Formula 1

I “disastri” Ferrari che non finiscono mai

C’è un modo di dire che afferma “altro giro, altra corsa”. Adattandolo alla F1 potrebbe essere “altro lunedì, altro giorno per analizzare i disastri in casa Ferrari“. Perché no… d’altronde oramai questa sembra essere la prassi consolidata per la storica scuderia italiana.

Per fortuna c’è la coerenza di alternare i weekend negativi tra i due piloti: una volta tocca a Charles Leclerc ed un’altra a Carlos Sainz, giusto per non fare preferenze. Sia mai che venga sancita una prima guida – seconda guida, anche nelle circostanze spiacevoli.

E così ieri il Cavallino Rampante è riuscito a portare a casa perlomeno un terzo gradino del podio che, chissà come mai, non fa gioire e non consola a dovere il diretto interessato Leclerc, la cui eloquente espressione dipinta sul volto parlava più di tante parole.

F1. L’espressione eloquente di Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) sul podio di Zandvoort

D’altro canto, l’ottavo posto (in pista) del suo compagno di squadra è anche peggio: talmente inglobato da una serie di spiacevoli coincidenze, che persino un gatto nero avrebbe pietà di cambiare strada pur di non infierire ulteriormente.

La gara del madrileño è iniziata già con dei presupposti particolari: in partenza, arriva l’immediato contatto con il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che seppur lieve, ha ugualmente portato un po’ di squilibrio imprevisto nella gestione della gara.

Al quindicesimo passaggio, il rientro in pit per sostituire la gomma rossa con la gialla, ha dato il via all’imbarazzante catastrofe: una sosta di ben 12 secondi ha demolito la buona prestazione (sino a quel momento) di Carlos, il quale rientrando dodicesimo in pista ha dovuto pensare a ricostruire completamente la sua gara.


F1. Scuderia Ferrari: i disastri degli uomini di Carlos Sainz

Tale siparietto ha dell’incredibile: al momento del pit stop, su 4 pneumatici ne erano pronti solamente 3. Chissà, forse volevano sorprendere le altre scuderie adottando l’insospettabile strategia di correre con una classica Apecar. La spiegazione del team principal Mattia Binotto sarà che la sosta è stata progettata agli sgoccioli ed in poco tempo, per cui il madrileno è rientrato quando di fatto i suoi uomini non erano ancora pronti.

In concomitanza con il cambio gomme di Sainz e nel box appena accanto, era in corso anche quello di Sergio Perez: nel marasma Ferrari, uno degli uomini lascia cadere involontariamente una pistola per terra, in una zona in cui chiaramente non avrebbe dovuto esserci null’altro.

Logica conseguenza, Checo nel ripartire passa con entrambi gli pneumatici di destra su tale attrezzo, ed anche se per fortuna tale manovra non si è tradotta in alcuna foratura per il messicano, per lo spagnolo invece si è trasformata nell’incubo della prima possibile penalità.

F1. Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing F1) passa con la posteriore destra sulla pistola degli uomini Ferrari

Anche perché in quel caso, pur non essendo direttamente sua responsabilità, è chiaro che da regolamento a pagarne le conseguenze sia comunque il pilota stesso.

Ma se è vero che non può sempre piovere sul bagnato, in questo caso invece ha addirittura metaforicamente diluviato: sulla base di una gara da ricostruire con non poca fatica, il terzo pit stop di Carlos al tornata 58, ha contribuito a distruggere del tutto quanto aveva conquistato sino a quel momento.

La penalità comminatagli ha tale provenienza: l’iberico riceve il via libera in uscita dall’area di parcheggio, ma ha dovuto repentinamente cambiare traiettoria, per non colpire un meccanico McLaren intento a lavorare sulle manovre per il pit.

Alle sue spalle nel contempo stava arrivando Fernando Alonso che, assistendo a tale scena, ha prontamente inchiodato per evitare il contatto in pitlane: palese unsafe release notato dai commissari, 5 secondi di penalità, ed arrivederci Zandvoort.

F1. L’unsafe release di Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) e l’arrivo di Fernando Alonso (Alpine F1)

Che dire, amaro boccone da mandar giù per Carlos che dal canto suo, tenta la propria difesa affermando che non si è trattato di unsafe release, quanto piuttosto di una necessaria manovra di emergenza fatta esclusivamente per evitare il meccanico McLaren sulla sua traiettoria.

Insomma, un altro fine settimana da cui in casa Ferrari hanno qualcosa da imparare: il trend in negativo sta pericolosamente diventando una costante, e la colpa non può essere attribuita totalmente alla direttiva TD039. Ed anzi, a dire il vero tale “giustifica” non viene neppure menzionata.


F1. Nico Rosberg VS Mattia Binotto: non ci sono più scuse

Il diretto interessato Mattia Binotto continua a sostenere la tesi che il team sia solido e che la stabilità al suo interno sia fondamentale: ragion per cui non ritiene necessario alcun cambiamento, anche perché è certo di avere i migliori uomini pronti ad adattarsi nel progredire gara dopo gara.

Ma a storcere il naso in questa circostanza, come se già non bastasse una tifoseria globale, si inserisce anche l’ex campione del mondo 2016 Nico Rosberg: sostiene che persino in Formula 2 e 3 sarebbero capaci di gestire meglio determinate dinamiche, e che non è più sostenibile proseguire su questa scia.

F1. Nico Rosberg, campione del mondo 2016 (Mercedes)

Oltretutto evidenzia anche che durante questa ripresa la F1-75 si sia dimostrata leggermente sottotono, per cui è necessario che sia trovata una risoluzione anche in tal senso. Ma pare essere stringente la problematica di ciò che avviene alle spalle, piuttosto che non in pista:

Nico arriva a dichiarare in maniera velata, che probabilmente sarebbe opportuno sostituire direttamente il team principal, quasi come capro espiatorio di tutto. Sottolinea quanto spesso si dica che Binotto sia un tecnico, aggiungendo però che invece sarebbe forse necessario avere un leader nelle vesti di manager aziendale.

Mere congetture ed “accuse” che però, chissà se almeno interiormente riescono ad istillare qualche dubbio nel back del mondo Ferrari.


F1 Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mattia Binotto, Nico Rosberg

Condividi
Pubblicato da
Silvia Napoletano