Tanto tuonò che piovve. Le indiscrezioni circolate nel tardo pomeriggio di ieri (notte italiana, nda) nel paddock di Singapore in occasione del Gp di F1 sono state confermate attraverso le dichiarazioni di diversi addetti ai lavori a margine delle prime due sessioni di prove libere. Il 30 settembre la FIA avrebbe dovuto comunicare il risultato dell’audit sui report redatti dalle scuderie in merito alle spese sostenute nel corso della stagione 2021.
L’analisi della documentazione effettuata dal board del Cost Cap Administration avrebbe evidenziato il superamento del tetto di spesa (145 milioni di dollari, nda) da parte di due team: Aston Martin e Red Bull. Per il team dell’investitore canadese Lawrence Stroll si tratterebbe di un “Minor Overspend Breach”, ovvero l’utilizzo di un extra budget entro il limite del 5%.
La rendicontazione del team Red Bull sembrerebbe evidenziare una spesa nettamente superiore al 5% del budget consentito, assumendo i connotati dell’infrazione denominata “Material Overspend Breach”. L’organo di governo della Formula 1 ha telegraficamente comunicato che l’esito della valutazione finanziaria è stata differita: “La FIA sta ultimando la valutazione dei dati finanziari 2021 presentati da tutti i team di Formula 1. Le presunte violazioni del regolamento finanziario, se presenti, saranno trattate secondo il processo formale stabilito dal regolamento“.
La portata della infrazione evidenziata nel report del team di Milton Keynes è avvalorata dall’extra time concesso dalla FIA agli uomini capitanati da Christian Horner per redigere le proprie controdeduzioni. Lo spettro è che, al pari del regolamento tecnico, anche quello finanziario possa prestarsi ad abili interpretazioni che di fatto vanificherebbero lo sforzo della FIA mirato a bilanciare i rapporti di forza tra i team.
Dal punto di vista finanziario, il 2021 è stata la prima stagione disciplinata dal nuovo quadro normativo. Era prevedibile qualche errore procedurale o minimo sforamento del budget, tuttavia la posizione di Red Bull sembra essere molto critica.
Red Bull è il team di Formula 1 dall’organizzazione più complessa. Basti pensare che i propulsori della RB18, nonostante siano di chiara paternità Honda, sono ufficialmente prodotti dalla neonata divisione Red Bull Powertrains. In un’improvvida dichiarazione rilasciata ai microfoni di Sky Sport Deutschland, lo storico consulente del “Drink Team” Helmut Marko potrebbe aver fornito una chiave di lettura della linea difensiva del team anglo-austriaco:
“Siamo all’interno di un processo che vede coinvolti i nostri contabili e quelli della FIA. Non bisogna dimenticare che noi abbiamo tre realtà che sono Red Bull Advanced Technologies, Red Bull Technology e Red Bull Powertrains, tre realtà che vanno chiaramente separate”. Perché sottolineare le società che compongono l’universo Red Bull? Nel registro imprese del Regno Unito ai soggetti menzionati dal vulcanico manager austriaco corrispondono altrettante società:
Red Bull Advanced Technologies (RBAT) è una società nata per trasferire le competenze ingegneristiche e tecnologiche della “sorella” Red Bull Racing a un insieme estremamente diversificato di settori: hypercar, auto da corsa a idrogeno, mongolfiere e barche a vela. Attività di fatto non collegate alla Formula 1 e quindi teoricamente compresa nelle “Exclusions” del regolamento finanziario. Perché Menzionare anche questa società?
Perché RBAT è una eccellenza nei seguenti settori:
Ad occhio e croce tutto ciò che serve per progettare e realizzare una monoposto di F1. La dipendenza tra le società della Holding Red Bull potrebbe dare adito alle interpretazioni a cui faceva riferimento anche Christian Horner? Il team principal della scuderia di Milton Keynes, visibilmente teso, ha provato a spiegare che le possibili violazioni nel report fornito alla FIA possono essere figlie di diverse interpretazioni nella collocazione di alcune voci di spesa. Un manager navigato come Horner è consapevole che qualsiasi dubbio poteva essere sciolto attraverso la collaborazione tra i contabili del team anglo-austriaco e i colleghi della FIA in corso d’opera e non a consuntivo.
Se l’ordine di grandezza dell’extra budget utilizzato da Red Bull nel corso della stagione 2021 dovesse risultare effettivamente superiore al 5% risulta difficile ipotizzare che si tratti di un errore nella allocazione delle risorse economiche. Come dichiarato da Gunter Steiner, team principal Haas, il regolamento finanziario è abbastanza chiaro da non determinare tale scostamento.
