Formula 1

Singapore 2022: chi controlla il controllore?

F1. Il pagellone liberale del Froldi

La Ferrari gettava alle ortiche l’ennesima partenza dal palo e mentre la gara si avviava ai suoi giri conclusivi, mi è venuto quasi spontaneo pensare a Giovanni Giolitti. Statista di inizio secolo scorso, uno dei più importanti politici del Regno d’Italia, tanto da aver segnato quella che nei libri di storia viene ricordata come “Età Giolittiana”, avrebbe detto: “Le leggi per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano”.

Uso il condizionale perché cercando sul web non ho trovato dove e quando avrebbe pronunciato il celebre aforisma. In ogni caso, parafrasandola, dopo il Gran Premio di Singapore potremmo ribadire un concetto abbastanza chiaro, almeno per il sottoscritto, e che potremmo mettere in bocca a qualcuno dei piani alti al civico 8 di Place De La Concorde in Parigi, sede della FIA, francese d’origine, inglese di fatto.
“I regolamenti per gli amici si interpretano, per i non-amici si applicano”. Vi sembra consona?

Se compulsiamo rapidamente le decisioni prese dai collegi giudicanti delle recenti edizioni dei mondiali di F1, appare evidente che se c’è di mezzo qualche importante team inglese come Red Bull e Mercedes (sì, formalmente sono l’uno austriaco e l’altro tedesco, ma al 99 per cento sono inglesi, è il segreto di Pulcinella) c’è sempre qualche difficoltà, qualche lungaggine, qualche cavillo per evitare pene troppo pesanti e non danneggiare quei team. Al contrario, se di mezzo c’è, putacaso, la Ferrari, allora non ci sono sconti: “dura lex, sed lex”. Pensiamo, tanto per non dimenticare, a Canada 2019

E così, domenica, dopo due ore abbiamo saputo che Perez aveva sì infranto diverse volte il regolamento sotto Safety Car ma che comunque non si beccava 10 secondi, come da altri precedenti, ma solo 5, più reprimenda e due punti in meno sulla super licenza. Quindi manteneva e conservava la vittoria. E erano tutti felici.

Bè, tutti tutti no. Mattia da Losanna, a PU ancora calde, aveva fatto timidamente notare che si aspettavano 10 secondi… ma poi, giusto per non mancare l’italico costume, lui svizzero, del colpo all’incudine e al martello, aveva anche detto di aver fiducia nella Federazione. E “la sventurata rispose”, cioè mi pare sia stato ben ripagato (sono sarcastico). In sostanza, come qualcuno ha detto efficacemente, lo sport più veloce del mondo è anche quello più lento nel prendere le decisioni relative alle sanzioni o infrazioni del regolamento.

E qui casca l’asino. Alcuni appunti: Come mai le sanzioni, anche quelle solari, non vengono immediatamente irrogate? Non è forse questa una forma di doping burocratico, che altera i valori in campo? Avendo tempi elefantiaci per valutare qualsiasi cosa non si fa un torto in primis ai piloti, poi ai team e infine agli spettatori?

Sulle ridicole sanzioni della F1 ci sarebbe da scrivere un libro (leggi qui l’analisi tecnica), ma se ci sono, una volta accertate, non dovrebbero punire davvero il reo? Come mai si ha sempre più l’impressione che le decisioni vengano prese stile roulette al Casinò? Non si corre il rischio che la federazione internazionale sia sempre più percepita come un ente opaco, mal gestito, in balia dei potenti di turno, incapace di essere autorevole e super partes?

Un’amministrazione delle gare di questo tipo non dà nuovi argomenti ai “complottisti”? Non vi sembra che il dopo Todt sia decisamente cominciato male in FIA? Non vi sembra che la direzione di gara bicefala sia un bel pasticcio?
Una modesta proposta: ci vuole tanto ad avere, almeno per ogni stagione, un collegio giudicante che sia sempre lo stesso? Evidentemente sì. Passiamo ai voti va…


F1. Gp Singapore 2022: voti

FIA. Voto: ZERO. Per quanto detto sopra.

Perez. Voto: 8. Vittoria certamente meritata, ma non gli do 10 perché 10 è la perfezione. E lui, almeno sotto Safety Car, perfetto non lo è stato.


Leclerc. Voto: 7. Questa è soprattutto una sua sconfitta. Con una partenza al rallentatore che ha permesso a Perez di scavalcarlo appena si sono spenti i semafori.
Da allora, sostanzialmente la gara era segnata. E il forcing finale è stato bello ma velleitario, tanto da portarlo a non riuscire alla fine della gara a stare sotto i 5 secondi di distacco. Inoltre, Charles è arrivato lungo al pit stop, perdendo ben 3 secondi. Ma, in questo caso, la successiva Safety Car ha azzerato lo svantaggio.

Sainz. Voto: 5. La gara di domenica è stata impietosa. Un monegasco pasticcione ha letteralmente messo fra sé e il compagno di squadra una distanza siderale. Non c’è altro da aggiungere. E forse bisognerebbe ricordare a Mattia che uno non vale l’altro.

Dichiarazioni di Binotto. Voto: improvvide. Ogni volta che il team principal della Ferrari parla, mostrandosi sicuro del proprio, regolarmente la Federazione lo smentisce. Insomma…

Ignazio Ruota. Voto: 10. Perché non ha fatto danni già da due gare di F1… E’ record.

Verstappen, Hamilton e Russell. Voto: 3. Per motivi diversi, tutti e tre hanno avuto un fine settimana abbastanza travagliato.

Alonso. Voto: 9. Sino a quando il motore della sua Alpine non ha reso l’anima al dio dei motori.

Latifi. Voto: una certezza granitica.

Post scriptum. Mentre si torna a Suzuka, sulla F1 incombe il mostro del budget cap. Le gole profonde parlano di un notevole sforamento di Red Bull, tutto da dimostrare, che potrebbe portare ad un vero e proprio doping finanziario-sportivo (più risorse, più sviluppo). A me fa venire l’orticaria trasformare la massima categoria del motorsport non solo in un elefante burocratico, ma anche in un lavoro per commercialisti. Detto questo, molti si aspettano qualcosa di epocale, decurtazioni di punti, sanzioni salatissime e via discorrendo.

Date retta a me, finirà di nuovo a tarallucci e vino. Primo perché la FIA è in fortissimo ritardo (parliamo dei bilanci del 2021), secondo perché non può perdere ulteriormente la faccia. E poi, lo diceva Giolitti, no?
La legge etc etc…


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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Pubblicato da
Mariano Froldi