F1. Dopo l’ennesimo avvicinamento ad un gran premio fatto di polemiche e veleni, la parola è passata finalmente alla pista. Le prime due sessioni di libere sono andate in archivio mostrando una Ferrari in palla. I due turni di libere se li sono infatti divisi Carlos Sainz, primo in Fp1, e Charles Leclerc che ha svettato nella seconda ora e mezza dopo aver ripreso possesso della sua F1-75 ceduta a Robert Shwartzman nella prima parte del venerdì statunitense (leggi qui).
Proprio a proposito di fatti che afferiscono alla pista, c’è da rilevare l’introduzione dell’ennesima novità procedurale messa in cantiere della Federazione Internazionale dell’Automobile che, dopo i fatti di Abu Dhabi 2021, sembra non riuscire a trovare una linea coerente. La necessità di rimodulare il decalogo operativo è arrivata dopo il Gran Premio del Giappone in cui diverse cose non hanno funzionato a dovere.
La FIA è stata stimolata ad agire dalla Grand Prix Drivers Association, un ente che, una volta tanto, ha dato idea di servire a qualcosa dopo anni di appiattimento pedissequo a decisioni prese da terzi. “L’assopiloti” ha chiesto al Presidente Mohammed Ben Sulayem di agire dopo l’ingresso in pista, a Suzuka, di un mezzo di soccorso in un momento forse non idoneo. Cosa che ha suscitato le ire di Pierre Gasly che, è bene sottolinearlo, è stato sanzionato per essere passato accanto alla ruspa a quasi 200 km/h in presenza della bandiera rossa.
Un errore frutto di una serie di imprecisioni che potevano risultare fatali. La sala VAR (qui il nostro approfondimento) che coadiuva l’azione del direttore gara ha definito la catena di topiche che è stata inanellata in Giappone col fine di produrre un nuovo e più efficace protocollo operativo. Il mezzo pesante è entrato sul tracciato quando le macchine erano incolonnate dietro la Safety Car ma è sfuggita la presenza della AlphaTauri del pilota francese che nel frattempo era ai box. Gasly, nel tentativo di recuperare sul gruppo, ha guidato nel delta time imposto dalla direzione. A questo punto anche la pena comminata al futuro alfiere Alpine non trova più ragione d’esistere. Stortura nella stortura.
Dalla vicenda Gasly è scaturita la richiesta, accolta dal legislatore, di evitare la presenza di trattori e carri attrezzi quando la pista non è in perfette condizioni. Un atto di buon senso che sana una situazione controversa innalzando notevolmente il livello generale della sicurezza. A questa novità, a partire dal gran premio di domenica prossima, ne saranno abbinate delle altre.
La prima è che i team verranno informati in tempo reale dell’ingresso in pista di un mezzo di soccorso. La scuderie, pertanto, dovranno obbligatoriamente riversare l’indicazione ai piloti. Ancora, verrà monitorata l’attività della Safety Car che dovrà valutare la corretta posizione di tutte le macchine per evitare problemi come quello occorso a Monza quando il mezzo FIA entra dinnanzi al terzo e non davanti all’apripista Verstappen. Si procederà, in ultimo, a modificare dinamicamente i delta time nelle zone in cui si è verificato l’incidente in modo da imporre velocità più basse dove, eventualmente, vi sono operatori in azione.
Ma una delle novità più succulente – e se vogliamo strane – è il “prepensionamento” di Eduardo Fritas. Il direttore di gara portoghese, difatti, non presenzierà in nessuno dei quattro appuntamenti restanti da qui alla fine del mondiale 2022. La Federazione pone fine all’alternanza in cabina di regia forse per imporre una linea di continuità interpretativa. Cosa che è mancata in questo sperimentale campionato. Una delle colonne del post Abu Dhabi, dunque, viene cancellata con un rapido colpo di spugna. Non è dato sapere se si tratta di una mossa protempore ma, di fatto, la manovra sa di bocciatura.
Ad oggi Niels Wittich resta l’unico direttore designato nonostante non si sia distinto particolarmente a Montecarlo quando il nuovo sistema è stato sottoposto al primo stress test mostrando diverse falle. Forse, e i fatti lo confermano con un buon grado di chiarezza, i problemi non vengono creati dagli uomini, bensì da procedure cervellotiche, poco leggibili e mediamente confusionarie. Chissà che questa ricalibrazione non possa essere quella definitiva. Ce lo auguriamo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, FIA