune immagini, potrebbe presentare una livrea speciale per sugellare il momento.
Il futuro del tracciato che nasce nelle adiacenze del Lambro è in bilico. Per ora sono assicurate altre tre edizioni oltre a quella che si disputerà domenica. Dopo il 2025 si scorge all’orizzonte solo un enorme e minaccioso punto interrogativo perché le necessità di Liberty Media non si sposano con quelle di una realtà troppo ancorata alla sua storia ed incapace di rimodellarsi per garantirsi un futuro luminoso. Ma di questo ne abbiamo parlato in un focus specifico che potete consultare al seguente link: leggi qui.
La Ferrari arriva in terra lombarda con ferite pulsanti e che difficilmente si rimargineranno. Spa e Zandvoort, ma anche le precedenti Hungaroring e Paul Ricard, sono stati pugni in pieno volto, quando la guardia era stata pericolosamente abbassata pensando di avere tra le mani un mezzo tecnico che, alla lunga, si sta rivelando perdente rispetto ad una RB18 che cresce di gara in gara.
Se fino a qualche tempo fa potevamo affermare con minimi margini di errore che il deficit accumulato da Maranello nei confronti dei “bibitari” dipendesse da strategie disastrose e da un certa fragilità palesata dal V6, oggi è chiaro che la differenza la stia marcando l’aspetto tecnico.
La F1-75 è una vettura apparsa immediatamente pronta. Sin dai test di Barcellona, Sainz e Leclerc riuscivano ad abbattere i tempi con una facilità sconvolgente. E’ apparso chiaro sin da subito che la vettura progettata da David Sanchez potesse essere vincente. Dopo le prima gare si è pensato che potesse addirittura diventare dominante viste per prestazioni offerte.
Poi è arrivato il Gp di Imola che ha sancito la prima cesura stagionale. E non tanto per l’errore di Leclerc seguito a quello inziale di Sainz, ma perché è coinciso con il momento in cui in Red Bull hanno massicciamente iniziato a sviluppare la vettura. Da quell’istante si è avviata una striscia di vittorie che la Ferrari è riuscita a spezzare saltuariamente e con poca continuità. Fino ad arrivare, prima della pausa estiva, a perdere contatto dalla creatura di Adrian Newey che ha preso a dettar legge con una certa sfrontatezza.
La misura della frenata tecnica della Ferrari è rappresentata dal recupero della Mercedes che a inizio anno prendeva una paga smisurata e che oggi, almeno in gara, è in grado di stare vicina – se non di superare – la F1-75. E la cosa, nonostante a Brackely non abbiano assaporato il gusto della vittoria, si riverbera in una classifica fattasi preoccupante visto che le lunghezze di distacco tra le due realtà sono appena 30. L’idea che la Mercedes possa terminare terza sarebbe una beffa epica per chi si era presentato ai nastri di partenza, e citiamo Mattia Binotto, per lottare per entrambi i titoli.
In un clima interno votato alla generale mestizia la Ferrari si presenta dinnanzi ai suoi tifosi che, di contro, vorrebbero assistere ad una gara dipinta di rosso. L’autodromo brianzolo sarà pieno come un uovo. La prevendita, partita mesi fa, ha avuto una durata lampo visto che i biglietti sono andati esauriti in pochi giorni. La cosa si è verificata quando Leclerc guidava la classifica e rimandava all’idea di poter finalmente fregiarsi di quel titolo inseguito dal lontano 2007.
Molta acqua sotto i ponti è passata ed oggi sembra piuttosto difficile che la F1-75 possa esaltarsi un un ring in cui serve efficienza aerodinamica e spiccate doti velocistiche. Elementi che in Ferrari hanno smarrito e che invece in Red Bull abbondano con una certa sfacciataggine.
Ad oggi ritenere Verstappen il vero e solo favorito per vincere la gara è un’evidenza difficilmente confutabile. Sainz, tra l’altro, potrebbe incappare in una penalità per la sostituzione della power unit lasciando Charles Leclerc solo a lottare contro il duo di Milton Keynes. Perché, stante i tratti di dominanza palesati dalla RB18 quando ci sono lunghi rettilinei, sembra improbabile che il messicano non sia della partita.
Se esistesse il fattore campo in F1 quella di domenica potrebbe essere una giornata da incorniciare e da tramandare a future narrazioni. Ma, purtroppo, il pubblico amico poco può fare molto per soffiare alle spalle delle rosse offrendo qualche chilometro in più di velocità di punta ai due fantini del Cavallino Ramante.
La Ferrari, salvo stravolgimenti che magari potrebbero presentarsi sotto le sembianze di Giove Pluvio, è quasi rassegnata al suo destino. Che difficilmente non si compirà. Vincere a Monza sarebbe una soddisfazione enorme per tifosi e team, ma bisogna rifuggire da quella mentalità un po’ provinciale, non ce ne voglia il buon Jean Alesi, secondo cui un trionfo in terra italiana varrebbe una stagione.
Maranello deve alzare l’asticella e puntare ad essere costantemente all’altezza del suo nome, della sua storia e del suo blasone nobiliare. La vittoria del singolo evento è una soddisfazione effimera e che il tempo si porta rapidamente via. Tornare sul tetto del mondo del motorsport: questo è ciò che davvero conta.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, Mercedes AMG F1 Team