Scuderia Red Bull: storia di una “favola” a lieto fine. Potremmo definire in questo modo il passato del team di Milton Keynes, con dei trascorsi temporali che sono stati il presupposto fondamentale per lo scintillante presente della squadra del due volte campione del mondo di F1, Max Verstappen.
Un team che silenziosamente si è fatto largo tra tanti cosiddetti big, arrivando a ricoprire ad oggi un ruolo di principale importanza all’interno del Circus: perché se è vero che la sua storia non affonda le proprie radici nel passato più antico di questo sport, è pur sempre vero che ne sta di fatto costruendo il presente ed il futuro.
Un team accolto inizialmente forse anche con molto scetticismo e poca credibilità, approdato da classico “signor nessuno” in F1 come prodotto del declino finanziario dell’allora Jaguar (ceduta dalla proprietà Ford al marchio Red Bull): è così che la “squadra dei bibitari” (come inizialmente e qualche volta ancora oggi, veniva ironicamente denominata) ha avuto i suoi natali nel 2005.
Chi l’avrebbe mai detto che una simile origine avrebbe poi portato ad un così trionfale epilogo. Probabilmente chi ha iniziato ad esserne parte sin dal principio, ci ha creduto dal primo momento: Christian Horner ad esempio.
Arruolato istantaneamente come granitico team principal tutt’ora in carica, Christian ha creduto in quell’ambiziosa impresa che ad oggi è una brillante realtà consolidata; ma, come anticipato, non è sempre stato tutto “rose e fiori”.
Horner ha voluto caparbiamente portare avanti un modello che potesse gettare delle solide basi per un domani fatto di vittorie, quasi emulando uno schema che aveva tutta l’aria di somigliare a quello della Scuderia Ferrari dei tempi d’oro.
All’epoca dell’eterno Michael Schumacher infatti, la squadra rossa inglobò gran parte dell’allora team Benetton, sia in termini di piloti che in termini di gestione back della scuderia: come la storia ci ha poi dimostrato e sulla base di tali trascorsi vittoriosi, che dunque l’intento di Christian fosse proprio quello di tentare di riprodurre pressappoco il medesimo schema?
Ricercando i migliori professionisti per ogni singolo settore, ha cominciato a costruire un team di un certo calibro, che con tutto il tempo necessario ha poi provveduto a conquistare il primo titolo mondiale costruttori direttamente nel 2010.
Cosa era accaduto nel frattempo? Nel 2006, Christian aveva argutamente provveduto a corteggiare Adrian Newey, identificandolo come indiscutibile ingegnere leader per quanto riguarda la direzione tecnica, purtroppo però reduce da qualche stagione in McLaren in cui gli esiti non erano stati esattamente brillanti.
Horner ha fatto in modo di stringere rapporti con lui quanto più possibile, con il fine ultimo di ingaggiarlo e renderlo parte integrante di quel team che tanto credeva potesse promettere bene per il futuro: così è stato.
Adrian è salito a bordo, ed il suo approdo è stato una scarica di entusiasmo per l’intera squadra: in fondo, se un numero uno come lui aveva deciso di essere parte attiva di un simile progetto, qualcosa di buono doveva pur esserci.
Con lui chiaramente è arrivato anche l’ingaggio di altri collaboratori esperti, e di fatto è stato anche lui stesso a contribuire ad impostare all’interno del team un certo modus operandi da seguire, specialmente perché forse in quel momento rappresentava metaforicamente la stella polare della squadra.
E così su tali rinnovate basi, del passato confusionario e discolpante di un team i cui reparti si deresponsabilizzavano accusandosi a vicenda, non c’era più alcuna traccia.
L’arrivo di Adrian e la caparbietà di Christian hanno conferito linfa vitale ad una scuderia che credeva (e crede) in un progetto fenomenale: ben 4 i titoli mondiali conquistati grazie a Sebastian Vettel (dal 2010 al 2013) aggiudicandosi entrambe le classifiche piloti e costruttori, per poi tornare al “digiuno forzato” a causa dello strapotere Mercedes.
Ma di fatto, resta l’unico team che è stato capace di spezzare il filone continuo di vittorie del team di Brackley: se lo scorso anno Max è riuscito a strappare dalle mani di Lewis Hamilton lo scettro di campione del mondo, quest’anno non solo ha bissato tale impresa, ma ha anche il fine aggiunto di volersi aggiudicare il titolo costruttori.
E con tutti i dovuti scongiuri del caso, sembra proprio che la strada sia oramai spianata, tutta in discesa verso la conquista di questo ulteriore bel traguardo.
D’altronde quando c’è una gestione impeccabile alle spalle di un grande talento, il gioco è fatto: Max può contare su Christian, e quest’ultimo a sua volta ha un fedele Adrian al suo fianco.
Esatto, proprio “fedele”: sulla base delle vittorie conquistate, Newey è stato spesso corteggiato anche da altre squadre, come ad esempio la Ferrari. Nonostante le offerte sicuramente generose, però, non ha mai pensato di fare quel differente passo verso una nuova direzione.
D’altronde potrebbe essere proprio il carisma di Adrian ciò che serve a questa Rossa ancora un po’ cigolante malgrado tutto. E se alle spalle di questa fedeltà si celasse anche un minimo margine di disinteresse e/o di scarsa fiducia nel progetto Ferrari?
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing