A poco più di un mese dalla conclusione del campionato del mondo di F1 2022 è possibile iniziare a tracciare i primi bilanci. In sede di presentazione del mondiale dominato con sfrontatezza da Red Bull e Max Verstappen, dirigenti e osservatori si erano lanciati nel solito giochino delle coppie. Molto si era detto su quale fosse il duo migliore, quello più tecnicamente dotato e completo. Alla fine, al di là di giudizi troppo spesso condizionati dalle personali simpatie, la coppia che si è lasciata preferire è quella che ha portato a casa il risultato pieno.
Questa risponde ai nomi di Verstappen e Perez. Non ci sono dubbi a riguardo. Eppure, agli albori del 2022, avevamo assistito al più classico degli sport invernali: l’esaltazione della propria line-up. Il più attivo in quest’attività dilettosa è stato di certo Mattia Binotto che ha più volte magnificato Charles Leclerc e Carlos Sainz. I due, al secondo anno di convivenza, hanno collaborato benissimo e, eccezion fatta per la sprint race austriaca, non hanno creato inutili e controproducenti tensioni. Ma, alla fine, le loro prestazioni generali, mondate dalla “peso” della vettura a diposizione, sono state inferiori alla coppia di Milton Keynes. Un fatto difficilmente controvertibile.
Spostandoci di qualche chilometro dalla sede della Red Bull giungiamo a Brackley, base operativa della Mercedes. Dopo cinque anni (soprattutto per il primo) di felicissimo matrimonio tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, Toto Wolff ha finalmente promosso George Russell affidandogli un sedile da titolare. Il talentino di King’s Lynn non ha deluso le attese tanto che è davanti allo scomodo ad ingombrante rivale.
La coppia “made in England” è una delle più solide e complementari che la Formula Uno possa offrire. Ma, potenzialmente, poteva essere la più esplosiva. Da un lato l’ambizione del leoncino che vuole prendersi la scena dopo anni di purgatorio in Williams, dall’altro la belva ferita dopo il discutibilissimo epilogo del 2021 in cui è stato scippato di un titolo sfuggito a causa di decisioni che hanno determinato una vera e propria rivoluzione procedurale nella massima categoria del motorsport.
Ci ha pensato la W13 a tenere basso il livello della tensione. Una macchina mal riuscita, lenta, capricciosa, imprevedibile e che ha necessitato di cure profonde prima di iniziare a mostrare un barlume di potenziale che non è servito a ricucire lo strappo con la regina Red Bull RB18. Proprio le difficoltà incontrate dalla Mercedes hanno contribuito a solidificare una line-up che ha capito, per il proprio bene e quello del team, che era meglio collaborare per superare i problemi piuttosto che prendersi a cazzotti per un magrissimo quinto posto in campionato dopo anni di fasti, vittorie ed onori.
Toto Wolff, che sapeva di rischiare grosso mettendo insieme due caratteri forti (l’incubo di un nuovo Hamilton – Rosberg era dietro l’angolo, nda) ha parlato dei suoi driver che hanno dovuto navigare in un mare tempestoso. “George ha una grande personalità. Sperava, ovviamente, di essere su una Mercedes e di vincere gare e campionati. Ha sbagliato i tempi, ma almeno adesso è passato in un team che gli permetterà di ottenere gare e di concorrere per i campionati. Ce l’ha assolutamente dentro. Ma forse, prima, c’è un altro campionato da ottenere per Lewis?“.
Quesito dietro al quale si cela la volontà del conducente di Stevenage di riscattarsi da quel 2021 segnante per staccare definitivamente Michael Schumacher consolidando la leadership nell’olimpo della categoria. Volizione personalistica che, forse, è sposata anche dal clan Mercedes che vorrebbe affidare il futuro del team a Russell dopo che Hamilton si è commiatato con tutti gli onori che spettano ad un campione di siffatta grandezza.
Ma questi sono discorsi relativi ad un futuro che potrà essere scritto solo se la W14 – o i modelli che le succederanno – saranno in grado di funzionare diversamente da quanto ha fatto la W13, una vettura tanto singolare nei concetti che ricercava quanto inefficace in pista. Il presente del team è orientato sulla puntuale gestione di una coppia che potrebbe fare scintille se Mike Elliott, James Allison e Haywel Thomas sforassero un progetto vincente.
Wolff ritiene che la relazione Hamilton-Russell sia quella tra un mentore e un allievo votata al reciproco rispetto. “Lewis e George hanno bisogno di trovare la relazione anche in pista perché non hanno avuto gare ravvicinate tra di loro. Dopo Zandvoort ho temuto che qualcosa avrebbe potuto andare storto, ma sono stati bravi ad evitare contatti“.
“Si vede il rispetto del rookie nella consapevolezza che il suo compagno di squadra è il più grande pilota di tutti i tempi. Ed è chiaro anche il rispetto che Lewis ha nei riguardi di George. In termini di talento, età e crescita – e in un certo senso, per quanto strano possa sembrare perché il tuo compagno di squadra è il tuo primo nemico – Lewis guida George e George accetta quel ruolo di giovane leone. Entrambi hanno ancora l’ambizione di battere il loro compagno di squadra e vincere gare e campionati e penso che la dinamica funzioni molto bene“.
In Mercedes sono sospesi tra un futuro fatto di speranze ed un presente difficile. Alle porte c’è il Circuit of the Americas, una pista ha sorriso molto spesso a Lewis Hamilton. Su nove gare disputate su questo tracciato, il sette volte iridato è salito per cinque volte sul gradino più alto del podio. A completare questa striscia sono giunti altri tre arrivi sul podio.
Austin – e non ne ha mai fatto mistero – è una delle piste preferite di Hamilton che è ancora alla ricerca di quella vittoria stagionale inutile ai fini della classifica ma valida per proseguire nel record di una gara ottenuta in ogni campionato disputato. Superfluo sottolineare che le condizioni tecniche sono particolarmente avverse, ma Lewis conta su un po’ di fortuna e sulla girandola di penalità che potrebbero colpire alcuni piloti alle prese con le sostituzioni delle power unit.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG Team, Oracle Red Bull Racing