E se la F1 si stesse preparando ad essere ancora più americana? Direte voi, più di quanto non lo sia diventata in determinati aspetti? Facciamo un passo indietro e riavvolgiamo il nastro sette giorni fa, al venerdì che nel GP del Belgio. Location: la pit lane nella consueta presentazione delle novità tecniche portate dai team. In quella circostanza, un po’ per “divertire” i tifosi col pass vip, un po’ per allenarsi, si effettuano prove di cambio gomme. A Spa, come vi mostreremo più avanti, si è vista una cosa singolare messa in scena dagli uomini della Haas.
Nelle simulazioni di pit stop effettuate con la vettura spenta, spinta solitamente da tre meccanici, gli operatori che lavoravano alle coperture erano meno di quelli che solitamente siamo abituati a vedere. Nelle normali procedure vi sono tre uomini per ogni copertura. Uno è addetto alla pistola idraulica, quindi a svitare ed avvitare il dado sul mozzo, un altro si occupa dello pneumatico usato che sposta una volta che il primo specialista ha liberato l’elemento. Il terzo è colui il quale gestisce la ruota nuova che viene agganciata alla macchina e assicurata al mozzo dall’addetto che manovra la pistola.
Un balletto armonico, una danza sincronizzata alla quale siamo abituati e che è in grado di orientare le sorti di una gara. E, perché no, di un campionato del mondo. Ebbene, a Spa Francorchamps, qualcosa è cambiato. Per ora una prova effettuata dalla suddetta compagine americana e dalla Alfa Romeo. Due franchigie che hanno effettuato test con meno uomini. Uno, infatti, è stato il meccanico ad occuparsi della singola ruota: svitava il mozzo, riponeva la pistola, toglieva la gomme usata, prendeva e riposizionava quella nuova, riafferrava l’avvitatore pneumatico e serrava il dado all’apposita filettatura.
Visto che usiamo circostanziare le nostre osservazioni alleghiamo alcuni screenshot di un video spartano girato ad immortalare quei momenti. Per motivi di copyright i giornalisti accreditati non possono divulgare sequenze video, ecco perché ci limitiamo a questa breve gallery di non eccelsa qualità.
Che in F1 si viva una profonda spending review è un fatto acclarato e che va avanti da diverse stagioni. Il budget cap, per regolamento, si fa sempre più stringente. Nel 2026, quando il Circus affronterà una nuova sterzata tecnica (stavolta sul fronte delle power unit) saranno soli 130 i milioni i dollari a disposizione delle squadre. Immaginare di ridurre le maestranze addette ai pit stop – con comunque non si occupano solo di questo aspetto in un team – potrebbe andare nella direzione di una massiccia semplificazione delle operazioni.
Meno personale da formare, meno personale a viaggiare. Strutte più snelle, costi decurtati soprattutto a fronte di un calendario composto da 24 gare. Chiaramente una modifica così radicale porterebbe la F1 a somigliare sempre più alle categorie del motore “made in USA”. E soprattutto stravolgerebbe un momento iconico della massima categoria. Ovviamente, con un singolo operatore per ruota, le operazioni si allungherebbero a dismisura e i margini d’errore crescerebbero in maniera esponenziale.
Si andrebbe, dunque, a raggiungere un doppio obiettivo: riduzione dei costi ed accrescimento dell’imprevedibilità. A tutto vantaggio dello spettacolo. Non altro che ciò che chiede Liberty Media da quando si è insediata al timone della serie. Per ora non ci sono indicazioni che si possa arrivare alla svolta, ma il solo fatto che due team provino il “pit stop light” dà una tendenza piuttosto chiara di ciò che potrebbe verificarsi in un futuro non molto lontano. A meno che non si sia trattato di un semplice allenamento per abituare un singolo specialista alle tre fasi necessarie a completare le operazioni…
Autore e foto pit stop: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1
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quand'è che LM farà prove di autodistruzione?
Se si vuole risparmiare soldi e ambiente perché non abolire il pit stop obbligatorio lasciando la scelta ai teams e prevedendo pneumatici che durino tutta la gara come fecero nel 2005 (per azzoppare Ferrari tra l'altro)?