Formula 1

Suzuka 2014/2022: la F1 non cambia nonostante diverse procedure, ROC e nuovi manager

F1. Da Suzuka a Suzuka. Il Gran Premio del Giappone che si è disputato lo scorso 9 ottobre è stato il teatro del secondo trionfo iridato consecutivo di Max Verstappen che ha vinto la gara di quasi mezzo minuto di vantaggio sulla vettura di Sergio Perez e sulla Ferrari di Charles Leclerc che ha completato il podio dopo una corsa nella quale si è evinta ulteriormente la differenza tra la RB18 e la F1-75 nella gestione delle coperture.

Tuttavia, oltre alle polemiche sportive per la penalità inflitta al monegasco e l’attribuzione piena dei punteggi nonostante un distanza di gara inferiore al 75% (ma che si è conclusa entro le tre ore), è emerso come la F1 non abbia imparato né dai propri errori né dalle conseguenti tragedie.

L’onboard di Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) out al GP di Suzuka

F1. Nulla è cambiato in otto anni

Infatti, a distanza di otto anni, la storia si è parzialmente ripetuta. Nel corso del primo giro, Carlos Sainz è stato vittima di un aquaplaning in uscita dalla curva 11 che lo ha portato in testacoda contro le barriere con metà auto rimasta in pista e con Lewis Hamilton che per un metro è riuscito ad evitarlo. In un primo momento è stata introdotta la Safety Car, peccato nello stesso istante fossero entrati in pista due trattori per rimuovere la Ferrari dello spagnolo e poco più avanti la Williams di Alexander Albon, rimasto vittima di un problema al cambio sulla sua FW44.

Al giro seguente, con visibilità in peggioramento per via dell’incremento della pioggia, la bandiera rossa è stata poi esposta. Pierre Gasly, rimasto molto indietro visto che aveva effettuato il pit stop con relativo cambio d’ala anteriore, si è ritrovato a transitare molto vicino al primo dei due trattori in pista. Fortunatamente senza perdere il controllo della monoposto.

Se, vista la quantità d’acqua presente in pista, il transalpino fosse stato vittima di aquaplaning in quel tratto, come sarebbe andata finire? Un grande quesito che riporta alla memoria quanto successe allo sfortunato Jules Bianchi, che nell’edizione 2014, uscì di pista impattando un trattore presente in pista per rimuovere la Sauber di Adrian Sutil.

In quella circostanza vi fu la presenza della doppia bandiera gialla, una follia considerando che vi fosse un mezzo nella via di fuga. La red flag fu esposta solamente dopo il grave incidente occorso al francese che, sfortunatamente, si rivelò fatale. Si pensava che, però, dalla tragedie si potesse imparare, analizzando e migliorando ogni aspetto procedurale in termini di sicurezza.

L’onboard di Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) out al GP di Suzuka

A distanza di 8 anni, sempre al Suzuka International Racing Course e sempre in condizioni climatiche avverse, la F1 ha compreso come nulla sia mutato. Questo è l’aspetto più triste, deludente e preoccupante tracciando un parallelo tra le due circostanza . Con due trattori in pista, due vetture da rimuovere, visibilità scarsa e pioggia battente l’unica soluzione era l’immediata esposizione della bandiera rossa. Il grido, la rabbia e l’agitazione di Gasly via radio sono ampiamente giustificate.

Così come Sainz ha perso la vettura in quel punto del tracciato, a chiunque sarebbe potuta accadrebbe la stessa cosa con la medesima dinamica che, con un trattore presente, avrebbe potuto assumere i contorni di un’altra tragedia con molte similitudini con quanto avvenuto allo sfortunato Bianchi nel 2014. La bandiera rossa andava esposta subito, al primo giro, cosicché, con tutte le vetture in pista, la Ferrari e la Williams sarebbero state rimosse in tutta sicurezza.

Sicurezza che è venuta a mancare in modo lampante sia per i piloti sia per gli stessi commissari a bordo pista che, data la velocità delle monoposto e la visibilità precaria, sarebbero stati soggetti decisamente a rischio nel caso in cui qualcuno avesse perso il controllo della vettura. È bene evidenziare che la sicurezza in pista dev’essere garantita per tutti, perché se Gasly fosse finito in testacoda avrebbe potuto colpire un commissario impegnato nella rimozione della Rossa dello spagnolo.

Addetti della FIA nel centro operativo remoto di Ginevra

F1. Suzuka 2022 fa emergere le lacune del ROC

Giusto una settimana fa, noi di FormulaUnoAnalisiTecnica, avevamo realizzato un approfondimento sul Remote Operations Center (ROC), fruibile a questo link, una sala di assistenza della FIA ubicata a Ginevra che da remoto offre sostegno a tutte le decisioni e procedure che dovrebbero essere svolte dalla Race Direction. Un supporto operato tramite l’analisi di foto, audio e video per migliorare ogni aspetto regolamentare e della sicurezza per quanto concerne le operazioni in pista.

Per quanto riguarda il Remote Operations Center avevamo anche sottolineato allo stesso tempo come fosse uno strumento valido ma ancora inefficiente in alcune casistiche. Infatti, ne abbiamo avuto la prova durante il GP del Giappone di come il ROC non sia pienamente efficiente, altrimenti quello che è avvenuto nelle battute inaugurali della gara nipponica non sarebbe accaduto. Svariate analisi multimediali, strumenti tecnologici all’avanguardia e costanti comunicazioni con la Race Direction che, traendo le conclusioni finali, non hanno portato a un miglioramento delle decisioni in termini di sicurezza da otto anni a questa parte.

Il parallelo tra Suzuka 2014 e Suzuka 2022 evidenzia come, sotto questo punto di vista, il progresso della F1 sia stato nullo alla luce dei fatti emersi lo scorso 9 ottobre. Ampiamente comprensibile, dunque, il post critico di Philippe Bianchi su Instagram che ha rivisto nei suoi occhi tutto quello che gli aveva portato via suo figlio. Uno sfogo al quale va aggiunto che non solo non vi sia stato rispetto per i piloti, ma nemmeno per i commissari in pista che hanno corso un rischio di proporzioni non indifferenti data la velocità delle monoposto e una visibilità molto scarsa.


F1-Autore: Dennis Ciracì@dennycira

Foto: F1TV, FIA

Condividi
Pubblicato da
Dennis Ciracì