Formula 1

Leclerc e quell’ulteriore ostacolo nella corsa al secondo posto

Meno tre. Il tramonto del campionato del mondo di F1 2022 è vicino. I temi da affrontare sono sempre più scarni poiché i verdetti principali sono stati già ampiamente scritti e non ci attendiamo che le lunghissime valutazione sul budget cap gate possano spostare di un millimetro esiti delineati e solidi come il marmo di Carrara.

Gli unici duelli ancora in piedi sono quello per la quarta piazza nel Costruttori – con Alpine e McLaren separate da sei punti – ed alcuni che riguardano la classifica piloti. George Russell che vuole provare a tenersi le spalle Carlos Sainz e Charles Leclerc che intende chiudere in seconda piazza rintuzzando gli attacchi di Sergio Perez.

Proprio questo dualismo potrebbe ravvivare un finale piatto che si trascinerà sino al 20 novembre, giorno dell’epilogo di Abu Dhabi. Non sarà semplice per il monegasco perché Sergio sarà di scena dinnanzi al pubblico amico. Cosa che potrebbe fargli raddoppiare le forze. Il pilota di Guadalajara ha cominciato a lavorare per questo evento già da Austin quando ha sostituito l’ICE del V6 RBPT “copiando” parzialmente la mossa del contendente ferrarista. E’ forte la voglia di farsi trovar pronto in terra natale per completale l’1-2 di marca Red Bull.

Track Info del circuito “Hermanos Rodriguez” sede del gran premio del Messico

F1. Gp Messico: una sfida aerodinamica unica in calendario

Nella sfida “tra ai due mondi” europeo ed americano entra in gioco il teatro della tenzone. Con le sue caratteristiche e le sue asperità. Il circuito intitolato ai fratelli Rodrìguez è tra i più impegnativi del campionato. E’ l’altitudine il vero spauracchio visto che l’impianto sorge oltre i duemila metri. La rarefazione delle particelle d’ossigeno è la sfida più ardua da vincere. I team, dunque, si vedranno costretti ad utilizzare layout aerodinamici molto carichi. Vedremo, in parole semplici, le configurazioni che solitamente si adoperano a Montecarlo piuttosto che all’Hungaroring.

La singolarità della situazione è determinata dal fatto che, nonostante ali con angoli di incidenza particolarmente pronunciati, a causa di una scarsa resistenza all’avanzamento dovuta alla minore densità dell’aria, le monoposto saranno in grado di raggiungere velocità di punta molto elevate. Peculiarità che i team dovranno gestire in un tracciato davvero unico nel suo genere.

Di questa particolare condizione ha parlato Thomas Bouchè, Head of Aerodynamic Track Performance Group della Scuderia Ferrari: “La riduzione della densità dell’aria, dovuta alla rilevante altitudine cui si trova il tracciato, costituisce per le squadre una delle più grosse sfide tecniche della stagione. Le forze aerodinamiche sono considerevolmente ridotte e per questo ci ritroviamo con valori di carico paragonabili a quelli di Monza nonostante si utilizzi la configurazione di Monaco“.

la power unit italiana che equipaggia le F1-75 durante la stagione 2022

F1. Gp Messico: motori turbo a proprio agio con aria rarefatta

La minore densità ha chiaramente effetti anche sui propulsori che, però, possono giovarsi dei turbocompressori che aiutano a superare il deficit: “I motori turbo – ha spiegato l’ingegnere – sono meno condizionati rispetto ai vecchi motori aspirati e questo fa sì che accelerazione e velocità di punta siano tra le più elevate della stagione“.

Le difficoltà insistono però in altre aree: “Questo quadro porta con sé alcune insidie non indifferenti per il raffreddamento di motore e freni. Le vetture di Formula Uno attuali non sono state disegnate e ottimizzate per girare in condizioni così particolari, per questo tutti i parametri verranno continuamente curati e analizzati nell’arco di tutto il weekend. L’aria rarefatta potrebbe anche incidere nei duelli ruota a ruota perché chi insegue potrebbe ritrovarsi presto in difficoltà per il fatto di guidare nell’aria sporcata dalla vettura che lo precede“.

Variabili, quelle presentate da Bouche, che potrebbero rimescolare i valori in campo? Difficile ritenere che ciò accada. Solitamente, in Messico, si sono esaltate le vetture che hanno espresso la migliore efficienza aerodinamica. Ragion per cui è sensato ritenere che la Red Bull RB18 potrà ancora dettar legge provando a proseguire in una striscia di successi che ha preso il via al Paul Ricard, quando Charles Leclerc, in fuga solitaria, ha perso il controllo della sua Ferrari dicendo addio alla gara e, probabilmente, al mondiale.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano