Formula 1

Gp Messico 2022/Verstappen: record totale e noia mondiale

Quattordici vittorie. Un numero mostruoso. Max Verstappen scrive nuove pagine di storia della F1 che possono addirittura essere rimaneggiate da qua alla fine del campionato. Osservando i valori in campo espressi durante settantuno giri del Gran Premio del Messico, difatti, non si capisce chi o cosa possa imporre un argine a questa straripante Red Bull che sta mostrando tratti di dominanza imbarazzanti per la concorrenza.

La Ferrari si è letteralmente dissolta. Sainz, quinto, e Leclerc, sesto, hanno beccato, rispettivamente, 58 e 68 secondi dalla vetta. Mai in lotta, mai in partita, mai capaci di un guizzo a causa di una vettura, la F1-75, giù di motore per preservare l’affidabilità. Un mezzo a tratti inguidabile, con ogni tipologia di gomma. La cartina di tornasole dell’involuzione della vettura concepita di David Sanchez è l’aver preso paga siderale anche da una Mercedes che sembra una parente lontanissima di quella macchina che a inizio anno saltellava ovunque senza riuscire a stare in pista.

Hamilton, al secondo piazzamento consecutivo, è stato l’unico che, per una ventina di giri, è sembrato poter mettere in discussione l’imperio di sua maestà Max. Ma il muretto box, non proprio lucidissimo, ci ha messo del suo definendo una strategia di gara rivelatasi inefficace e che ha tenuto in ghiacciaia quel trionfo che, a questo punto, difficilmente si materializzerà in questo 2022 che Brackley sta comunque conducendo in crescendo.

Max Verstappen, Sergio Perez, Gianpiero Lambiase (Oracle Red Bull Racing) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG) sul podio del Gp del Messico 2022

F1. Gp Messico 2022: Verstappen non è sazio

Ha ancora fame il due volte iridato che non si accontenta del record di vittorie ottenute in una stagione. L’olandese guarda avanti e fissa l’obiettivo: 16 trionfi totali. Una cifra da capogiro nella quale è sintetizzato il disastro lucidissimo operato da Liberty Media. “Mantenere la testa dopo curva 1 mi ha aiutato molto nel vincere la gara” ha così esordito il pilota della Red Bull nelle interviste sotto podio.

Eravamo anche su strategia diversa rispetto alle macchine che ci erano vicine. Il passo era molto positivo, abbiamo dovuto gestire le gomme perché abbiamo fatto uno stint lungo con le medie, ma siamo riusciti a far funzionare tutto. Il pubblico qui crea un’atmosfera incredibile. E’ fantastico ed è stupendo correre qui. Finora è stata una stagione incredibile. Ce la stiamo godendo e cercheremo di vincere ancora“. Parole di circostanza che sono però manifesto della volontà di iniziare seriamente a demolire i numeri costruiti dal pilota che sul podio stava alla sua destra.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) esulta dopo aver ottenuto la pole position nel Gp Messico 2022

F1. Verstappen e Red Bull demoliscono il paradigma Liberty Media

Verstappen – che ha parlato al microfono di Marc Genè forse dimentico che quest’ultimo è anche un uomo Sky (ci sia concessa di definire ridicola la decisione di non parlare alla TV in questione) – dal Gp di Francia ha conosciuto solo vittorie ed un piazzamento a punti nel GP di Singapore in cui ne ha combinate di tutti i colori. Un momento di flessione fisiologico in una stagione da leader supremo. Un tiranno sportivo che poggia le regali natiche su trono solidissimo. Ossia quella RB18 concepita da Adrian Newey.

Il mondiale 2022 è stato una grande delusione concettuale. Vivo fino agli albori dell’estate, è stato poi annichilito dalla Red Bull che ha interpretato meglio di ogni altro la rivoluzione regolamentare che doveva (non voleva, doveva) appiattire i valori generando bagarre, incertezza e spettacolo. Il campionato in corso, invece, si trascina stancamente verso un epilogo scritto mesi fa.

E’ estremamente paradossale, e se vogliamo beffardo, che l’unico fatto che ha messo un po’ di sale in una minestra scialba è stato il budget cap gate che ha fatto sicuramente parlare di più di quanto abbia fatto la pista. FIA e il committente americano dovranno profondamente interrogarsi perché i tanti vincoli allo sviluppo individuati da un testo sempre più rigido rischiano – nonostante le limitazioni del 10% del lavoro imposte ai campioni del mondo sul modello 2023 – di aver creato un altro gruppo egemone che lascia le briciole ad un concorrenza che si agita ma che resta sempre a debita distanza.

Solo nei prossimi anni sapremo se il 2022 sarà stato una parentesi di dominio o l’avvio di un’era tecnica marchiata dal toro che carica…


Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano