Formula 1

I vantaggi “incidentali” del budget cap gate alla base della tensione tra Red Bull e McLaren

F1. La logica imporrebbe che i primi e più accesi nemici della Red Bull siano i top team. In pista ma anche laddove si definisce la politica del motorsport. Nel budget cap gate, Mercedes e Ferrari hanno giocato il loro naturale ruolo, ossia quello dei soggetti interessati a vederci chiaro in una vicenda che, pur nata nel campionato 2021, avrà i suoi effetti l’anno venturo con le limitazioni relative alla possibilità di sviluppo della RB19 (a rigor di logica sarà questo il nome della creatura che sarà affidata a Max Verstappen e Sergio Perez).

Se Ferrari si è detta non troppo soddisfatta degli esiti della transazione definita tra i rei (Red Bull) e la FIA, va sottolineato che il tono delle dichiarazioni è stato morbido (leggi qui la posizione dell’ambiente rosso). A Maranello si guarda al futuro essendo ben consci che i paletti apposti dall’ente con sede a Place de la Concorde, Parigi, potrebbero essere un discreto rompicapo per i campioni del mondo in carica.

Mercedes, il gruppo che davvero potrebbe ritenersi leso dall’infrazione dei rivali di Milton Keynes, ha altrettanto impostato la dialettica al buon senso evitando di seguire le esternazioni di Chris Horner che sono parse fuori luogo ed oltremodo dure nei riguardi di quella FIA con la quale, per lunghe settimane, si è seduta a tavolino per cercare – ed ottenere – una linea di compromesso che non fosse troppo afflittiva.

Il racing director della Scuderia Ferrari, Laurent Mekies, al muretto box

F1. Budget cap gate: Toto Wolff conciliante

Per me la cosa più importante è la solidità della governance – ha riferito Toto Wolff ai microfoni di Sky Sport F1 – Non hanno chiuso gli occhi, hanno semplicemente seguito il processo. Così si chiude il 2021. Per noi quell’annata è archiviata ed è stato importante che sia stata comminata una sanzione. Vedremo cosa farà Red Bull nella presentazione relativa al budget cap 2022 perché avranno tutto l’interesse a fare le cose per bene questa volta. Speriamo che sia un deterrente sufficiente a fermare qualsiasi altra squadra”.

Wolff ha parlato di quello che, in definitiva, è l’aspetto che più sta a cuore alla Mercedes: le difficoltà inflitte ai concorrenti con la limitazione di CFD e wind tunnel. “Penso che qualsiasi riduzione del tempo a disposizione nella galleria del vento comporti una riduzione delle prestazioni“.

E ancora: “Abbiamo avuto la fortuna di vincere il campionato nel 2020 e nel 2021 per quanto riguarda il titolo Costruttori, quindi per 18 mesi abbiamo avuto il 7% di tempo in meno nella galleria del vento ogni semestre. Ferrari, arrivando sesta nel 2020, ha avuto un sacco di tempo in più per questi studi aerodinamici. Anche noi nel 2023 ne avremo un po’ di più rispetto ai nostri diretti avversari e saranno ore che dovremo sfruttare con profitto”.

Il manager austriaco aveva anche risposto ad una domanda circa il vantaggio di infrangere il budget cap a fronte di pene non durissime asserendo che il danno d’immagine avrebbe ampiamente superato i benefici tecnico-sportivi. Una piccola frecciata al collega di Milton Keynes che aveva riferito che dietro le decisioni federali c’era lo zampino dei rivali. Posizione assurda ed onestamente irricevibile.

il fulgido team principal austriaco Toto Wolff (Mercedes AMG F1 Team) passeggia nel paddock durante il fine settimana del Gran Premio d’Italia edizione 2021

F1. Budget cap gate: McLaren molto critica poiché “depositaria” dello spirito del vincolo di bilancio

Tutt’altro il tono delle dichiarazioni che arrivano dalla McLaren. Già prima della sentenza, il numero uno della franchigia di Woking, Zak Brown, senza mai menzionarla, era stato molto duro nei riguardi della Red Bull. Horner, in un faccia a faccia creato ad arte da Liberty Media prima del Gp degli Stati Uniti, aveva risposto per le rime. Ieri non si sono fatte attendere le contro-osservazioni del team britannico.

Diciamo che dopo la pubblicazione del comunicato della FIA avevo dei sentimenti contrastanti – ha spiegato il team principal Andreas Seidl È chiaro che la penalità non sia adeguata alla violazione. Però, d’ora in poi, sarà importante guardare avanti: speriamo che violazioni simili possano avere penalità adeguate. La cosa positiva è che la revisione ha funzionato: il lavoro della FIA ha confermato la violazione, che è stata annunciata con trasparenza ed è stata messa in atto una penalità, spero che questo possa essere positivo per il futuro“.

E poi la cannonata: “La violazione necessitava di una penalità più severa, chiaramente. Onestamente sono abbastanza stufo di tutte le favole che racconta la Red Bull, ma è importante guardare avanti. Spero che tutti possano imparare da quanto accaduto“.

il tedesco Andreas Seidl e lo statunitense Zak Brown a colloquio durante la stagione 2021

Molti si domandano perché McLaren sia così attiva nel criticare i concorrenti condannati. Basta tornare indietro di due anni per trovare al risposta. Woking si può considerare il depositario dello spirito del budget cap. Quando i top team spingevano per soglie ben più alte, McLaren lottava per un tetto molto più basso, di poco superiore ai cento milioni di dollari. Se si è arrivati all’attuale cifra è perché si è dovuto mediare tra le richieste delle franchigie più ricche e potenti (Ferrari su tutte) e quelle delle compagini di media-bassa classifica di cui Brown si era fatto portavoce.

La storica scuderia inglese, quindi, crede fermamente nell’efficacia di questo istituto che dovrebbe essere una colonna portante della F1 del futuro insieme al balance of performance tecnico. Il fatto che Red Bull, anche se in buona fede, lo abbia applicato male traendo vantaggi incidentali di natura tecnico-sportiva non sanzionati, è un elemento che non può generare soddisfazione da parte di chi si è attenuto in maniera ligia ai dettami fiscali.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, McLaren, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari

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