Dopo la prima parte dell’intervento di Leo Turrini a FormulaUnoAnalisiTecnica sulle vicende della F1 e, nello specifico, sull’attualità che ci riconduce al presunto sforamento del budget cap da parte di Red Bull e Aston Martin (leggi qui il report), giungiamo a temi che riguardano più da vicino l’ambito della pista.
La questione calda non poteva che essere quella relativa alla gestione dell’infrazione, commessa da Sergio Perez, da parte delle direzione gara e del collegio giudicante. Un procedere che ha fatto acqua da tutte le parti nonostante le novità introdotte della Federazione Internazionale dell’Automobile dopo i fatti di Abu Dhabi 2022.
Quella di avere il verdetto del gran premio dopo troppo tempo sta diventando una fastidiosa routine alla quale non dovremmo abituarci: “Non è possibile sapere dopo tre ore se ha vinto Perez o meno – ha arringato Turrini – La gara l’abbiamo vista tutti; i commissari avevano le immagini. Potevano decidere in un minuto. Hanno falsato il Gran Premio“.
“Se dicono subito a Leclerc che Perez ha cinque secondi da scontare, lui si mantiene nel gap (in realtà Marcos lo comunica ma il monegasco non sarà in grado di tenere il passo della RB18 n°11. La conferma nella nostra analisi degli on board che potete recuperare qui). Oppure dite che non c’è nulla e Leclerc cerca di vincere la gara in pista come ha provato a fare“.
Questo tipo di gestione non può che scontentare la proprietà della Formula Uno: “Il rapporto tra la F1 e la FIA è ai ferri corti? Conosco Stefano Domenicali da una vita e sono sicuro che non può essere contento di queste cose. Chi gestisce il business in F1 ha l’assoluta esigenza di garantire uno spettacolo che sia equilibrato e trasparente. Tra il budget cap, il finale di Monza, questa vicenda di Singapore escludo che a Liberty Media possano essere soddisfatti della piega che hanno preso le cose“.
“Bisogna vedere se e quando arriveranno correttivi che reputo ormai necessari. Per l’episodio di Monza bastava dare bandiera rossa: facevi ripartire e tutti sarebbero stati contenti. A Singapore bastava guardare le immagini e decidere se la cose fatta da Perez era contraria al regolamento. Se pensi che l’asfalto bagnato è una causa di forza maggiore lo decidi nel giri di cinque minuti“.
Dopo lo stop agostano la Ferrari è tornata in azione perdendo quella consistenza che aveva mostrato nella fase inziale del mondiale 2022. Ecco il pensiero di Turrini a riguardo: “Credo che, parlando di corse, erano 15 anni che gli ingegneri della Ferrari non confezionavano una macchina così competitiva. Questa monoposto ha fatto 11 pole, siamo sui numeri dell’epoca d’oro di Schumacher“.
“Ma, tra problemi di strategie, affidabilità con motori spaccati, errori che talvolta sono stati commessi dai piloti (l’altro ieri Leclerc ha sbagliato la partenza, se parte davanti hai vinto) ci troviamo in questa situazione. Mettendo insieme tutte queste cose, ossia che fai 11 pole position e le trasformi in sole 4 vittorie, allora è chiaro che hai un problema: non si riesce a trasferire la prestazione del sabato alla domenica“.
“Quello che è venuta meno è stata la capacità di trasformare questa attitudine sul giro singolo sulla distanza. Ed è un grande rammarico. Non mi ricordo una Ferrari che ha fatto 11 pole e che non ha lottato per il titolo fino all’ultima gara. E’ un dato statistico clamoroso. Dopo le ultime sette pole position fatte da Leclerc ha vinto sempre la Red Bull“. Questa l’amara constatazione di un professionista che, nella sua lunga carriere, ne ha viste di ogni genere.
Leclerc, a Singapore, ha dovuto abdicare in favore della seconda guida della Red Bull. Cosa che dimostrerebbe la palese inferiorità tecnica della Ferrari. Turrini non è proprio sintonizzato su questa lunghezza d’onda: “Perez ha un compagno di squadra che è un fenomeno. Mi occupo di F1 da 50 anni e come Verstappen ne ho visti tre o quattro. Quando hai in squadra gente così devi capire che corri con uno fuori categorie”.
“Anche se Max sembrava Tsunoda e Hamilton Latifi va detto che sono due campionissimi. Questo non lo possiamo mettere in discussione. Se Verstappen avesse fato pole senza la ‘menata’ della benzina avrebbe stravinto. Abbiamo visto una Ferrari che se l’è giocata con un Max attardato anche se Sainz è andato piano. Lo spagnolo non è mai riuscito a tenere il ritmo dei due là davanti“.
La lunga ed interessante chiacchierata andata in onda sulle frequenze di Spit Stop si chiude con le prospettive per il Gran Premio di Giappone. Tra tre giorni, difatti, i motori torneranno a rombare. Sono tre gli anni di assenza dal suggestivo ed impegnativo tracciato nipponico causati dalla pandemia:
“A Suzuka contro questa Red Bull non ce n’è. Singapore era un’occasione per il tipo di tracciato. In Giappone la RB18 ha margine. Credo che a Suzuka per la Ferrari sarebbe una grande cosa il terzo posto. Così, a occhio. C’è motivazione ulteriore perché si corre a casa della Honda. Per i giapponesi è qualcosa si speciale. Insieme a Spa è il circuito più bello del mondo. Tanti ricorsi: Senna – Prost, il sesto titolo di Schumy. È impossibile restare indifferenti, figurati cosa significa per la gente Honda“.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Scuderia Ferrari, FIA