Ma se l’inosservanza dei limiti di spesa sia stata volontaria, come poteva sfuggire ai controlli del Cost Cap Administration? Vincere la serrata sfida con Mercedes era una ragione sufficiente per infischiarsene dell’impianto normativo e delle relative conseguenze?
E’ necessario precisare che se venisse confermata l’entità dell’infrazione additata a Red Bull, le eventuali sanzioni non sarebbero retroattive. Quindi è altamente improbabile ipotizzare un ribaltone postumo della già incandescente stagione 2021. Probabilmente si confidava e si confida tuttora nella interpretabilità del regolamento finanziario, scenario che l’organo legislatore difficilmente prenderà in considerazione.
Se il Director of Finance di Red Bull Racing ha applicato i medesimi razionali e assunzioni della stagione 2021, anche l’allocazione delle risorse economiche per la stagione 2022 eccederanno il limite di spesa ancora più restrittivo per la stagione corrente (140 milioni di dollari, nda). L’overspending potrebbe determinare un vantaggio competitivo con un sicuro impatto anche sulla prossima stagione.
In tal senso, la posticipazione relativa all’introduzione del telaio alleggerito, inizialmente schedulato proprio nel weekend di Singapore, potrebbe essere l’indizio del warning inviato dalla FIA al team di Milton Keynes. Con il senno di poi, si legge sotto una luce diversa il massiccio piano di sviluppi ha trasformato l’impacciata RB18 di inizio stagione in un agile gazzella irraggiungibile per la concorrenza, soprattutto dopo la lunga sosta estiva.
Ancor prima dell’etica sportiva, la Federazione Internazionale è chiamata a difendere la propria credibilità attraverso la rigida applicazione di un regolamento da essa stessa concepito e che non può prestarsi ad alcun tipo di interpretazione. Qualsiasi decisione sarà deliberata costituirà un precedente per tutti i competitor. Allo stesso tempo l’organo federale è chiamato a tutelare la validità dell’impianto normativo e dimostrare la necessaria fermezza nella attribuzione delle sanzioni. Un eventuale segnale di debolezza potrebbe avere effetti drammatici.
I munifici competitor potrebbero seguire l’esempio di Red Bull e Aston Martin nella certezza di potersela cavare con qualche “graffio”. Ma i costi dei team sono controllabili? La preoccupazione risiede nella rete di relazioni operative che gli stessi team intrattengono con una serie di entità esterne, alle quali demandare ricerche e sviluppi.
Red Bull Racing dispone di un numero limitato di risorse umane in organico al team mentre sono centinaia i dipendenti di Red Bull Advanced Technologies, struttura che sviluppa tecnologie avanzate per settori come ciclismo, aereonautica, vela, a cominciare dalla Coppa America.
Sempre restando nelle acque dell’America’s Cup, è attiva una importante collaborazione tra Mercedes e il team inglese Ineos, gestita attraverso Mercedes Applied Science. ln teoria non c’è nulla di irregolare in tutto questo. Anche perché i team più strutturati hanno la necessità di mantenere i posti di lavoro di organici complessi.
In virtù dei tanti indizi emersi nella giornata di ieri, non smentiti dalle parti in causa, per Red Bull si potrebbe profilare una punizione esemplare. Escluse a priori sanzioni retroattive sul risultato sportivo della stagione 2021, l’infrazione, se confermata secondo l’ordine di grandezza ipotizzato, avrà delle ripercussioni sull’attuale stagione e sulla prossima. E’ immaginabile che al team di Milton Keynes vengano tolti tutti i punti nel campionato costruttori, analogamente alla sanzione inflitta alla McLaren nel 2007 nell’ambito della “Spy-Story”.
Inoltre si potrebbe ipotizzare una limitazione delle ore di utilizzo della galleria del vento e dei software CFD relativamente al progetto della monoposto 2023. Difficile prevedere pene a carico dei piloti che, nella fattispecie, rappresentano le “vittime privilegiate” della condotta antisportiva del proprio team (analogamente ad Alonso e Hamilton nel 2007, nda).
In questo scenario, tutt’altro che improbabile, il mondiale si riaccenderebbe attraverso l’impronosticabile duello tra Ferrari e Mercedes per l’ambito titolo costruttori cosa certamente gradita a Liberty Media. I veri sconfitti, una volta di più, saranno i fan che hanno assistito ad uno show falsato da una sorta di doping finanziario e che ora stentano a comprendere le assurde dinamiche della F1 moderna.
Autore e infografiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing