Formula 1

Gestione termica delle gomme: la sfida che Mercedes vuole vincere nel 2023

Può una vettura di F1, dunque un mezzo meccanico, essere bipolare? Chiaramente no. Ma, nel caso della Mercedes, sicuramente possiamo parlare di una macchina dal comportamento ambiguo, incoerente, altalenante. Una monoposto prevedibile nel suo essere imprevedibile.

Non ci riferiamo al pompaggio aerodinamico o all’incapacità di generare solide performance; ciò che intendiamo mettere sotto la lente d’ingrandimento è la differenza di efficacia che il mezzo esprime nelle qualifiche rispetto a quello che è capace di sviluppare durante i 300 chilometri domenicali.

Un paradosso perché durante il gran premio, e il distacco esiguo dalla Ferrari in classifica sta lì a dimostrarlo, le cose migliorano in maniera decisa. Anche se una vittoria di tappa non è arrivata, anche se la W13 è stata in grado di ottenere una pole position all’Hungaroring, un tracciato che poco doveva addirsi alle sue caratteristiche. Incoerenza, appunto.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG) lascia i box per affrontare un Hungaroring bagnato – Gp Ungheria 2022

F1. Mercedes a doppia velocità: questione di temperature

Quella della Stella a Tre Punte è stata – e probabilmente lo sarà fino all’ultima giornata – una stagione turbolenta. Anche se la Freccia d’Argento è cresciuta sensibilmente nella seconda metà dell’annata, avvicinandosi alla Ferrari e (meno) alla Red Bull, le occasioni per competere per la vittoria sono state risicate e dipendenti da fattori aleatori.

La ragione di questa discrasia è da ricercarsi sostanzialmente nella capacità non spiccata della monoposto di mettere le gomme Pirelli nella giusta finestra operativa. Operazione mai lineare e che, dopo sedici gare, non è stata compresa nelle sue procedure. Lo hanno confermato a più riprese gli ingegneri e lo ha ribadito con forza anche George Russell all’indomani del Gran Premio d’Italia che il britannico ha chiuso in terza piazza.

L’anomalia di un comportamento ormai ciclico è che, quando manca l’ultimo respiro di un mondiale meno tirato di quanto Liberty Media desiderasse nei suoi sogni più dolci, in Mercedes non abbiano ancora inteso perché la cosa avviene. “È qualcosa che noi, dopo 16 gare, stiamo ancora cercando di comprendere“. Questo il commento lapidario del giovane pilota di King’s Lynn.

Max Verstappen, Charles Leclerc e George Russell: il podio dei 24enni della F1

In Mercedes rasentano la perfezione nella gestione termica durante la gara, specie dopo i primi giri di warm-up che devono essere effettuati in numero maggiore rispetto alla concorrenza. Ma, una volta che il prodotto è entrato nella finestra operativa, la W13 risulta la vettura che meglio tratta gli pneumatici.

Lo dimostra la gara monzese ci Hamilton che ha potuto “pittare” molto tardi senza perdere fatalmente prestazioni. Proprio l’attitudine ad impiegare più tempo per attivare i compound è l’elemento che determina le difficoltà durante le qualifiche.

Altre vetture, ha osservato Russell nelle sue sempre ucide disamine, possano permettersi di avere più prestazioni sulla singola tornata. La W13, per energizzare la gomma, ha bisogno di andare subito forte e questa condizione genera maggior degrado inziale che poi si controlla benissimo nell’arco della vita del treno. Ma, chiaramente, la cosa è penalizzante quando serve massima “prestazionalità” nel push lap.

l’inglese George Russell (Mercedes AMG F1) a bordo della sua W13 durante il Gran Premio d’Italia edizione 2022

F1. Il 2022 un allenamento per costruire la Mercedes W14 vincente

Ovviamente è un qualcosa che la gli ingegneri della inglesi stanno studiando e che debbono risolvere molto presto perché nel 2023, visto che il team cova sogni di gloria, non può proseguire su questa china. Vero è – e lo dimostra la Red Bull RB18 – che si può cedere qualcosa al sabato per presentarsi come il dominus domenicale, ma i distacchi che la W13 ha pagato sul giro secco sono troppo elevati. Tant’è che parliamo di una vettura che ha visto la prima fila col contagocce e che non è stata abituato ad agguantare in scioltezza la seconda.

Il campionato che si concluderà il 20 novembre ad Abu Dhabi è stato un grande test per la Mercedes che ha potuto incamerare dati e capire cosa non ha funzionato e cosa è andato meglio in stagione. Su queste valutazioni si baserà il progetto W14 che sta già nascendo nelle segrete stanze dei reparti tecnici di Brackley. Il regolamento è stato ritoccato con largo anticipo, Pirelli ha specificato come intende lavorare sulle gomme 2023 e gli esperti hanno una mole enorme di elementi per dare alla luce una vettura che possa giocarsela con la Red Bull e la Ferrari.


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG

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Diego Catalano