F1. “Se la Red Bull avesse speso più di due milioni potrebbe chiudere la questione pagando cinque volte la FIA, quindi dieci milioni. E comunque non sarebbe giusto perché sancirebbe il diritto a barare pagando una multa. La Mercedes ne ha già parlato e, se proprio questa fosse la punizione, siamo pronti a pianificare budget extra e relative multe per recuperare prestazioni e tornare al top”.
Questo scritto si apre con una dichiarazione di Toto Wolff che è una sorta di manifesto d’azione. La gestione del budget cap gate sta scontentando davvero tutti. Rinvii, mancanza di trasparenza, decisioni procrastinate a data de destinarsi. Un brodo di coltura nel quale germogliano veloci i semi della sedizione.
Quella di Wolff ha il sapore della provocazione in pieno stile. Un modo nemmeno troppo celato per mettere pressione su chi, a breve, sarà obbligato ad emettere sanzione per un’infrazione sia procedurale che formale. Una minor breach che comunque potrebbe aver avuto un peso nell’assegnazione del titolo 2021. Se le pene retroattive sono da ritenere escluse, è verosimile immaginare che la FIA stia per emettere i propri verdetti.
L’interlocuzione in corso tra le parti, Federazione e Red Bull per intenderci, lascia immaginare che si voglia cercare una linea di compromesso che alla fine sfocia nella pena pecuniaria. Una qualcosa che Mercedes, Ferrari e gli altri competitor reputano blanda. Perché l’obiettivo dei concorrenti è ottenere una limitazione operativa (galleria del vento e CFD) per la prossima stagione. O, in ultima ipotesi, una decurtazione del budget totale su cui contare nel 2023.
Avrebbe difatti poco senso multare un team che può recuperare la somma di danaro da altre fonti lasciando intatto l’ammontare totale di spesa. Le parole di Wolff vanno lette in questa chiave. Se la FIA dovesse mostrarsi morbida o incerta nell’imporre una pena giusta e chiaramente correlata al contesto infranto, c’è il rischio che le scuderie ricalcolino i loro tetti di spesa aumentandoli di una quota pari al 5% del totale. Cosa dalla quale scaturirebbe una semplice multa.
Il meccanismo del budget cap potrà funzionare se e solo se verrà incatenato in un’impalcatura sanzionatoria chiara, leggile e uguale per tutti i soggetti che infrangono le disposizioni. La sentenza la cui data non è ancora stata fissata traccerà un cammino.
Ecco perché la Federazione non può concedersi passi falsi e soprattutto non può dare adito ad interpretazioni che portano alla finanza creativa in un contesto già ampiamente relativizzato e nel quale è difficile capire di preciso come i team, specie quelli più grandi, spendano e racimolino i fondi necessari a tenerli in vita.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari