Nonostante i principali verdetti della stagione di F1 2022 siano stati già emessi, le ultime tappe del mondiale rappresentano una ghiotta occasione per riscattare un’annata avara di successi. Per quanto riguarda Ferrari l’obiettivo minimo è stato raggiunto. Il Cavallino Rampante è ritornato alla vittoria, nonostante i “soli” quattro successi non rappresentino il reale potenziale tecnico della F1-75.
Sino al Gran Premio di Ungheria, infatti, la monoposto di Maranello è stata competitiva in tutti week end, sia in qualifica che in gara. Tuttavia, dopo la pausa estiva, le performance domenicali hanno subito una sensibile involuzione e la “gentilezza” della F1-75 su tutta la gamma di compound Pirelli apprezzata fino ad allora è svanita.
L’elevato degrado dei pneumatici ha riguardato anche i battistrada da bagnato, fattore più che evidente anche nella breve gara di Suzuka. Al termine del diciottesimo round, la differenza tra le mescole anteriori di Leclerc e quelle di Verstappen era ben visibile. Mentre le anteriori di Max mostravano ancora la scolpitura, quelle di Charles erano praticamente slick.
Il trend prestazionale della squadra modenese è chiaramente al ribasso, nonostante gli sprazzi di competitività tra Monza e Singapore. In tale contesto tecnologico, il preoccupante allungo della RB18 suona come preoccupante warning che non può essere trascurato in assoluto, nonostante il team di Milton Keynes abbia procrastinato l’introduzione del nuovo telaio alleggerito. Il focus degli uomini in rosso è pertanto uno sono: la comprensione della smarrita competitività sul passo gara.
I segnali in merito all’approccio Ferrari nell’ultimo stint stagionale sono inequivocabili. Nel prossimo fine settimana, in scena ad Austin, sulla monoposto di Leclerc verrà omologata la sesta unità endotermica (ICE, nda) e, secondo le norme, lo obbligherà ad un arretramento in griglia di cinque posizioni. Penalità che sarà metabolizzata senza grossa amarezza da parte del pilota monegasco. La simbolica lotta per la piazza d’onore nella classifica piloti non è in cima alle priorità.
Sicuramente il motore a combustione interna a Km zero garantirà qualche cavallo in più alla numero 16, elemento che potrebbe essere decisivo in una corsa di rimonta. Tuttavia non si può fare a meno di constatare che applicando il semplice “conto della serva”, sull’auto dell’ex Alfa Romeo sarà installato il sesto motore endotermico.
In sostanza, ogni unità ICE ha garantito un chilometraggio di poco superiore ai 3 Gran Premi. Congetturando sui fatti, con ogni probabilità montare un’unità fresca si attesta come papabile opzione per garantire un week end senza problemi di natura tecnica. L’obiettivo è quello di macinare chilometri in relazione alla necessità di acquisire la maggior quantità di dati possibile, preziosissimi input per le successive analisi.
Benché un certo vociferare riguardo ad un possibile up date sul motore 066/7 circoli indisturbato per il paddock, secondo le informazioni raccolte dalla redazione di FUnoAnalisiTecnica nessun aggiornamento sarà proposto in America.
Il propulsore a combustione interna, tallone d’Achille della F1-75 che ha pregiudicato in parte la stagione della storica scuderia italiana, sarà completamente riprogettato sfruttando la deroga concessa dal regolamento in caso di certificati problemi di affidabilità.
Da Austin inizia quello potremmo definire il Ferrari-Lab, ovvero una fase in cui alla vittoria di tappa viene anteposto un programma di test estremamente importante, mirato alla validazione del progetto 2023 che erediterà, senza dubbio alcuno, le originali scelte aerodinamiche della F1-75 anche se in parte verranno corrette.
A tal proposito, non sorprende che proprio negli States il team Ferrari farà esordire al posto di Charles Leclerc, in una sessione ufficiale, uno dei talenti della FDA: il pilota di origini russe Robert Shwartzman.
Da questa stagione è infatti stata introdotta la regola secondo cui ogni scuderia è obbligata ad impiegare, in almeno due occasioni, una per ciascuna vettura, una giovane promessa con non più di due Gran Premi all’attivo. Una grande opportunità per il pilota classe 1999, molto apprezzato dal team principal Mattia Binotto che, in varie occasioni, ne ha tessuto le lodi definendolo fantastico e veloce in ogni circostanza nella quale ha testato le monoposto. Profilo perfetto per svolgere il tipico programma di lavoro di una giornata di test.
Appare netta la sensazione che la competitività della vettura 2023 non possa prescindere dalla comprensione dei fattori che hanno plafonato le performance della F1-75 nella seconda parte del mondiale. A differenza delle passate stagioni, però, il lavoro svolto in pista nei prossimi fine settimana potrebbe influenzare alcuni razionali alla base della progettazione della nuova vettura.
La curva di apprendimento della nuova generazione di auto ad effetto suolo da parte dei team è solo all’inizio e pertanto ogni sessione di test all’interno di un contesto reale assume un valore enorme. Valore che Ferrari intende sfruttare appieno per ambire ad un pronto riscatto e raggiungere l’anelito tanto bramato: laurearsi campione del mondo di F1.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Scuderia Ferrari